Dopo due anni di forzato ‘digiuno’ conseguente l’emergenza sanitaria, finalmente quest’oggi la Città di Asti si riapproprierà pienamente dell’evento più importante del “Settembre Astigiano”, ovvero il Palio.
Saranno nove – i primi tre classificati di ciascuna batteria – i partecipanti, tra Rioni, Borghi e Comuni, che nel tardo pomeriggio di oggi si contenderanno il drappo realizzato dal Maestro Silvio Volpato nel corso di una finale che, come sempre, si può già presupporre sarà ricca di emozioni.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Il programma della giornata prevede, alle 10, la cerimonia di benedizione di cavalli e fantini in ciascuna delle parrocchie di Rioni, Borghi e Comuni partecipanti, mentre alle 11 piazza San Secondo ospiterà l’esibizione degli sbandieratori dell’A.S.T.A.
Il pomeriggio si aprirà invece intorno alle 14, quando prenderà avvio il Corteo Storico cui parteciperanno circa milleduecento figuranti in rappresentanza di tutti e 21 i contendenti del Palio. Il corteo, come di consueto, sarà aperto dal Gruppo del Capitano del Palio e degli sbandieratori dell’A.S.T.A. e vedrà in chiusura il Carroccio, scortato dagli Armigeri.
Il corteo farà quindi ingresso in piazza Alfieri dove, dalle 16, è previsto si svolgano le tre batterie da sette cavalli montati a pelo (ovvero senza sella) che definiranno i nove che si contenderanno il Palio nella finalissima prevista – salvo ritardi e contrattempi – intorno alle 18.
IL CORTEO STORICO
Il corteo partirà da piazza Cattedrale e percorrerà via Caracciolo, piazza Cairoli, corso Alfieri, via Gobetti, piazza San Secondo, via Garibaldi e via Gardini, per giungere infine in piazza Alfieri
Ogni gruppo sarà preceduto dal Vessillifero che porta i colori del Borgo, Rione o Comune, seguito dai figuranti in costume che danno vita ad un tema storico diverso ogni anno e che prende spunto dalla storia di Asti, tra XII e XV secolo. Di seguito l’ordine di sfilata e i temi presentati.
Comune di Baldichieri, colori argento, azzurro e oro. Rettore Sara Giaretti
Superbia, Virtus ac Iustitia:
la simbologia del Leone nell’immaginario medievale Fin dai tempi degli antichi culti pagani, l’immagine del leone racchiudeva in sé gli attributi delle divinità. Da sempre simbolo di forza e di coraggio, il leone rappresentò anche la giustizia e, per questo motivo, nel Medioevo le cause di giurisdizione civile ed ecclesiastica venivano discusse e risolte sui sagrati delle Chiese, dinanzi a portali incorniciati da leoni di pietra. Nell’iconografia tradizionale la giustizia è raffigurata attraverso tre simboli il cui significato è molto chiaro: la benda, segno di imparzialità, che non consente di guardare in faccia nessuno; la bilancia, tenuta generalmente nella mano sinistra, a ricordare che la giustizia è equilibrio, e la spada, tenuta nella mano destra, di volta in volta alzata o abbassata, in rappresentanza della minaccia e della sanzione, a rammentarci che la giustizia ha bisogno di una forza che la renda reale e la faccia valere contro quegli istinti umani che le sfuggirebbero sempre volentieri. Il Comune di Baldichieri intende rievocare la simbologia del Leone nell’immaginario medievale, rendendo onore al gonfalone comunale nella cui araldica compare un Leone Rampante, in nome di Orgoglio, cavallo vincente, e in segno di orgoglio per i propri colori vittoriosi.
Si è aggiudicato il Palio della Corsa dei Comuni 2019.
