Sì, c’è da correre a star dietro agli inviti estetici di Enzo girando tra borghi e colline dell’Astigiano. L’emozione dai posti è però assicurata. Da correre, se proprio si volesse cogliere i suoi e i miei suggerimenti settimanali, in un giorno solo, anche perché tra l’uno e l’altro, raramente non spuntano nuove cose da cui farsi colpire.
Siamo alla quinta proposta d’estetica e piacere. Siamo passati, mi auguro lo siate anche voi, da Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Villa San Secondo, Olmo Gentile, Colcavagno, Viarigi, Calamandrana, Calliano, Grana e Castel Rocchero. Ci siamo riempiti occhi e cuore con alcune colline e borghi che possono solo portare a vederne altre, a scoprirne altri, nella certezza di trovare differenze incredibili e sempre luoghi da sogno.
E allora via, si parte dal Nord Astigiano, si parte da Casorzo. L'abitato è arroccato sulla sommità di un colle e dominato dalla chiesa settecentesca di San Vincenzo con, sul piazzale, un maestoso ippocastano bicentenario, entrato non a caso nel novero ufficiale degli alberi monumentali del Piemonte. Non lontani dal centro storico dedicate tempo alla bella chiesa romanica di San Giorgio e della Madonna delle Grazie, risalente a fine trecento ed inglobata nell'Ottocento in una più ampia costruzione in arenaria, la cui morbidezza sembra essere stata per secoli un invito all'incisione. Ecco allora i suoi tanti graffiti che narrano delle bizzarrie del meteo o rievocano avvenimenti storici, segni antichi e piccole storie da scoprire piano, piano con rispetto e passione.
Dal regno della Malvasia ci si sposta a quello del Ruchè, poco più a sud, fino a Castagnole. ll borgo è ricco di affascinante antico: abitazioni del Quattrocento e ampie tracce del ricetto fortificato, nelle imponenti mura, in una torretta, in parte del baluardo e delle arcate trecentesche. Obbligatorio il passaggio in piazza dell’Annunziata, fulcro della struttura urbana del paese. Qui si affaccia la bella parrocchiale di San Martino che custodisce al suo interno ben tre tele di Guglielmo Caccia e due piacevoli acquasantiere, datate 1589. Impossibile poi non visitare, poco fuori dal centro abitato, la tenuta La Mercantile, d'origine settecentesca, a rimirarne l'importante insieme, gli affreschi del palazzo patronale e un antico torchio, si dice, il più grande d'Europa. Per finire andate a caccia di crutin, antiche cantine scavate nel tufo, il posto è quello giusto.
A una quarantina di chilometri, sempre a sud, vi aspetta un altro posto super: Fontanile. Il percorso, che normalmente potrebbe durare poco più di mezz’ora, escludete di completarlo in meno di due, non per gravi problemi di viabilità, ma per i tantissimi stimoli su strada per fermarsi anche solo a fare una foto. Il borgo è circondato da vigneti e vigneti, con un panorama unico ed emozionante. Anche solo nell'arrivarci, s’impone però su tutto la monumentale parrocchiale neogotica di San Giovanni Battista, che svetta inconfondibile tra le colline. Il suo cupolone è alto ben 53 metri. Maestosa fuori e dentro. Poi la torre Ansaldi, unica rimasta delle quattro poste agli angoli dell'antico ordine murario di difesa, e, per concludere, anche qui un albero monumentale, uno spettacolare salice bianco. Tanto da vedere, ammirare e degustare, tanto per farsi prendere dalla voglia di continuare.