Agricoltura - 13 ottobre 2021, 09:23

Sabato al NaturaSì di piazza Porta Torino appuntamento con il peperone di Capriglio

La giornata si inserisce nell’ambito del ciclo di approfondimenti dedicati al “Bio Tipico Locale”

Sabato 16 ottobre è in programma, presso il NaturaSì di piazza Porta Torino 14, un nuovo appuntamento per “Bio Tipico Locale”. La giornata sarà dedicata al peperone di Capriglio, presidio Slow Food del nostro territorio, con la partecipazione di Cascina San Sebastiano.

Capriglio conserva un peperone dalle origini antiche, selezionato e coltivato da oltre due secoli e tramandato di generazione in generazione dagli agricoltori locali. Come altre varietà di peperone coltivate attualmente nella zona di Asti, si ritiene sia stato originato da un incrocio naturale tra antiche cultivar di piccole dimensioni e altre di dimensioni ben più grandi provenienti dal cuneese.
Essendo una pianta di origine antica è molto rustica, vigorosa e non molto alta: il frutto è di dimensioni medio piccole, con tre sole costole e dalla sezione leggermente triangolare o cuoriforme, di colore giallo o rosso.

Il sapore delicatamente dolce e lo spessore della bacca, consistente e carnoso (caratteristica che si sta perdendo in quasi totalmente tra le attuali varietà presenti sul mercato), lo rendono particolarmente adatto alla conservazione: quella tradizionale è sotto vinaccia, per questo i peperoni di Capriglio sono sempre stati famosi e ricercati nei paesi vicini.

Si tratta di un metodo di conservazione molto semplice che consiste nel porre in una damigiana i peperoni interi, ben lavati e con il picciolo ancora attaccato, dove vengono immersi in una soluzione composta da aceto, acqua bollente e sale. La bocca della damigiana viene poi chiusa con vinacce derivate dalla torchiatura del vino freisa locale, che avviene nello stesso periodo della maturazione dei peperoni. Dopo un mese sono pronti per il consumo ma si possono conservare anche alcuni mesi.

A Capriglio, i pochi agricoltori rimasti portano avanti la tradizione di coltivare il peperone autoriproducendosi i semi e mantengono così il patrimonio genetico, tramandato negli anni. Oggi, con l'avvio del Presidio, i coltivatori si sono riuniti in una associazione, coltivano secondo tradizione seguendo i principi dell'agricoltura biologica o comunque a ridotto impatto ambientale e vogliono riportare sul mercato locale questo prelibato ortaggio.

Al NaturaSì di Asti da settembre è disponibile alla vendita fresco dalla produzione di Csacina San Sebastiano. I prodotti trasformati sono invece realizzati da Cascina Piola di Firpo Raffaella, referente del presidio slow food.

Comunicato stampa