Sanità - 01 settembre 2021, 19:23

Sono quattro, al momento, i dipendenti dell'Asl di Asti sospesi per non essersi vaccinati

Fino a dicembre non riceveranno lo stipendio. Tra loro non ci sono medici o infermieri, ma figure che gravitano nel mondo sanitario

Quattro dipendenti della Asl di Asti (a oggi), sono stati sospesi per non essersi vaccinati. Per loro, fino a dicembre niente lavoro e niente stipendio.

Fra giugno e luglio erano state mandate raccomandate e pec ai sanitari che risultavano non vaccinati, chiedendo di produrre documentazione che attestasse la motivazione o l’avvenuta vaccinazione.

A inizio agosto a chi non aveva risposto o non aveva prodotto documentazione sufficiente erano state inviate altre comunicazioni sempre tramite Pec o raccomandate in cui si diceva che avevano possibilità di fare le vaccinazione ad accesso diretto, senza prenotazione, entro 15 giorni dalla ricezione della lettera.

Gradualmente però stanno scadendo i 15 giorni dalla ricezione della lettera, considerati i tempi delle raccomandate e, a chi non si è presentato, è stata comunicata la sospensione (se dipendente Asl) o comunicato ai rispettivi Ordini o ai datori di lavoro.

Non si tratta però di medici o infermieri ma di altre figure che ruotano intorno al campo sanitario.

La Asl per legge si occupa di tutti le figure sanitarie residenti (medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici, psicologi, biologi, educatori ecc...), dipendenti e non. All'inizio di questo iter erano state inviate oltre 600 lettere, 120 a dipendenti, al momento risultano vaccinate 220 persone di cui 50 dipendenti, nel frattempo la maggior parte si è vaccinata, qualcuno ha prodotto documentazione che non può farlo per diversi motivi.

Qualche giorno fa Guido Giustetto, presidente Ordine dei Medici del Piemonte aveva detto: “Il rifiuto di vaccinarsi da parte di questi colleghi va contro, oltre che alle evidenze scientifiche, a diversi principi e precetti del nostro codice deontologico, che pone il medico in posizione di garanzia nei confronti dei cittadini che a lui si rivolgonoÈ paradossale che proprio un medico possa diventare fonte di malattia per i suoi pazienti. Vi è il diritto di non vaccinarsi? Bene, allora questi colleghi si tolgano il camice e cambino lavoro”.