Sanità - 26 novembre 2021, 10:45

Le perplessità dei consiglieri Quaglia e Bosia sul nuovo servizio di radiologia a domicilio

Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma dei due consiglieri comunali di minoranza

La sede dell'Asl AT

Abbiamo letto sugli organi di stampa che la Direzione della Asl Asti ha presentato un nuovo servizio di Radiologia domiciliare rivolto a tutto il territorio della Provincia. Il Direttore Generale ha spiegato che il servizio sarà svolto da una equipe: probabilmente un tecnico di radiologia con una figura ausiliaria dotati di un furgoncino e di un’attrezzatura RX portatile. Il servizio è rivolto alle persone anziane e fragili, alle persone disabili, agli ospiti delle Case di Riposo.

Pur condividendo ed essendo da tempo fautori delle cure domiciliari e di ogni forma di assistenza capillare sul territorio, questo progetto non ci convince. In primo luogo considerando la vastità del nostro territorio e le decine di Case di Riposo operanti su di esso, una sola equipe non sarà assolutamente in grado di far fronte alle richieste provenienti da un’area così vasta, inoltre il tipo di accertamenti, pur importanti - torace e alcuni segmenti ossei - risulta limitato anche considerando il fatto che, in caso di frattura, il paziente deve essere subito ospedalizzato.

Infine ci domandiamo se, dal punto di vista delle priorità, non sarebbe più opportuna una rivisitazione complessiva dell’offerta dei servizi radiodiagnostici sia alla luce dei tempi di attesa, sia in considerazione delle strutture operanti sul territorio, sia infine relativamente a quanto la Asl Asti spende in servizi radiodiagnostici offerti dal privato.

Sui tempi di attesa non possiamo che basarci sulle informazioni che ci giungono dai cittadini poiché il Sito web della Asl non fornisce, al momento, nonostante gli obblighi normativi sulla trasparenza dati aggiornati. Il link del Sito Asl “tempi e liste di attesa” per qualsivoglia esame, intervento, visita specialistica, pur riportando le dizioni: “i tempi di attesa sono rilevati mensilmente”; “i dati sono aggiornati all’ultimo mese di rilevazione” rimanda ad un archivio del 2017, ben prima dello scoppio della pandemia.

A pensar male si potrebbe affermare che la pandemia ha consentito alla Asl di continuare a non essere trasparente su un aspetto fondamentale dell’organizzazione sanitaria nell’offerta di servizi ai cittadini: rendere noti i tempi di attesa. Cittadini che necessitavano di accertamenti ci hanno fornito questi dati: Risonanza Magnetica cranio, addome e torace: 120 giorni; colonna lombo sacrale 90 giorni. Le TAC con mezzo di contrasto prevedono circa 240 giorni d’attesa.

Gli accertamenti RX, come le Ecografie, hanno mediamente 180 giorni di attesa. Con questi tempi gli utenti sono costretti a richiedere ai Medici di Famiglia prescrizioni in urgenza determinando talvolta forzature nelle prescrizioni che peggiorano complessivamente le risposte del sistema.

A fronte di tali tempistiche, riferendoci al territorio ci chiediamo per quale motivo l’Ambulatorio RX di San Damiano, che svolgeva circa 8.000 esami all’anno è chiuso da mesi; cosa aspettano i Sindaci della zona ad intervenire, così come ci domandiamo perché la TAC di Nizza esegue un numero basso di esami non essendo stata organizzata per svolgere esami con mezzo di contrasto.

Probabilmente le tematiche esposte sono derivanti da problemi organizzativi e di mancanza di personale; se così fosse perché impiegare risorse in un servizio del tutto sperimentale anziché far funzionare bene attrezzature e servizi esistenti?

Ci chiediamo infine perché la Asl debba sborsare ad un soggetto privato, per l’esecuzione di TAC e Risonanze, somme ingenti. Allora, forse, prima di lanciare progetti sperimentali di dubbia efficacia ed effettiva utilità, sarebbe opportuno rivedere l’organizzazione complessiva della Radiodiagnostica ad Asti.

Mauro Bosia (Uniti si può)

Angela Quaglia (Cambiamo Asti)

Al direttore