Comune di Castell'Alfero, colori azzurro, bianco e oro. Rettore Fabrizio D’Agostino
Giovanni II Paleologo Marchese del Monferrato
Unico fi glio maschio legittimo di Teodoro I Paleologo e della genovese Argentina Spinola, Giovanni nasce il 5 febbraio 1321. Dal gennaio 1337, sebbene il padre sia ancora vivo, Giovanni inizia ad occuparsi del governo del Marchesato. Il 4 febbraio 1337 sposa Cecilia, anziana fi glia del conte Bernardo VII di Comminges e nipote del cardinale Gian Raimondo di Tolosa. Morto il padre, Giovanni diede inizio a una serie di guerre e colse il primo vero successo quando, appoggiando i fuorusciti di Asti, entrò in città e il 9 ottobre 1338 ne venne dichiarato governatore e difensore con diritto di esercitarvi giurisdizione.
Castell’Alfero ha vinto il Palio nel 1997 e nel 1998
Comune di San Damiano, colori rosso e blu. Rettore Bianca Deltetto
Ambasciatori e nunzi apostolici, intermediari di prestito dei lombardi astesi
La città di Asti grazie alla sua posizione geografi ca strategica sviluppò subito la vocazione commerciale, attraverso la fi gura dell’intermediario di commercio: il corteo raffi gura le vicende degli ambasciatori e dei nunzi apostolici, incaricati di missioni diplomatiche, sotto la committenza dei mercanti lombardi.
Il Comune di San Damiano ha vinto il Palio nel 2011
Comune di Montechiaro, colori bianco e celeste. Rettore Renzo Cordero
XIX Marzo MCCC
Primo centenario della fondazione di Mons Clarus. Il paese è in giubilo, per la prima volta, i popolani si uniscono ai Signori di Mons Clarus per festeggiare il centenario e tutti insieme banchettano nella corte del castello sotto l’imponente torre.
Il Comune di Montechiaro ha vinto il Palio nel 1981.
Comune di Nizza Monferrato, colori giallo e rosso. Rettore Fabio Covello
Antiquum Palio et novum nuntium
Dalle cronache di Guglielmo Ventura, riferiamo la più antica notizia del Palio corso nel 1275 presso le mura di Alba, dopo la vittoria Astigiana contro gli Albesi nel corso del confl itto tra Asti e gli Angiò, ricordando che si trattava di una consuetudine già affermata prima di quell’anno. Oggi il Palio si corre ancora con passione dai Borghi, Rioni della Città e dai Comuni riportando la Città al periodo dei fasti medievali.
Nizza ha vinto il Palio nel 1986 e nel 2016.
Comune di Canelli, colori bianco e azzurro. Rettore Giancarlo Benedetti
Canelli omaggia Valentina Visconti
La popolazione di Canelli rende omaggio a Valentina Visconti che porta in dote la città di Asti e i territori limitrofi allo sposo, fratello del Re di Francia.
Canelli ha vinto il Palio nel 1974.
Comune di Moncalvo, colori bianco e rosso. Rettore Raffaele Mazzella
Sole e sale, essenza insostituibile
Il sale era una delle merci più preziose dell’epoca. Ingenti carichi giungevano ad Asti trasportati lungo le strade e i sentieri dell’Appennino e della Langa e poi venduti all’ingrosso o al dettaglio dai ricchi mercanti che se ne erano assicurati l’appalto. Elemento di fondamentale importanza sia dal punto di vista alimentare sia in altre attività quali farmacologia e la concia delle pelli. A riprova del valore attribuito al sale, non privo di significati simbolici (salis sapientiae), ogni anno ne veniva consegnata una determinata quantità agli ordini religiosi.
Moncalvo ha vinto il Palio nel 1988, nel 1989, nel 1994, nel 1995 e nel 2018
Rione San Secondo, colori bianco e rosso. Rettore Gianluca Assandri
Il rientro della famiglia Solaro nella città di Asti
Fra il 1200 e il 1300 la supremazia sulla città di Asti, potente e ricco comune dell’alta Italia, era contesa, attraverso lotte furiose, dalle fazioni dei De Castello e dei Solaro. Il 3 maggio 1304 i Solaro messi al bando dagli avversari l’anno precedente, raggiunsero Asti e rientrarono in città, mentre i De Castello, sconfitti, furono cacciati. Insieme ai vincitori rientrarono anche le famiglie loro alleate: i Malabayla, i Troya, i Falleti, i Lajolo, gli Asinari, i Pelletta e i Roero. Il rione San Secondo rievoca il rientro ad Asti dei Solaro e delle altre nobili famiglie.
