Attualità - 04 gennaio 2022, 17:49

Le richieste delle regioni: obbligo vaccinale per i lavoratori e sulla scuola intervenga il CTS

L'incremento dei contagi preoccupa i governatori, che hanno avanzato precise proposte al Governo

Obbligo vaccinale per tutti i lavoratori che hanno scelto di non immunizzarsi. E' la richiesta avanzata dalle Regioni al governo nei giorni in cui la variante Omicron fa dilagare i contagi in Italia.

La Conferenza delle Regioni ha formalizzato una misura più volte auspicata dai singoli presidenti, a partire dal presidente della Liguria Giovanni Toti, che sui canali social scrive: "Le abbiamo provate tutte ma a questo punto non resta che l'obbligo vaccinale per tutti i lavoratori e i soggetti più fragili che ancora non hanno fatto il vaccino per scelta (cosa che non vale ovviamente per chi ha validi motivi medici che glielo impediscono).

Con i miei colleghi presidenti di Regione abbiamo avanzato al Governo la richiesta di intervenire al più presto per fronteggiare il picco dei contagi previsto per la fine di gennaio. Meglio muoversi subito e scongiurare rallentamenti e chiusure del Paese che non ci possiamo permettere. Con concretezza, operatività e capacità di assumersi responsabilità, le Regioni si confermano in prima linea nella gestione della pandemia
".

LE PROPOSTE PER LA GESTIONE CONTAGI NELLE SCUOLE

Nel corso del confronto i governatori hanno toccato anche l'altro tema cardine del periodo, ovvero il rientro a scuola. Proponendo al governo la soluzione che prevede un positivo per mandare in dad tutta una classe nella scuola dell’infanzia, due per la didattica a distanza alle elementari e tre per superiori e medie. 

Tra le richieste anche: nessuna vaccinazione scolastica affidata alle Asl e autosorveglianza trasferita alle famiglie degli scolari. Quindi, nessuna distinzione tra studenti vaccinati e no (contrariamente a quanto le stesse regioni avevano proposto in precedenza), e una nuova regolazione delle quarantene in caso di contagi.

Le regole attuali prevedono che a fronte di un caso positivo la classe venga sottoposta a tampone, e in caso di negatività gli alunni restano in classe in auto sorveglianza e vanno a casa gli studenti non vaccinati a fronte di due casi di covid in classe, mentre con tre scatta la dad.

Dal governo arrivano segnali sulla volontà di tenere aperte le scuole. Lo hanno detto il premier Mario Draghi, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il sottosegretario alla salute Andrea Costa, che questa mattina in visita in provincia di Imperia, a proposito della riapertura delle scuole ha detto: “L’intenzione è quella di riaprire regolarmente il 10 gennaio, vista anche la situazione sulle vaccinazioni. Ovviamente con tutte le precauzioni e i protocolli già previsti prima della chiusura per le feste di fine anno”.

Dalle Regioni invece, visto l'aumento di casi arriva l'invito alla prudenza sulle riaperture, tanto da arrivare a chiedere un intervento del Comitato Tecnico Scientifico"Devono essere gli scienziati pubblici a prendersi la responsabilità, devono dirci loro se con questi numeri dentro le aule gli studenti sono al sicuro". 

Redazione