Economia e lavoro - 03 maggio 2022, 09:00

Sciopero nazionale vigilanza privata e servizi fiduciari. Ad Asti l'adesione ha superato il 50%

La UilTucs di Asti presente con una delegazione a Torino. Il segretario Di Martino: "Pretendiamo un contratto nazionale che rappresenti il vero comparto della sicurezza, ad alta professionalità"

I funzionari Uiltucs di Biella, Novara, Asti, Alessandria e Cuneo della Uiltucs. Al centro Ferdinando Ferrigno di Asti

Ieri si è tenuto a Torino, sotto la sede nazionale dell’Associazione delle aziende che operano nel settore della Sicurezza e Sorveglianza Privata (Anivp) un presidio per lo sciopero nazionale della vigilanza privata e servizi fiduciari.

L'adesione astigiana allo sciopero è stata superiore al 50% e la Uiltucs locale era presente con una delegazione.

Il contratto nazionale della categoria è scaduto da oltre sei anni e mezzo e - sostengono dalla Uiltucs "L’irresponsabilità delle aziende e delle associazioni datoriali ha condotto ad una situazione insostenibile e ingiustificabile. Il vergognoso comportamento tenuto ai tavoli di trattativa continua a negare alle lavoratrici e ai lavoratori del settore il sacrosanto diritto al rinnovo del contratto impoverendo i salari, perseverando in continue violazioni delle norme contrattuali e aggravando le condizioni in materia di sicurezza sul lavoro".

Il punto riguarda migliaia di guardie giurate e addetti ai servizi di sicurezza.

"È giunta l’ora - rimarcano - di denunciare con forza una condizione divenuta ormai intollerabile, ingiusta e dannosa".

Rimarca ancora Francesco Di Martino, segretario generale Uiltucs di Asti: "Gli istituti non contenti di procrastinare il rinnovo ormai da molti anni, sostenendo una crisi di settore, hanno azzardato un alibi a nuove divisioni sulla rappresentanza datoriale, film già rivisti nei nostri settori, cui molte Imprese importanti nel panorama nazionale, presenti anche nel nostro territorio, snaturando il contratto della vigilanza, settore cui dovrebbe prevalere la professionalità della guardia particolare giurata, abdicano a non sottoscriverlo preferendo il fiduciario sottopagato. Vi sono palese violazioni dei diritti, non solo una retribuzione più bassa, ma anche una minore contribuzione previdenziale. Siamo all'ennesimo sciopero nazionale. Non si vive con mille euro al mese di stipendio. Pretendiamo un contratto nazionale che rappresenti il vero comparto della sicurezza, ad alta professionalità che deve corrispondere un equa retribuzione per l'attività di sicurezza privata, settore sempre ad alto rischio. Nei prossimi giorni potrebbe aprirsi un tavolo istituzionale con i ministeri che riconosca una professionalità che svolgono attività di servizio pubblico".