Voce al diritto | 19 marzo 2022, 07:45

Debiti: come fare a non pagarli tutti

Debiti: come fare a non pagarli tutti

“Buongiorno Avv. Testa,

alcuni anni fa avevo aperto una piccola bottega nella mia città; gli affari sono purtroppo andati molto male, le persone preferivano recarsi presso vicini ipermercati, entravano sempre meno clienti. Alla fine ho dovuto chiudere da ormai più di quattro anni ma mi sono rimasti dei debiti, di cui uno considerevole con l'Agenzia delle Entrate.

Alcuni mesi fa ho trovato un lavoro come dipendente presso una piccola azienda di zona, speravo che fosse finalmente arrivata anche per me un po’ di buona sorte, ma ora mi è stato pignorato il quinto dello stipendio per un debito della mia precedente attività.

Sono molto sconfortato: dovrò per tutta la mia vita pagare per una scelta imprenditoriale sfortunata?”

Caro lettore,

descrive una situazione in cui purtroppo si trovano molte persone, che per varie vicissitudini si sono ritrovate con dei debiti, non necessariamente per loro colpa, ma anche solo per sfortuna o per eventi improvvisi e imprevedibili.

Per venire incontro a queste persone esiste da alcuni anni una legge, la n. 3 del 2012, che consente di uscire da situazioni quali quelle da lei descritte.

Si prevede che il debitore, cosiddetto sovraindebitato, cioè colui che non riesce, con le sue entrate, a ripagare i suoi debiti, possa accedere a procedure "protette", che gli consentono di liberarsi da tutti i debiti, pagandoli solo in parte.

Tra queste procedure, la più semplice a cui accedere è la liquidazione del patrimonio, prevista dagli artt. 14 ter e seguenti della predetta legge 3/2012.

Una recente pronuncia del Tribunale di Lucca, emessa lo scorso 28 febbraio, ha risolto un caso simile a quello della sua domanda, proprio tramite la procedura di liquidazione del patrimonio.

Un lavoratore dipendente, a seguito di una serie di malaugurate vicende, si era ritrovato con un debito erariale di 334.000,00 euro, maturato per gli anni di imposta dal 2008 fino al 2012, oltre a ulteriori 42.000,00 euro di altra origine: il suo stipendio però era di circa 1.300,00 euro mensili e non possedeva altri beni personali di valore.

Il Tribunale di Lucca ha acconsentito che, per i prossimi sei anni, il debitore versi alla procedura la quota del suo stipendio eccedente gli 800,00 euro mensili(quindi circa 500,00 euro al mese). Il Tribunale ha infatti ritenuto che 800,00 euro mensili fosse l'importo indispensabile ai bisogni essenziali di quel debitore (tale importo può però variare a seconda della composizione del nucleo familiare e delle necessità indifferibili dei singoli).

Tutto ciò, si badi bene, senza che sia necessario il parere favorevole dei creditori.

Decorsi sei anni, il ricavato della procedura (circa 36.000,00 euro) sarà distribuito ai creditori e il debitore, se avrà con diligenza adempiuto ai versamenti previsti dal Tribunale di Lucca, potrà chiedere di essere liberato da tutti i suoi debiti, anche quelli non pagati (con un risparmio di quasi 340.000,00 euro). Nel corso della procedura, il debitore sarà inoltre protetto da pignoramenti o altre azioni esecutive dei suoi creditori.

E' evidente come si tratti di una strada che comunque impone grandi sacrifici, non esistendo soluzioni magiche che possano far sparire i debiti. Con la liquidazione del patrimonio, infatti, si chiede al debitore di dare ai propri creditori tutto ciò che possiede, salvo un importo, determinato dal Giudice, che può essere trattenuto mensilmente per soddisfare i propri bisogni essenziali.

Tuttavia al termine della procedura, che può durare anche alcuni anni a seconda dell'attività di liquidazione da espletarsi, il debitore, se ha fatto ciò che era nelle sue possibilità per pagare i creditori, sarà liberato da tutti i debiti, anche quelli non interamente saldati, e potrà così ricominciare una nuova vita.

Avv. Filippo Testa


Voce al diritto a cura dell'Avv. Filippo Testa
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