Viviamo in un posto bellissimo - 08 gennaio 2022, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove perdersi è ritrovarsi

Invito a perdersi per riscoprire quello che veramente piace, quello che veramente conta, seguendo l’augurio poetico di un sognatore seicentesco

Siamo tutti Don Chisciotte

Di questi tempi, così pragmatici e così complicati, poesia e slanci ideali non sono proprio pane quotidiano. Prendere spunto allora da El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha (o Don Chisciotte della Mancia) di Cervantes, per darsi forza di cambiamento, potrebbe apparire perlomeno azzardato. Eppure farebbe tanto bene ritrovare il coraggio di perdersi. Perdersi come Alonso Chisciano, meglio conosciuto come Don Chisciotte, e Sancho Panza. Perdersi nelle nostre pagine interiori per riscoprire quello che veramente piace, quello che veramente conta. Perdersi per ritrovarsi.

Il capolavoro di Miguel de Cervantes Saavedra, creato nei primi anni del Seicento, rappresenta da sempre il fascino del nobile sognatore. Con oltre 500 milioni di copie, è il romanzo più venduto della storia. Per i suoi contemporanei era un libro comico. Solo un secolo dopo, durante l’Illuminismo, cambio netto di interpretazione: le risa sostituite con gli apprezzamenti morali per le virtù del protagonista. Ancora un secolo e il Don mi diventa, nella lettura dei romantici, mitico difensore dell'ideale, l'immaginazione che si oppone alla realtà. Tra le tre, l’ultima è sicuramente quella più nelle mie corde: un uomo preso per pazzo solo perché non si accontenta della realtà. Mi piace pensare avesse ragione lui e dare senso alle azioni di un cavaliere sognatore. Mi piace pensare che così fosse, il mondo avrebbe davvero l’opportunità di diventare migliore. Mi piace condividere la reale essenza del testo nel sottolineare l'inadeguatezza della nobiltà dell'epoca a fronteggiare i nuovi tempi, bloccata tra materialismo e carenza di ideali. Essenza così tanto contemporanea e contingente.

E allora:...ai visionari, a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno. / Ai folli veri o presunti. / Agli uomini di cuore, a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro./ A tutti quelli che ancora si commuovono. / Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni./ A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato./ Ai poeti del quotidiano...

Così scriveva Cervantes. Se nel leggerne l’augurio vi foste emozionati non può che voler dire: ci siamo, nonostante tutto, siete pronti. Pronti a ritrovarvi, pronti a cambiare.

Davide Palazzetti