“Si raccomanda la massima prudenza e osservanza di tutte le norme igieniche, prescritte dalle norme, nel gestire anche le situazioni più semplici dove si prevede un discreto numero di alunni concentrati nello stesso luogo (es. palestre, mense, file per andare ai servizi, uscite da scuola e quant’altro)”
“Sarebbe buona norma sospendere temporaneamente o spostare in luoghi aperti nelle giornate di sole, le attività che prevedono contatti ravvicinati senza protezioni quali ad esempio giochi di squadra, esercizi ginnici e quant’altro”.
I due passaggi riportati fanno riferimento a circolari che almeno due dirigenti di altrettanti Circoli scolastici cittadini hanno inviato ai propri docenti nelle giornate immediatamente successive le riaperture delle scuole dopo le vacanze di Natale e che stanno generando un acceso confronto anche tra i genitori, divisi tra quanti ritengono questi provvedimenti inevitabili vista la recrudescenza della pandemia e quanti sostengono invece che vi siano le condizioni per far svolgere ai bambini attività sportiva in piena sicurezza.
I DUBBI 'AL DI LA'' DELLA SCUOLA
Con riferimento non soltanto alla scuola perché, applicando un logico sillogismo, se è ‘pericoloso’ far praticare ai bambini sport nelle palestre scolastiche, lo è altrettanto farlo in qualsiasi altro contesto esterno agli edifici scolastici. Con la conseguenza che, chi fa proprio questo ragionamento, è maggiormente restio a mandare i propri figli a svolgere attività sportive: dal nuoto al basket, dalle arti marziali al calcio.
Contribuendo così, sia pure in modo involontario poiché agiscono cercando di tutelare i propri figli, a dare la ‘mazzata’ definitiva alle società sportive, già messe a durissima prova da quasi due anni di pandemia con ‘slalom’ costanti tra aperture, chiusure e limitazioni assortite..
LAVINIA SARACCO (CONI): “LO SPORT E’ VITA E IL MIGLIOR ANTIDOTO CONTRO LA PAURA”
Abbiamo interpellato a riguardo la professoressa Lavinia Saracco, delegata provinciale CONI e con alle spalle una lunga esperienza proprio in ambito scolastico: “Nell’ambito dell’autonomia i dirigenti possono produrre circolari interne, che hanno valore nell’ambito scolastico, ma ovviamente generano allarmismo nei genitori – ci ha detto – Ma il bene del bambino non è certo fare la DAD di fronte a uno schermo e isolarsi dai compagni, bensì confrontarsi e giocare. E’ anche un risparmio sociale per quando saranno più adulti, perché se acquisiscono l’attitudine ad una vita attiva se la porteranno dietro per sempre”.
“Peraltro è proprio in un periodo difficile come questo che i bambini hanno più che mai necessità di fare sport – ha aggiunto – Come ho scritto in un post che ho pubblicato su Facebook (lo riportiamo alla fine di questo articolo, ndr.), ritengo che lo sport sia il miglior antidoto contro la paura. Sport da svolgere in sicurezza, certo, ma teniamo conto che i protocolli delle varie federazioni, cui le associazioni sportive associate debbono attenersi, sono assolutamente rigorosi e consentono di svolgere le attività in piena sicurezza. Anche nello stesso interesse delle società sportive che li debbono attuare e far rispettare”.
“I bambini hanno un gran bisogno di passare del tempo con i loro amici, divertirsi e tenersi in forma e sotto questi aspetti non vi è miglior collante dello sport, sia per i bambini delle Primarie che per quelli delle Secondarie. E’ nella scuola che, trattandolo in modo giocoso, deve nascere l’amore per le discipline sportive. Noi stessi, come Coni, spingiamo il gioco come denominatore comune dell’attività sportiva svolta dai bambini”.
“Un bambino che fa sport è più sicuro di sé stesso, conosce i suoi limiti ed è propenso a cercare di superarli. Francamente mi stupisce moltissimo questa presa di posizione da parte di alcuni dirigenti, evidentemente ‘non illuminati’. Se no saprebbero che lo sport, e solo lo sport, può insegnare anche a rialzarsi sempre dopo una caduta”, ha concluso.