Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma di Bruno Bego ("Uniti si può"), in merito all'istituzione di un osservatorio per prevenire le mafie.
E’ di questi giorni la notizia che anche l’Ente Provincia di Asti ha istituito un osservatorio per prevenire le mafie. Questa iniziativa nasce dopo innumerevoli gridi di allarme relativi all’alto livello di infiltrazione mafiosa nell’economia del nord Italia. Tutte iniziative assolutamente lodevoli ma, lasciatemi dire, in alcuni casi arrivate con notevole ritardo.
Infatti, non posso non ricordare che:
“Era il mese di novembre 2009 e durante una puntata della trasmissione “Vieni Via con me” di Fabio Fazio lo scrittore Roberto Saviano aveva lanciato un grido d'allarme ,rivolto a tutte le forze politiche ed in particolare a quelle dell'allora governo ( Forza Italia, Lega, Udc e Fratelli d'Italia), relativamente all'infiltrazione mafiosa ed in particolare della ndrangheta, nel tessuto economico del Nord.
Saviano aveva elencato ,oltre ai nomi delle famiglie ndranghetiste presenti , anche i loro campi d'azione e i collegamenti con le forze politiche che in quel momento governavano ed in alcuni casi ancora governano le principali Regioni del Nord .
Inutile dire che quest'intervento aveva provocato le indignate reazioni delle forze politiche chiamate in causa. Addirittura l'allora Ministro degli Interni Roberto Maroni aveva richiesto e ottenuto il diritto di replica nella successiva puntata della trasmissione.
Durante il mini comizio l'allora Ministro degli Interni aveva elencato tutte le iniziative del Governo in tema di lotta alle mafie ed aveva negato i livelli di collusione denunciati da Saviano.
Da allora ad oggi, nell'arco temporale di oltre dieci anni, molte inchieste della magistratura hanno evidenziato la forte infiltrazione mafiosa e soprattutto ndragnhetista nel tessuto economico del cosiddetto Nord produttivo.
L'infiltrazione ha riguardato Società, Partiti, correnti di partito, singoli uomini politici che si sono messi a disposizione delle “ndrine”.
Numerose infatti in questi anni sono state le operazioni messe in pista da diverse Procure (quella di Catanzaro con il procuratore Gratteri in prima linea) . Queste inchieste ( se ce ne fosse ancora bisogno) sono l'ennesima prova del capillare livello di infiltrazione che la ndrangheta è riuscita a costruire con l'economia e l'elevata pericolosità sociale che questo fenomeno rappresenta per la nostra nazione.
Sono passati oltre dieci anni da quando Roberto Saviano ha denunciato questo tipo di malaffare e purtroppo i fatti gli hanno dato ragione.
Durante questi dieci anni nessuno tra coloro che avevano richiesto il diritto di replica ha avuto l'umiltà di chiedergli scusa e questo, a mio parere, è un vero e proprio insulto a tutti gli italiani.
Roberto Maroni , quando ha “duellato” con Saviano non solo era Ministro degli Interni ma era uno degli uomini di punta della Lega. Ora questo partito con il nuovo leader Matteo Salvini .(segretario Federale dal 2013, Ministro degli Interni e Vice Presidente de Consiglio per oltre un anno ,per cui presumibilmente a conoscenza della problematica) si è candidato più volte e molto probabilmente si candiderà nuovamente alla guida del paese.
Di una cosa mi sento certo: L'Italia ha bisogno di politici in grado di riconoscere pubblicamente i propri errori e soprattutto di politici meno “distratti”
Bruno Bego – Candidato al Consiglio Comunale di Asti per la lista “Uniti si può”














