Sanità - 18 giugno 2022, 07:00

La dipendenza dallo stress

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

La dipendenza dallo stress

Molte volte nei miei articoli vi ho parlato di “dipendenze”. Le più diffuse, la dipendenza dallo zucchero, dall’alcol, dal fumo, dal gioco. Tutte vere e proprie “droghe” che annebbiano il nostro cervello e sporcano le nostre cellule. Ma esiste anche un’altra “dipendenza” che ci tiene costretti nella sua morsa e, nel tempo, ci logora e ci toglie salute.

Sto parlando dello stress! Vi sentite apatici con il livello di energia sotto i piedi; faticate a concentrarvi e a memorizzare anche poche righe; siete confusi addirittura con vuoti mentali o incapaci a seguire ragionamenti logici; oppure vi addormentate dopo i pasti e avete il fiatone a salire anche solo una rampa di scale; vi sentite irritabili e siete soggetti a scoppi di ira; non riuscite a dormire o avete difficoltà a svegliarvi al mattino; oppure sudate molto e avete sovente un cerchio alla testa…conoscete questi sintomi? Certo, sono sintomi molto generici che, in assenza di una patologia specifica, rivelano una, sottovalutata, condizione di stress. Quanti di voi, almeno una volta nella vita, si sono sentiti dire “Non c’è nulla di che, lei è solo un po' stressato. Si faccia una bella vacanza e si rilassi”.

E sì, come se bastasse cambiare ambiente per riuscire a farlo. Il problema è che, quando lo “stress patologico” è radicato dentro di noi, lui ci accompagna ovunque, anche in capo al mondo. E così ci ritroviamo a discutere con il vicino di ombrellone per il posto in prima fila; ci sbracciamo e ci spintoniamo, “famelici”, per raggiungere, per primi, gli spiedini di gamberi nel buffet del ristorante dell’albergo; oppure non riusciamo a sopportare il chiacchierio delle ragazze sedute, al nostro fianco, sull’aereo di ritorno dalla nostra vacanza da sogno; o magari, ci ritroviamo a sbottare violentemente sotto il sole cocente, in fila, all’uscita autostradale della nostra meta vacanziera. E sì! Molti tornano dalle vacanze, non solo con il conto più “leggero”, ma anche con le energie completamente esaurite e il livello di stress ancora più alto!

Nel mio lavoro, i sintomi di cui i pazienti si lamentano di più sono proprio lo stress eccessivo e la mancanza costante di energie, indipendentemente dal luogo o dalla situazione che devono affrontare. La maggior parte, per riuscire a gestire queste condizioni, ricorre a stimolanti come il caffè (“mi tolga tutto, ma non il caffè, non potrei proprio farcela!”) che contiene teobromina, teofillina e caffeina (anche il tè, le bibite zuccherate alla cola e il cioccolato contengono caffeina); oppure ricorrono alle sigarette che contengono nicotina. Altri hanno bisogno di “stimolanti psicologici” che producono una situazione estrema come la visione di un film horror o uno sport come il “coraggiosissimo” bungee jumping. Molti diventano adrenalina-dipendenti, scegliendo di lavorare 12 ore al giorno o mettendosi in condizioni “iper stressanti”, quasi sempre al limite delle proprie capacità psicofisiche, cosa che nel tempo costringe la persona o a mollare o a fare uso di sostanze eccitanti più pesanti e illegali.

Il fatto è che tutte queste sostanze, sia quelle legali che quelle illegali, comportano dipendenza. Riuscire a trovare un beneficio energetico, nel tempo, risulta sempre più difficile, e così, passiamo da un caffè a quattro, da una sigaretta a dieci, da un aperitivo alcolico, nel weekend, a uno, tutte le sere. Aumentando l’uso degli stimolanti, diventa quasi impossibile rilassarsi e chi ci perde è la qualità del nostro sonno e il passaggio agli psicofarmaci (sonniferi e tranquillanti) è breve. La notte si trasforma in un incubo, la testa si arrovella tra i mille pensieri e preoccupazioni e proprio non riusciamo a spegnere questo subdolo meccanismo (stress patologico) attivo dentro di noi 24 ore su 24. Non è possibile vivere costantemente in queste condizioni, perché tutti gli stimolanti ci sottraggono energia. La sensazione di esaltazione che ci procurano all'inizio non è altro che un “furto di energia” ai danni del nostro organismo.

