Eventi - 17 luglio 2022, 07:30

"Il Pride non è solo una festa ma una rivolta". Asti Pride 2022 tra riflessioni e accuse [FOTO E VIDEO]

Il colorato corteo si è concluso ieri sera al campo da rugby di Tanaro. Il presidente Onori: " Siamo pronti a rilanciare le nostre scarpe col tacco contro le vetrine dell’odio”

Vladimir Luxuria e Paolo Camilli sul carro al termine del Pride (Foto AstiPride)

Il lungo pomeriggio del Pride si è concluso ieri sera al campo da rugby a Tanaro quando, dopo la sfilata per le vie della città, gli organizzatori Agedo Asti Alba, Associazione Asti Pride, Cgil Asti Nuovi diritti, hanno tratto le conclusioni.

Guidato da madrina e padrino, Vladimir Luxuria e Paolo Camilli, con la 'supervisione' del volto di Asti Pride, Christy Mc Bacon, il corteo ha visto la partecipazione di circa duemila partecipanti per la questura, 9mila invece per gli organizzatori

REsistenze

Ha rimarcato il presidente di Asti Pride, Patrizio Onori: “Deve rinascere la resistenza. Quella che viviamo è una guerra, che lascia morti e feriti sul campo e che ha come arma l’odio. Il tempo ora è finito. La politica intrisa di odio è fatta di nomi e cognomi, come Giorgia Meloni, Matteo Salvini”. 

Ma il dito di Onori punta anche verso la politica locale, soprattutto verso l'assessore Marcello Coppo e il sindaco Maurizio Rasero che, spiega, "con motivazioni strumentali ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote contro il percorso del nostro Asti Pride”.

Critiche anche verso l’attuale assessore alla Cultura, Paride Candelaresi, presente alla sfilata con l'assessore Giovanni Boccia e la consigliera Elisabetta Lombardi. “Vogliamo essere convocati, vogliamo aprire un dialogo, basta egocentrismi e solo parole sui giornali. Siamo pronti a rilanciare le nostre scarpe col tacco contro le vetrine dell’odio”, ha concluso Onori. 

Non solo festa... Una rivolta

A fargli eco Vittoria Briccarello, attuale consigliere comunale. “Il Pride non è esclusivamente una festa, ma una rivolta. Non siamo stati appoggiati dall’amministrazione, a cui non chiederemo mai un patrocinio e non dobbiamo dare giustificazioni per questo. Siamo qui per combattere e per riprenderci i nostri spazi. Se non ci pensiamo noi nessuno al mondo lo farà”. 

Sulla stessa linea d’onda Oriella Bolla, responsabile Agedo. “Una parata che richiama l’orgoglio. Siamo orgogliosi di pretendere a testa alta che i diritti che ci vengono negati vengano invece riconosciuti. Siamo orgogliosamente genitori di Lgbtqi: i nostri figli e le nostre figlie devono essere cittadini a pieno diritto, non più di serie B”.

Diritti negati

Tra le richieste da parte di tutti gli organizzatori e partecipanti l’educazione al rispetto di tutti, che parta dalle scuole. Arianna Franco per i Nuovi Diritti Cgil Asti: “Asti negli ultimi tempi ha dimostrato anche umanità. Abbiamo ricevuto sostegno da parte di commercianti e non solo. Nonostante sia fondamentale il lavoro, sono molte le persone che si vedono ancora negare la possibilità di usufruire di questo diritto”.

Prima gli insulti poi ... I selfie

Atteso e vibrante il discorso di Vladimir Luxuria: "Ad Asti si può fare" - dice e racconta storie di diritti mancati, dalla legge Mancino al fallimento del DDL Zan: "Non mi dimentico quando avevo 16 anni, quando ero Vladimiro Guadagno, insultata da tutti nella mia città. Ora mi chiedono i selfie per fortuna, ma non lo dimentico. Il mio impegno è per tutte le persone che subiscono violenza in questo paese. A chi dice giù le mani dai bambini pensando che vogliamo convertirli. No. Non vogliamo più omossessuali ma meno omofobi".

Dello stesso avviso anche Paolo Camilli. “Essere noi stessi potrà cambiare il nostro mondo. Stiamo dimostrando di avere coraggio. Il nostro coraggio arriverà anche a chi punta il dito contro il Pride. Continuiamo a parlarne, non stanchiamoci di brillare".

Commovente anche il racconto di una ragazza afghana che ha raccontato la sua esperienza. La lunga onda del Pride è proseguita con musica e festa fino a notte.

Martinelli - Testa