Cultura e tempo libero - 08 novembre 2021, 18:50

"L'arte bella" questo pomeriggio in scena all'Alfieri, in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale (FOTOGALLERY)

È stata la figura fondatrice della moderna assistenza infermieristica. Il 2020 è stato l’anno del bicentenario della nascita ma anche quello segnato dal Covid

Galleria fotografica a cura di Merfephoto

Oggi pomeriggio, lunedì, al Teatro Alfieri di Asti è andato in scena L'Arte Bella, spettacolo teatrale di narrazione creato in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, figura fondatrice della moderna assistenza infermieristica.

Lo spettacolo è parte del progetto Caring 2020-Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica rivolto ai giovani studenti di Infermieristica dei corsi di Laurea del Piemonte e ai cittadini delle comunità locali per riflettere insieme sul valore della cura e della cura dei curanti dopo i quasi due anni di pandemia.

Il progetto è ideato da Valerio Dimonte dell'Università di Torino e Alessandra Rossi Ghiglione di SCT-Social Community Theatre Centre Unito e realizzato con il sostegno del Rettorato dell'Università di Torino, in collaborazione con SCT Centre, CCW-Cultural Welfare Center e con i corsi di Laurea in Infermieristica di Torino, Asti, Cuneo, Ivrea, Orbassano e con partnership locali della sanità, cultura e sociale, e con il patrocinio del Comune di Asti.

Il 2020 è stato l’anno del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice della moderna assistenza infermieristica e donna di grande innovazione, ed è stato anche l’anno in cui la pandemia Covid-19 ha sconvolto profondamente il pianeta con impatti straordinari sulla vita e la salute delle persone e sui sistemi di cura e di care della Sanità.

Florence ha 200 anni, Teresa poco più di trenta e vive la professione infermieristica con vocazione, grinta e determinazione, e anche con ironia e cuore, molto.
Florence ha ricevuto a suo tempo come una chiamata, una vocazione per la cura che la fa rinunciare ad avere una famiglia sua, che la costringe a porsi con forza nei confronti della sua famiglia d'origine e della società e a scegliere l’esercizio dell’assistenza ai malati non come carità o servizio secondario ma come piena professione di donna competente e libera.

Due vite in scena, due luoghi temporali che dialogano. Passato e presente si rincorrono per dire della cura e della sua sapienza, dell'essere donna e mai dimenticarlo, e in entrambi i casi combattere per proteggerne il senso. Per dare voce al ruolo di chi ogni giorno si sta battendo per la salute di tutti.

Gli infermieri hanno pagato un prezzo alto in termini di salute fisica e benessere emotivo, molti studenti appena laureati si sono trovati su una trincea inimmaginabile. Le donne, che sono la maggioranza nella professione, hanno subito un doppio carico sul lavoro e nella vita privata di famiglia. Nell’anno Covid le professioni sanitarie sono state guardate per la prima volta dai cittadini con occhi nuovi ma senza produrre una narrazione sociale equilibrata: da eroi a nemici, dall’improvvisa comprensione di un ruolo fondamentale nella salute pubblica a un ritorno all’indifferenza e alla dimenticanza.

Redazione