Economia e lavoro - 09 settembre 2021, 11:07

Cgil e Piam uniscono le forze per contrastare lo sfruttamento del lavoro

L'accordo è finalizzato a far emergere anche i casi di violenza e lavoro nero. Il Segretario Quagliotti: "Se mancano i diritti la società rischia di implodere"

Il Segretario generale CGIL Asti Luca Quagliotti (a sinistra nella foto) e il responsabile del PIAM Alberto Mossino

Il Segretario generale CGIL Asti Luca Quagliotti (a sinistra nella foto) e il responsabile del PIAM Alberto Mossino

Lo sfruttamento nel mondo del lavoro non riguarda solo la vendemmia e l’agricoltura. A sottolinearlo questa mattina ad Asti alla Cgil il segretario provinciale Luca Quagliotti e il responsabile del Piam Alberto Mossino. Due mesi fa i due enti hanno sottoscritto un accordo contro la tratta e lo sfruttamento nel lavoro.

“Siamo stati contattati dal Piam per collaborare e abbiamo dato il nostro assenso - dice Quagliotti – La Cgil è impegnata da sempre contro lo sfruttamento. L’obiettivo è quello di fare emergere i casi di sfruttamento, violenza e lavoro nero”.

La Cgil seguirà la parte vertenziale sui casi segnalati dal Piam e le persone sia sul lavoro che dal punto di vista giudiziario. Con il progetto Diagrammi (CLICCA QUI per rileggere l'articolo) è già in corso l’aiuto a un lavoratore sfruttato della Guinea, inizialmente senza contratto, che ha documentato quanto ha subito ed è entrato nel progetto di protezione, come ha spiegato Paolo Capra, segretario Flai Cgil.Lavorava 12-13 ore continuate per 3/4 euro. Abbiamo visto situazioni gravi. Per un ragazzo rumeno, per esempio, è stata chiamata l’ambulanza ma alcuni non conoscendo l’italiano non si fanno neppure curare”.

Il Piam da 20 anni lavora sulla tratta

“Prima era un problema solo femminile – spiega Mossino – ma con il caporalato lo sfruttamento ha preso altre forme e ci occupiamo anche di sfruttamento lavorativo. Dieci anni fa eravamo intervenuti a Canelli per la vendemmia della vergogna”.

Il Piam di Asti offre dai 14 ai 16 posti contro lo sfruttamento. “Era importante avere posti anche per gli uomini e per il momento ne abbiamo 4 nelle nostre strutture di accoglienza, per un periodo minimo di 6 mesi. L’accordo con la Cgil è stato un passaggio naturale. Va ricostruito lo storico delle persone e indagare i percorsi di sfruttamento”.

Tra gli ospiti del Piam vi sono tre pakistani che erano sfruttati in Emilia nel settore ortofrutta. “Saranno trovati altri posti per l’accoglienza sul territorio. Come Piam sto spingendo che diventi un accordo regionale. Abbiamo il grosso focus della vendemmia ora, ma le situazioni di grave sfruttamento si trovano nella logistica, il sommerso degli aiuti di cucina dove lavorano con orari allucinanti ma lì devono intervenire altre figure”.

Nel mondo femminile emerge anche un altro sommerso di sfruttamento: le cooperative che lavorano a partita iva nelle RSA, ora sotto la lente dell’osservatorio. “È sempre più difficile rivendicare diritto - spiega Quagliotti - e a volte non si può fare nulla. Se mancheranno diritti la società rischia di implodere. Asti ha il più basso tasso di reddito e di servizi”.

Betty Martinelli

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