Tutte le “droghe” sono “consumatori di energia” e la consumano a un ritmo di gran lunga superiore a quello che siamo in grado di generare. In poco tempo, bruciamo tutta la vitalità che abbiamo accumulato grazie alla sostanza stimolante e il breve periodo di esaltazione sarà seguito dall’esaurimento delle energie vitali, da un senso di oppressione e di astenia psicofisica che ci porterà, nuovamente, alla ricerca della “droga” (zucchero, alcol, fumo, sostanze chimiche).

Vedete come è facile entrare in un loop pericoloso? Lo stress mal gestito comporta altro stress e ben presto il soggetto perde il controllo della situazione e subentra un completo esaurimento nervoso che potrà manifestarsi anche con ansia, attacchi di panico o con la depressione. Ma cerchiamo di capire cosa succede all'interno del nostro organismo quando ci troviamo ad affrontare una situazione stressante. Innanzitutto, bisogna ribadire che lo stress ha origine nella mente. Quando ci troviamo in una situazione che necessita di un aumento della nostra attenzione e concentrazione, le ghiandole surrenali ricevono segnali che le inducono a produrre adrenalina.

Nel giro di pochi secondi, il ritmo del nostro respiro cambia, nel sangue si riversano riserve di glucosio, i muscoli si tendono, gli occhi si dilatano, il cuore inizia a battere più in fretta e il sangue si addensa. Praticamente siamo pronti per la reazione di “attacco o fuga”. E il problema è proprio questo, perché noi non dobbiamo più fuggire da situazioni fisiche, come scappare da un attacco di belve feroci o combattere contro i guerrieri della tribù nemica, ma abbiamo a che fare con situazioni stressanti di origine prettamente psicologica, come un insulto di un collega, una crisi finanziaria, una separazione sentimentale o una lunga coda in autostrada che ci impedisce di arrivare puntuale all’appuntamento di lavoro.

Immaginatevi il tizio, imbottigliato nel traffico che sbraita e se la prende con il mondo intero. Pensate che la scarica di adrenalina che si verifica dentro di lui, sarebbe sufficiente a farlo correre per un chilometro e mezzo, ma lui non sfogherà, correndo, ma tratterà tutti quegli ormoni e lo zucchero nel sangue, senza consumarli.

Il pensiero stressante di arrivare in ritardo all’appuntamento aumenterà il lavoro dell’insulina e del glucagone che gli forniranno una quantità maggiore di energia psicofisica proprio attraverso il glucosio che lui, però, non brucerà, ma tratterrà all’interno del suo organismo con danni a tutto il sistema corporeo. Ma da dove prende il nostro corpo questo surplus di energia che dovrebbe tradursi in una migliore prestazione psicofisica? Dalle riserve che normalmente utilizza per i processi di mantenimento e riparazione come la disintossicazione, la digestione e il ringiovanimento.

Capite perché ogni momento trascorso in condizioni di stress (non sfogato) accelera i processi di invecchiamento? Sotto stress, strutture importanti come l’ipofisi, il surrene, il pancreas e il fegato vengono costrette a un super lavoro per riuscire a controllare gli zuccheri nel sangue e tutte le altre funzioni necessarie a una reazione di “attacco e fuga”. Questa condizione, nel tempo, porta ad aumentare la loro usura.

Così, i livelli di DHEA (ormone della giovinezza prodotto dal surrene) iniziano a diminuire; si riduce anche il cortisolo e l'organismo non è più in grado di reagire allo stress come era abituato a fare in precedenza, portando la persona all’esaurimento e all’invecchiamento precoce. Ricordatevi che nulla è in grado di sostituire un organismo “sano” nella produzione di energia vitale naturale e pulita.