San Secondo ha vinto il Palio nel 1982 , nell’edizione del Giubileo del 2000 e nel 2007.
Borgo San Marzanotto, colori oro e blu. Rettore Emil Giuseppe Dovico
Il Codex Astensis
Il Borgo San Marzanotto porta in sfilata il Codex Astensis, una raccolta trecentesca di cronache e documenti medievali riguardanti la città di Asti dall’anno 1065 al 1353. Il Codice, redatto all’epoca di Gian Galeazzo Visconti, rappresentava il manifesto politico di una classe dirigente in ascesa. Vengono rappresentati in sfi lata una copia del Codex, alcune miniature, le pergamene e i sigilli, penne e calamai come strumenti necessari alla stesura dell’opera e, infine, il motto della città, “Aste nitet mundo, sancto custode Secundo”.
San Marzanotto non ha ancora al suo attivo alcuna vittoria
Borgo Santa Maria Nuova, colori rosa e azzurro. Rettore Marco Gonella
Il ceto dirigente nell’antico borgo di Santa Maria Nuova
L’attività casaniera delle famiglie del Borgo di Santa Maria Nuova fece prosperare il quartiere nel XV secolo al punto tale che il poeta Gian Giorgio Alione lo defi niva “terra di sollazzo”. Sfi lano i rappresentanti degli Alioni, Lupi, Lorenzi ricchi banchieri e mercanti ed i Ferraris reggenti il priorato di Santa Maria Nuova.
Santa Maria Nuova ha vinto il Palio nel 1972, nel 2000, nel 2005, nel 2006 e nel 2009.
Rione San Paolo, colori oro e rosso. Rettore Giorgia Mancone
Beatrice d’Este alla parata militare
Il Rione San Paolo rappresenterà il cammino di Beatrice D’Este, in compagnia di Re Carlo VIII di Francia e del Luogotenente Duca Luigi d’Orleans per assistere, in Piazza d’Armi, all’imponente parata militare.
Il Rione ha vinto nel 1975, settecentesimo anniversario della corsa. San Paolo ha poi vinto nel 1978, nel 1979, nel 1993 e nel 2015.
Rione San Silvestro, colori oro e argento, Rettore Maria Teresa Perosino
Valentina Visconti, Domina di Asti, porta in dote la città al suo sposo Ludovico di Touraine
La grande ricchezza della città di Asti catalizza le mire espansionistiche delle emergenti signorie padane: dopo alcuni decenni di relazioni oscillanti tra i marchesi Monferrato e i Visconti, nel 1387 la città e il suo territorio vengono ceduti, come dote di Valentina, figlia di Gian Galeazzo Visconti, al suo sposo, Ludovico di Touraine (dal 1391 duca d’Orléans). Il Rione San Silvestro, da anni legato a questa importante figura storica femminile, suo personaggio-guida che dal 25 al 28 giugno 1389 soggiornò proprio nel territorio Oro-Argento, rappresenta l’ingresso trionfale di Valentina in Asti nel suo viaggio nuziale.
San Silvestro ha vinto un solo Palio, quello a cui è stata abbinata la Lotteria nazionale, nel 1992.
Rione San Martino San Rocco, colori bianco e verde. Rettore Pier Paolo Squillia
La nobile famiglia Roero
La famiglia Roero, o Rotari, tra le più influenti della nobiltà astigiana, ebbe in Città la maggior parte dei propri possedimenti nel territorio del Rione San Martino e Borgo San Rocco e, in particolare, nella zona che venne definita “Contrada Rotaria”, compresa tra le attuali via Roero, piazza San Martino, via Quintino Sella e piazza San Giuseppe. Gli stemmi delle diverse linee della famiglia sono accomunati dallo scudo, a sfondo rosso con tre ruote d’argento, e si differenziano per i motti, le imprese e il cimiero.
