Economia e lavoro - 06 agosto 2021, 11:26

Cgil, Cisl e Uil: "Il Tavolo dello sviluppo di Asti è un’occasione di confronto e proposta"

Riceviamo e pubblichiamo una nota congiunta delle tre sigle sindacali che intervengono sul tema dopo le perplessità emerse nei giorni scorsi

Abbiamo avuto modo di leggere, come molti cittadini astigiani, la lettera “aperta” di alcuni politici ed ex politici locali sulla gestione del PNRR.

Non siamo interessati alle polemiche tra amministratori e meno che mai alle “beghe” di Paese. Ma alcune questioni relative al tavolo dello sviluppo è bene precisarle per non dare l’impressione che tutto avvenga nelle segrete stanze del potere. Stanze mai frequentate da chi scrive.

Il Tavolo di Crisi della Provincia di Asti nasce nel lontano 2008 su iniziativa di CGIL, CISL e UIL unitamente alle associazioni datoriali. Si ricorderà che il Paese stava affrontando uno dei momenti più tragici della storia moderna rispetto alla crisi finanziaria dei mercati ed occupazionale. Venne chiesto alle Istituzioni di coordinare il Tavolo proprio per dare più forza alle proposte che da esso venivano.

Alcuni degli interventi concordati portarono ad una Accordo con la CCIAA di Asti sul contenimento dei prezzi dei beni di prima necessità, non solo alimentari ma, ad esempio, anche articoli per le scuole quali astucci, quaderni, matite ecc., fu creato anche un apposito bollino per evidenziare i prodotti che rientravano all’interno del paniere concordato. Un altro importante accordo fu sottoscritto per le anticipazioni della Cassa Integrazione con la Cassa di Risparmio di Asti, primi in Piemonte e tra i pochi in Italia ad aver adottato uno strumento simile. Per diversi anni il tavolo venne convocato sporadicamente senza produrre, per i veti incrociati della politica locale, alcunché di significativo.

Nel 2018 il Tavolo, su richiesta dei promotori del Tavolo di Crisi, è stato riattivato di concerto tra la Provincia di Asti ed il Comune di Asti, come “Tavolo dello Sviluppo della Provincia di Asti” al fine di provare, attraverso uno strumento partecipato, ad avanzare delle proposte per rilanciare l’economia e l’occupazione nel nostro territorio.

Nel 2019 si riuscì a sottoscrivere un protocollo con le finalità del Tavolo e le modalità di partecipazione. Tra i firmatari, oltre CGIL, CISL e UIL e le Associazioni datoriali, la Provincia di Asti, i Comuni di Asti, Canelli, Nizza, Moncalvo, San Damiano, Villanova, Castelnuovo Don Bosco, Costigliole, la Prefettura di Asti, l’ASL, il Distretto Paleontologico, ATL, il Centro per l’Impiego, diversi Consorzi, Diversi Istituti Scolastici, l’Università, gli Ordini Professionali, la Fondazione e la Cassa di Asti.

Un numero di soggetti che, nel corso del tempo, è ulteriormente cresciuto.

In piena Pandemia, il Tavolo si è riunito in molte occasioni ed ha portato, inizialmente, a sottoscrivere un accordo con la CR ASTI per l’anticipazione degli ammortizzatori legati alla cosiddetta Cassa COVID e, successivamente, prima dell’istituzione della Cabina di Regia sulle RSA, per discutere di COVID e degli interventi da effettuare per evitare l’espandersi della Pandemia. Da quel tavolo è anche uscito un documento per la sicurezza dei lavoratori nelle Aziende, grazie anche all’intervento fattivo della Prefettura di Asti, ben prima che intervenissero le normative nazionali.

Durante i mesi successivi, il Tavolo ha deciso di affidare ad ASTISS, il coordinamento di più tavoli tematici per l’analisi, la valutazione e la presentazione di progetti per il rilancio del territorio astigiano non esclusivamente legati al PNRR, ma considerando, ovviamente, anche ciò che dal PNRR emergeva.

L’unica voce apertamente contraria, a quel tavolo, è stata del Presidente della Provincia, il quale preferiva affidare a studi di professionisti la presentazione delle proposte sulla falsa riga di quanto fatto a Cuneo.

Il 4 agosto sono stati presentati i risultati di un lavoro durato mesi che ha visto il confronto di decine di Associazioni, Enti, Sindacati ecc. un percorso partecipato cui hanno contributo, attraverso la presentazione di diversi documenti, diversi soggetti componenti del Tavolo.

Chi scrive rispetto al mancato coinvolgimento della società civile fa un torto al lavoro fatto in questi mesi. A meno che le numerose associazioni partecipanti al tavolo vengano ritenute non rappresentative, segnaliamo che le sole CGIL, CISL e UIL rappresentano circa 50.000 persone, pensiamo che la società civile sia stata ampiamente rappresentata.

Alcuni sottoscrittori del documento hanno avuto modo di partecipare ai tavoli senza mai portare un loro contributo, un’osservazione, una critica. Ci sarà ancora occasione, se vorranno, di contribuire ad accrescere e arricchire le proposte del documento e di partecipare al tavolo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che verrà convocato a settembre.

Sulla base delle modalità scelte per il confronto sullo sviluppo nell’astigiano anche in Provincia di Alessandria sono stati attivati tavoli di confronto ed è stato istituito il Tavolo dello sviluppo provinciale.

Rileviamo che, tra i temi di interesse generale indicati, vi sia anche, giustamente, il tema della Sanità. Tema ampiamente affrontato nella discussione al tavolo con proposte precise ed economicamente sostenibili.

Alcune di quelle proposte sono anche diventate patrimonio dell’ASL e della Regione, ad esempio sull’utilizzo ed il recupero dell’Ex maternità. Ci piacerebbe però conoscere le intenzioni di ANCI, e dei firmatari della lettera, rispetto al Disegno di Legge Regionale dell’Azienda Zero proposto dall’Assessore Regionale alla Sanità ICARDI. Un disegno di Legge che, se verrà approvato, determinerà l’accentramento di tutte le politiche sanitarie territoriali ed il totale ruolo subalterno delle Amministrazioni locali.

Così, oltre che non contare nulla nella nomina dei Direttori Generali delle ASL, i Comuni non conteranno nulla neanche nella programmazione delle politiche sanitarie territoriali. Qualcuno potrebbe obbiettare che già adesso non contano nulla. Vero. Ma adesso la responsabilità è dei Sindaci che hanno deciso di non esercitare il loro ruolo, domani sarà una scelta regionale e, ci sembra, non sia la stessa cosa.

Le Segreterie di CGIL, CISL e UIL

Al direttore