Con un 2022 segnato da precipitazioni quasi dimezzate è allarme siccità che si aggrava con l’innalzamento repentino della colonnina di mercurio segnando l’anticipo del caldo estivo nel decennio più caldo mai registrato prima.
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ondata di caldo anomalo sull’Italia con temperature, che nella nostra provincia, arriveranno a superare i 30 gradi. Un rapido aumento delle temperature dopo un mese di aprile segnato da temperature inferiori di 0,35 gradi rispetto alla media storica del periodo secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr.
Gli anni più caldi dal 1800 si concentrano infatti nell’ultimo decennio e comprendono nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
“Si tratta della conferma dei cambiamenti climatici che sono accompagnati – sottolineano Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti e Diego Furia direttore Coldiretti Asti – da una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali, eventi violenti, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole, con sbalzi termici significativi”.
Sono aumentati infatti del 29% gli eventi climatici estremi in Italia tra nubifragi, trombe d’aria e grandinate che hanno causato danni e feriti in campagna e in città, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd) sui primi quattro mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una situazione che è costata all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne determinate da alluvioni e siccità.
Nonostante le recenti precipitazioni, però, il livello idrometrico di grandi fiumi come il Po resta basso, dopo aver raggiunto, nei mesi scorsi, il livello minimo da decenni, secondo il monitoraggio della Coldiretti.
Una situazione rappresentativa dello stato di sofferenza in cui si trovano molti corsi d’acqua lungo la Penisola a causa dei cambiamenti climatici che hanno modificato la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni.
La siccità e il caldo anomalo colpiscono in questo periodo le semine primaverili di mais, le coltivazioni di grano, foraggi, ortaggi e frutta, ma anche le piante di vite, soprattutto i nuovi impianti che per attecchire e crescere hanno bisogno di acqua.
“L’agricoltura - concludono Reggio e Furia - è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”.