San Martino San Rocco ha vinto il Palio nel 1984, nel 1985 e nel 2012
Borgo Torretta, colori bianco, rosso e blu. Rettore Luca Perosino
Nobili e dame, simboli di potenza e bellezza nel Comune di Asti
Il Borgo Torretta rappresenta il quadro dello scrittore Ogerio Alfi eri, alto funzionario del Comune di Asti, che decanta, nella “Cronaca” la magnifi cenza e grandezza della propria città, al culmine della potenza economica e politica. Magnifi cenza ben rappresentata da sapienti e nobili cittadini, ricchi e potenti, ma anche dalle loro bellissime dame, vestite di abiti sontuosi ed ornate di monili d’oro e argento, tempestati di perle e pietre preziose.
Alla ripresa del Palio ha corso sotto la denominazione Torretta – Santa Caterina fi no alla separazione, avvenuta nel 1969; dal 1970 il Borgo ha corso autonomamente con la denominazione Torretta – Nostra Signora di Lourdes. Ha vinto il Palio nel 1976, nel 2004 e nel 2013.
Borgo San Pietro, colori rosso e verde. Rettore Mario Raviola
La Madonna del tempio
Culto e devozione della comunità astese per la Vergine Maria Nella seconda metà del XIII sec., si diffonde la devozione alla Vergine Maria. Era particolarmente venerata tra gli astesi la statua della Madonna del Tempio, posta in una nicchia del muro della Chiesa di San Pietro in Conciavia, ritenuta miracolosa ed ai cui piedi i devoti ponevano degli ex voto (statuette, rose, ceri dipinti prodotti della campagna) per invocarne la protezione. Il Borgo San Pietro rende omaggio alla statua della Vergine recentemente restaurata e ricollocata nelle Chiesa di San Pietro.
San Pietro ha vinto il Palio nel 1968, nel 1969, nel 1973 e nel 1983.
Borgo Viatosto, colori bianco e azzurro. Rettore Giovanni Binello
Il dì di festa, fra lussuria e penitenza
Nel medioevo il “dì della festa” implicava seguire precetti religiosi ferrei, quali partecipare alle funzioni, che però venivano disattesi mettendosi in mostra ostentando i migliori abiti ed accessori. La festa era penitenza ma anche lussuria: sacrificio e preghiere ma anche ballare, cantare e divertirsi. In occasione delle feste del calendimaggio si registrava la caduta delle regole e l’abbandono alla vitalità incontrollata. Segnavano il tempo della festa anche giostre e tornei equestri tanto da originare il modo di dire: “Tutti corriamo il palio. A chi prima è a morire”.
Viatosto, insieme con Don Bosco, ha vinto il Palio nel 1967, 1971 e 1980. Dal 1981 Don Bosco e Viatosto hanno costituito due Rioni distinti.
Borgo Tanaro Trincere Torrazzo, colori bianco e azzurro. Rettore Riccardo Stocco
NUMQUAM TANAGRI UNDA RECUBAT: la forza dell’acqua
Fin dall’epoca antica l’acqua acquisisce importanza sia come elemento reale che come tema iconografico. Simbolo femminile e di fertilità, l’acqua rappresenta la purificazione e la liberazione dai peccati terreni attraverso il Battesimo. Ma l’acqua era anche elemento terreno: impiegata come fonte di energia primaria alimentava i mulini; irrorava i campi; scorreva negli acquedotti e nelle reti idriche cittadine, favoriva la catena di scambi commerciali e trasporti e permetteva una pesca abbondante. Così il Borgo Tanaro vuole elogiare il suo fiume.
Tanaro Trincere Torrazzo ha vinto nel 1990, nel 2002 e nel 2010.
Borgo San Lazzaro, colori giallo e verde. Rettore Silvio Quirico
La grandezza di Asti e la sua potente bellezza nelle cronache del più antico narratore del nostro Palio
“Belle e splendide erano le loro mogli, di bisso i loro vestiti e le loro teste coperte di preziosissimi gioielli”. Guglielmo Ventura, descrive così l’eleganza femminile della famiglia Guttuari, legando lo stile di vita cortese - cavalleresco all’opulente ricchezza di una delle famiglie più potenti della città di Asti proprietaria di torri, armi e castelli. La grandezza di Asti e dei suoi potenti rappresentanti viene mostrata nel corteo del Borgo San Lazzaro omaggiando così il primo narratore del nostro Palio antico ed auspicando un ritorno ai fasti del passato.
