Cultura e tempo libero - 12 agosto 2021, 17:00

Vacanze nell’Astigiano: tanta voglia di conoscere Andrea

Quarta puntata ad impicciarci delle vacanze di Jan Merks e Anne Claers, belgi, in giro per l’Astigiano a ruota delle passioni di lei: arte antica e jogging

Una delle nove tavole del polittico di Andrea d'Asti custodito a Incisa Scapaccino

Mattina di venerdì. Calorosi saluti dalla e alla proprietaria del country resort di Mombarone dove si sono fermati un paio di notti, e via subito ad Asti per finire la scoperta delle opere di Gandolfino e poco altro. Tanto per dire poco altro, visto che si parla di quello spettacolo di complesso medioevale che è San Pietro in Consavia.

Prima di partire ecco che Jan mi gira il solito messaggino. Morning, David. Any other suggestion on this morning’s tour in Asti?

Avevo da fare, ma gli ho comunque risposto con la suggestion di passare anche nella nuova chiesa di San Pietro a rimirarne il grandioso organo cinquecentesco, anche se fuori dagli interessi storico-artistici di Anne, e la bellissima statua lignea trecentesca, sconosciuta ai più, figuriamoci se presente su guide o siti di promozione turistica.

Fortuna che c’era ‘sto suggerimento che altrimenti la mattina sarebbe stata non proprio da ricordare. Prima per il passaggio in Santa Maria Nuova, dove Anne ha trattenuto un urlo di dolore nel vedere il terribile stato di conservazione dell’Adorazione dei pastori, opera gandolfiniana ospitata in chiesa. Poi per l’impossibilità di visitare il Battistero e tutto il resto che compone San Pietro in Consavia, senza tornare a palazzo Mazzetti a farsi un biglietto per girare lì e in altri quattro o cinque luoghi bellissimi di Asti, ma che a lei non interessava girare. Hanno rimirato velocemente l’insieme e via nella nuova chiesa di San Pietro. Pare che all’interno di questa chiesa, finalmente, la signora si sia addolcita con la dolcezza espressiva di un’altra Signora: la bellissima rappresentazione lignea trecentesca, chiamata Madonna del Tempo, insieme al fascino dalla sua storia, con tanto di scomparsa e recente ritrovamento, raccontata da Jan, chissà grazie a chi.

Detto arrivederci ad Asti sono prima passati a rinfrescarsi nel bel relais scelto per passare l’ultima notte nell’Astigiano, subito dopo Castelnuovo Belbo. Dopo tanto girare un bel bagno in piscina e un riposino ci stavano proprio. Nel tardo pomeriggio ecco la meta, nei dintorni, meta di cui Anne conosceva vita, morte e miracoli, artistici e non. Persino il numero di cellulare della signora Antonia dell’Associazione Carabinieri del posto, per farsi aprire. Il tesoro, così lo chiamava, si trovava a Incisa Scapaccino, dentro la chiesa di San Giovanni Battista, detta Santuario Virgo Fidelis, patrona dei Carabinieri. Il tesoro d’estetica di un grande artista astigiano, Andrea d’Asti. Qui era stata lei a raccontare perché da considerare veramente un grande. Lei a ricordare che operò nei primi decenni del quattrocento tra Astigiano, Genova e Napoli, con la conseguenza di essere forse l'unico dei grandi artisti ad essere chiamato con ben tre nomi diversi: d'Asti o de Aste, Maestro d’Incisa e dei Penna. I primi due nomi sono nostri, mentre a Napoli veniva chiamato Maestro dei Penna per il suo primo dipinto di rilievo, la Madonna tra Antonio e Onofrio Penna, alta borghesia del posto. Incisa custodisce la sua unica opera pittorica rimasta in Piemonte, un polittico elegante e raffinato, realizzato nel 1410, ancor più unico perchè composto da ben nove tavole. Non se ne voleva più andare, nonostante la memoria del cellulare iniziasse a protestare per l’eccesso di foto da ricordare. Poi, più che soddisfatta, e quindi soddisfatti, cena veloce e nanna, che il giorno dopo si partiva presto. Verso dove? Lo scoprirete solo giovedì prossimo.

Davide Palazzetti