Lo stile di vita stressogeno della maggior parte delle persone, nel tempo, priva le loro cellule di nutrienti fondamentali come il glucosio e di catalizzatori come le vitamine del gruppo B, ma il problema non finisce qui, perché a mancare vengono anche i nutrienti necessari per produrre le molecole messaggere come i neurotrasmettitori e le molecole vettori come l'insulina.

Ogni momento vissuto in condizione di stress è quindi un momento in cui si consumano nutrienti preziosi. Pensate che una cellula muscolare “stressata” rimane tesa anche di notte, consuma energia, vitamina C, magnesio e calcio...ecco che allora i crampi notturni potrebbero nascondere una iper-condizione di stress, sottovalutata. Cosa possiamo fare per aiutare il nostro corpo a non invecchiare precocemente e a consumare in modo fisiologico le energie vitali indispensabili per il buon funzionamento di tutte le sue strutture? Sicuramente, la sana alimentazione è fondamentale, perché, lo sapete, il cibo spazzatura non apporta energia alle cellule.

Potete sostituire le sostanze eccitanti sopraindicate con sostanze naturali “adattogene”: la Rodiola, il Reishi, il Guaranà, l’Eleuterococco, la Pappa reale, la Maca, la Klamath, l’Ashwagandha, magari in combinazione con la tirosina (amminoacido precursore della dopamina e noradrenalina). Tutte aiutano l'organismo a regolarizzare e a modulare il livello del cortisolo, l'ormone surrenalico energizzante. Valutate, con un esperto, una adeguata integrazione di vitamine del gruppo B e C, dei minerali basici, dello Zinco e del Cromo e di tutti gli antiossidanti.

E, soprattutto, imparate a “regalarvi”, settimanalmente, dei momenti di relax come un massaggio rilassante e decontratturante o con pratiche come lo yoga e il tai-chi. Passate del tempo nella natura, da soli o in compagnia, facendo gite ed escursioni. Per combattere lo stress e avere un regolare livello energetico è fondamentale un adeguato esercizio fisico.

Attenzione! Sviluppare muscoli d'acciaio, non significa necessariamente favorire il flusso dell'energia vitale nel corpo. L’esercizio fisico deve essere modulato ad personam. Dobbiamo puntare ad avere un corpo rilassato, ma forte e agile con una buona postura, supportata dal vigore necessario per compiere gli sforzi fisici. Forza, agilità e resistenza non richiedono “tensione” (da stress o da eccesso di allenamento), perché la tensione consuma letteralmente le nostre energie, le brucia per mantenere “tese” le cellule muscolari.

Ma ricordatevi che anche il sovrappeso e la cattiva forma fisica sottopongono l’organismo a un continuo sforzo che lo priva di energie. Per produrre energia e resistenza, il corpo necessità di ossigeno che è il nutriente più importante. Eppure, la maggior parte di noi respira in modo superficiale, sfruttando solo un terzo della capacità polmonare. Respirando male si rimane a corto di ossigeno e in questa situazione il corpo accumula sostanze tossiche che provocano tensione, infiammazione e quindi “stress”.

Al contrario, la respirazione, ben modulata e profonda, dà energia al corpo e libera la mente. Se in seguito a un esercizio fisico vi sentite esausti e rigidi, significa che il vostro programma di allenamento non è equilibrato. Ricordatevi che l’esercizio troppo intenso può produrre un aumento del cortisolo e questo è assolutamente sconsigliabile se si è già sotto stress continuo. Dobbiamo ricercare l'equilibrio tra ciò che ci aiuta a scaricare la tensione e ciò che ci ricarica naturalmente. Il mio antistress più potente?

Mi regalo momenti di pausa da ogni attività, in silenzio, mi concentro su una cosa semplice: il mio respiro, un mantra, un’immagine. Questo mi aiuta a liberare la mia mente dal flusso continuo di pensieri e ad attingere l’energia vitale che si trova naturalmente all'interno di ognuno di noi, grazie alla quale, riusciamo a potenziare la nostra creatività, il buon umore e la leggerezza d'animo.

Redazione

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