San Lazzaro ha vinto il Palio nel 1987, nel 1991, nel 1999, nel 2001, nel 2008 e nel 2017.
Borgo Don Bosco, colori Giallo e blu. Rettore Marco Scassa
L’arrivo ad Asti di Carlo d’Orléans accompagnato dalla consorte
Nel 1447, percorso un buon tratto sulla Via Francigena, il Duca Carlo d’Orléans con la consorte Maria, Duchessa di Clèves, giunse in Asti, possedimento avuto in dote dalla madre Valentina Visconti. Al loro ingresso in città vengono accolti sotto un baldacchino portato lungo le vie da nobili “de hospitio” e da nobili “de populo”, i quali in segno di letizia e deferenza indossano guanti e calze di color bianco. Formano il regale seguito il governatore del distretto Rinaldo di Dresnay, il poeta astese Antonio Astesano, segretario del Duca ed altri nobili astesi e francesi.
Il Borgo Don Bosco ha partecipato al Palio con l’attiguo Borgo Viatosto aggiudicandosi il Drappo nel 1967, 1971, 1980. Dopo la separazione da Viatosto ha ancora vinto nel 1996.
Rione Santa Caterina, colori rosso e celeste. Rettore Nicoletta Sozio
La vita del cavaliere medievale: dall’infanzia all’investitura
Il rione rosso-celeste presenta le fasi della vita del cavaliere partendo dalla sua infanzia, durante la quale egli veniva iniziato alla disciplina cavalleresca e all’uso delle armi, per poi passare alla cerimonia dell’investitura, momento cruciale della sua esistenza, e, per fi nire ,con la fi gura del cavaliere adulto nel pieno possesso del suo ruolo di nobile valoroso, totalmente dedito a Dio, al Re, alla Dama e al suo onore.
Il primo Palio è stato vinto nel 1970. Ha poi nuovamente vinto nel 2003 e nel 2014.
Rione Cattedrale, colori bianco e azzurro. Rettore Giuseppe Monticone
L’AQUILA AL FIN IL PALIO GHERMI’ Antichi fasti e trionfi all’ombra della Cattedrale
Già dai tempi di Alessandro Magno, l’aquila ha rappresentato un simbolo di forza, trionfi e glorie. Roma scelse il rapace a rappresentare la grandiosità dell’Impero, immagine che seguì le conquiste in Oriente ed Occidente. Virtù come la Forza, la Perseveranza, la Saggezza e la Pazienza hanno accompagnato i suoi trionfi . Dall’antichità greca e romana, l’immagine dell’aquila passa alla tradizione cristiana e in epoca medievale ritorna a rappresentare il rinato Impero, il Sacro Romano Impero, e le famiglie ghibelline sue sostenitrici. Varie sono le famiglie astigiane che scelsero di legare il loro nome all’immagine dell’aquila: alla leggenda di Arricino Moneta, capostipite della famiglia Alfi eri, è legato l’uso dell’aquila all’interno del blasone. Dai trionfi nei campi di battaglia l’aquila passa quindi a rappresentare quelli economici che accompagnarono le famiglie del Recinto dei Nobili negli anni della grande espansione delle casate astigiane in tutta Europa.
La Cattedrale ha vinto il Palio nel 1977 e il Palio dei rioni e borghi nel 2019.
LE BATTERIE
Prima Batteria
Castell’Alfero
San Secondo
Viatosto
Santa Maria Nuova
Nizza Monferrato
San Pietro
San Damiano
Seconda Batteria
Baldichieri
Tanaro Trincere Torrazzo
Santa Caterina
Canelli
San Lazzaro
Torretta
Montechiaro
Terza Batteria
San Martino San Rocco
Cattedrale
San Marzanotto
San Paolo
Moncalvo
Don Bosco
San Silvestro