“La questione è semplice: il progetto MOVE IN ha in sé del buonsenso, il contesto generale invece è vergognoso”. È il commento di Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte e vicepresidente vicario Confartigianato Cuneo, sulle limitazioni ai mezzi Diesel che colpiranno 74 comuni piemontesi dal 15 settembre.
Ricordiamo che nell'Astigiano i centri coinvolti sono tre: il capoluogo di provincia, Nizza Monferrato e Canelli.
“La direttiva europea che individua il bacino padano come zona più inquinata d'Europa - poi recepita dal protocollo sulla qualità dell'aria sottoscritto dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia - è il solito modo di far ricadere il problema dell'inquinamento su chi l'inquinamento lo subisce, ovvero cittadini e lavoratori”, continua Felici che aggiunge: “Non è pensabile che in una fase di congiuntura economica come quella che stiamo attraversando, si costringa la gente a cambiare il proprio mezzo, dopo 10 anni di crisi economica e la pandemia”.
Giorgio Felici è un fiume in piena: “Non è possibile che a pagare il prezzo di coloro che inquinano, come multinazionali e grandi imprese, siano gli artigiani e i cittadini. Non ci sono più gli Stati. È tutta colpa di un'Europa governata da interessi finanziari di pochi. Perché colpire duramente la pianura padana dove hanno sede la maggior parte delle nostre aziende di manifattura? Mi sembrano tutti tentativi che indeboliscono la capacità manifatturiera del paese Italia”.
E ancora: “Condivido la battaglia per la riduzione delle polveri sottili, ma non mi si dica che è tutta colpa della signora che fa a fare la spesa in auto o dell'artigiano che va a lavorare col suo furgoncino. Mi chiedo poi dove si smaltiranno le batterie delle macchine elettriche? Non inquinano forse? C'è gente che ha perso il lavoro. In Italia abbiamo un milione di disoccupati in più. Magari trovo uno straccio di contratto part-time e non posso andarci perché devo cambiare la macchina? È ridicolo”.
Per non parlare dei costi che ricadranno sui comuni, obbligati a firmare l'ordinanza. “Per fare le limitazioni e renderle efficaci, i vari comuni dovranno disporre di idonea segnaletica – aggiunge Felici -. Dovranno fare un bando, cablare i cartelloni e metterli in collegamento con l'Arpa. Chi lo spiega ai cittadini che, anzichè rifare l'asfalto, si devono spendere soldoni per mettere la nuova segnaletica?”
Il presidente regionale di Confartigianato Imprese Piemonte sposa invece il progetto MOVE IN: “Mi sembra l'unico tentativo di venire incontro ai proprietari di mezzi coinvolti nelle limitazioni. In questo modo si consente a questi veicoli, che sono soprattutto mezzi operativi di piccoli imprenditori e artigiani, di poter lavorare. La spesa è contenuta (50 euro il primo anno e 20 euro per gli anni successivi, ndr), ma si tratta comunque dell'ennesimo adempimento a carico di cittadini e imprese”.
In allegato pdf l'elenco dei comuni piemontesi coinvolti dalle limitazioni e quello sulla soglia dei chilometri concessi annualmente in base alle categorie dei veicoli. Documenti tratti dal sito della Regione Piemonte.