Solidarietà - 08 dicembre 2021, 14:32

Amnesty International Asti sul caso Zaki: “Felici per la scarcerazione, ma continueremo a lottare”

Con l’obiettivo che cadano tutte le accuse a suo carico “poiché derivano esclusivamente dalle sue attività di ricercatore e dall’esercizio dei suoi diritti umani”

Un'immagine della manifestazione astigiana di lunedì - Ph. Efrem Zanchettin

Lunedì 6, alla vigilia dell’udienza che ne ha finalmente decretato la prossima scarcerazione, anche ad Asti, così come in altre 50 città italiane tra cui Bologna e Roma, gli attivisti di Amnesty International sono scesi in piazza per chiedere con forza Libertà per Patrick Zaki, attivista per i diritti umani e studente dell’Università di Bologna, da 22 mesi ingiustamente detenuto in un carcere in Egitto.

Con Amnesty International Asti c’erano la Rete Welcoming Asti, Agedo Asti-Alba, ACLI-Asti, CGIL-Asti, Asti Pride, Noix de Kola, Libera-Asti, ANPI-Asti, e diverse altre realtà e persone, tra cui il direttore del Polo Universitario Uni-Astiss, Francesco Scalfari.

È stato un momento partecipato in cui, con determinazione e con speranza per gli esiti dell’udienza del giorno successivo, si è testimoniata solidarietà e vicinanza a Patrick, e si è chiesto con forza alle autorità egiziane il suo rilascio immediato, senza condizioni e che tutte le accuse contro di lui siano ritirate, poiché derivano esclusivamente dalle sue attività di ricercatore e dall’esercizio dei suoi diritti umani.

L'esito dell'udienza di martedì ci rende felici: Zaki è stato scarcerato, ma non può ancora essere gioia piena perché Patrick rimane ancora sotto processo. Il Tribunale, infatti, ha deciso di liberarlo in attesa della prossima udienza che si terrà il 1° febbraio 2022.

“Sicuramente si tratta di un primo ed importante passo avanti nella direzione della giustizia, speriamo, però, che nella prossima udienza ci sia quel passo in più che tutti aspettiamo e cioè il riconoscimento della sua innocenza”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Pertanto l’impegno per la liberazione di Zaki continua: le accuse a suo carico devono essere annullate del tutto perché derivanti esclusivamente dal suo lavoro in favore dei diritti umani e dalle opinioni politiche espresse sui social media.

Tra i diversi fattori che hanno contribuito a questo primo passo in avanti, sicuramente ci sono state anche le campagne e le mobilitazioni che hanno permesso di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda. Patrick Zaki e la sua famiglia hanno sempre ringraziato per questo sostegno e supporto che non si devono interrompere.

Ad Asti abbiamo lottato fin dal primo giorno insieme a tante persone e realtà – argomenta Simona Franzino, referente locale di Amnesty International –, scendendo in piazza lunedì scorso così come nel febbraio 2020, pochi giorni dopo il suo arresto, perché i diritti di Patrick Zaki fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona”.

“Oggi dunque siamo felici per Patrick e per i suoi cari – conclude – ma dobbiamo mantenere un atteggiamento prudente e continuare a lottare fino a quando non sarà assolto e tutte le accuse contro di lui ritirate”. 

#FreePatrickZaki

Redazione