Attualità - 18 settembre 2021, 11:29

Giochiamo all'aperto: meno videogames e più socialità. La Regione promuove il ritorno ai giochi tradizionali

I ragazzi potranno, grazie a un’importante stanziamento di 250mila euro, potranno riconquistare giardini, piazze e cortili delle proprie città e dei propri paesi

"Giochiamo all’aperto". La giunta regionale, su iniziativa dell’assessore regionale al Welfare, con delega ai Bambini, ha approvato, ieri, una delibera per favorire il ritorno ai vecchi, cari, giochi tradizionali all’aperto: quelli che, da che mondo è mondo, si praticano nelle piazze, nei giardini, nei cortili. Una risposta concreta, dopo tanti mesi in cui, in particolare i più piccoli, sono stati costretti a restare chiusi in casa a causa dell’emergenza Covid. 

Ma anche un’iniziativa tesa a valorizzare il gioco fisico, in presenz - mutuando un’espressione usata in campo lavorativo - offrendo un’alternativa antica, ma oggi più che mai moderna, ai videogiochi, che negli ultimi tempi - proprio per la necessità di non muoversi di casa - hanno monopolizzato l’attività ludica di grandi e piccini. Con i loro pro, certamente, ma anche con i limiti e - in taluni casi - con gli abusi, di cui spesso si legge sui media. 

E così il Piemonte ha scelto di reagire a questa situazione, restituendo il territorio ai più piccoli, affinché - proprio come una volta - si possa tornare a giocare insieme, ovviamente nella massima sicurezza.

Da qui l’idea - che ieri è diventata realtà - di promuovere la realizzazione di progetti, da parte dei Comuni, singoli e associati, capofila di reti locali formate da scuole, associazioni giovanili, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni sportive, che abbiano la finalità di realizzare occasioni di svago, crescita e rafforzamento, sviluppando conoscenze, competenze e autostima, ritrovando energie e fiducia; promuovere l’utilizzo dei parchi e dei luoghi pubblici dedicati nel rispetto delle misure di prevenzione previste dalle autorità (cortili, piazze, strade aperte al solo transito pedonale) e creare reti locali formate da enti locali, scuole, con il coinvolgimento di associazioni giovanili, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni sportive, anche attraverso lo strumento della co-progettazione degli interventi, attraverso la realizzazione di specifiche  azioni volte a favorire proprio il gioco e l’attività motoria per i minori, anche attraverso                                                    installazioni, integrabili con il contesto, con la pavimentazione stradale e gli edifici esistenti, nel rigoroso rispetto delle misure anti Covid e dell’assetto urbanistico e di viabilità dei centri interessati. Ecco così che i soggetti coinvolti potranno realizzare parchi gioco diffusi nelle vie e viali, nelle piazze, nei giardini pubblici e nei cortili (purché aperti alla cittadinanza) delle città e dei comuni, nei quali svolgere attività ludiche e motorie all’aperto.

Con l’obiettivo dichiarato di favorire il riappropriarsi degli spazi pubblici del proprio contesto di vita attraverso il gioco e le attività all’aperto, favorendo, al contempo, la cura dei «beni comuni» e la salvaguardia e la crescita culturale della propria comunità.

L’iniziativa è anche suggerita dai risultati di importanti studi di respiro internazionale che dimostrano quanto i bambini abbiano, oggi più che mai, bisogno di un «ritorno al passato». Come la ricerca Unicef, dell’aprile 2020, la quale evidenzia la necessità che i governi e le istituzioni locali mettano in atto interventi in termini di protezione, sostegno e coinvolgimento in grado di garantire la sicurezza e il benessere dell’infanzia. O l’indagine, tutta italiana, dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova  sugli effetti del lock down sui più piccoli, che evidenzia che nel 65% dei bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. O quanto fatto rilevare da «Save The Children» che ha evidenziato proprio il rischio elevato che subentri la paura di affacciarsi a un mondo dove il virus non è scomparso.

Qualora da una provincia pervengano più istanze da Comuni, singoli o associati, si procederà al finanziamento  sulla base del punteggio attribuito secondo i criteri di cui sopra; in caso di parità di punteggio, si darà la priorità ai Comuni, singoli o associati, con la popolazione minorile più elevata.

Nel caso da un ambito provinciale non pervengano almeno due progetti finanziabili, si procederà al finanziamento di ulteriori progetti afferenti agli altri ambiti provinciali, sulla base del punteggio ottenuto.

Comunicato stampa