Politica - 21 settembre 2022, 18:10

VERSO LE ELEZIONI - Il pensiero del senatore di Forza Italia Marco Perosino [VIDEO]

Il sindaco di Priocca interviene a proposito della riduzione del numero dei parlamentari, presentando i punti salienti del programma di coalizione, tra guerra in Ucraina e caro-prezzi: "Perché quello dell’energia diminuisca bisogna fare la pace"

Marco Perosino

Mancano ormai quattro giorni alle elezioni politiche del 25 settembre: nelle fila della coalizione di Centrodestra, Marco Perosino è candidato alla Camera per Forza Italia, nel collegio Piemonte Sud. Sindaco di Priocca, arriva dall’esperienza al Senato nell’ultima legislatura.

Senatore, partiamo proprio dalla riduzione del numero dei parlamentari che, in qualche modo, porterà a una minore rappresentanza territoriale. Avere un rappresentante in Parlamento che è anche un Sindaco potrebbe forse essere un vantaggio per gli elettori?

“Senz’altro. Stavolta è proprio stato un grosso pasticcio: c’è stata grossa difficoltà nella formazione delle liste. Era la prima volta con il numero ridotto di parlamentari, tant’è che io, da senatore, sono ora candidato alla Camera. Ero tra quelli contrari alla riduzione dei parlamentari… Eravamo in pochi, perché parlavamo di rappresentanza: i collegi sono enormi, non sono controllabili e non sono neanche frequentabili. Però è andata così. E oggi, siccome non si può più cambiare, mi adeguo e dico che potrebbe esserci addirittura qualche vantaggio dalla riduzione dei parlamentari, nel senso che le Camere potrebbero funzionare meglio e, inoltre, la carica di deputato o senatore acquisisce più prestigio perché – essendo in meno – c’è più possibilità di poter contare qualcosa, soprattutto se si fosse in maggioranza, ma dipende dai risultati elettorali”.

Parliamo di programma: quali sono i punti programmatici più importanti per la vostra coalizione?

“Io che vengo dalle professioni e vengo dall’esperienza amministrativa a volte sono stato un po’ atipico. Anche nell’ultimo Governo, che abbiamo dovuto sostenere, per intuizione di Berlusconi, nell’interesse nazionale, perché eravamo in piano Covid e non ne venivamo fuori: così il Generale Figliuolo ha organizzato la campagna vaccinale e per altri motivi abbiamo sostenuto il governo Draghi. Io ho sempre pensato che sia meglio un Governo politico di persone elette, perché hanno più il contatto con la realtà e comunque rappresentano qualcosa e possono essere giudicate e non porre condizioni.

Siamo in una situazione che non si è mai vista a memoria d’uomo, perché una guerra è alle porte dell’Europa – ma forse è anche già in Europa –, guerra che oggi tendiamo un po’ sottovalutare, ma che è in pieno corso. Una situazione economica che è in larga parte consequenziale alla guerra e in parte ancora conseguenza del Covid, dove c’è inflazione, con un mix di fattori che hanno portato all’aumento delle materie prime in generale e, soprattutto, dell’energia. È una situazione di difficoltà assoluta, difficilmente arginabile. Ora, noi abbiamo tentato in questi mesi – l’Italia, il Governo ha tentato – la strada dei bonus. Questo vuol dire che vengono aiutati i cittadini a pagare le bollette con degli aiuti che sono partiti dai 150/200 euro, a seconda delle condizioni, per bolletta, ma se continua questo trend la prossima volta, il prossimo bimestre, bisognerà dare un bonus di 400 euro. Il gatto si morde la coda e i 400 euro bisogna trovarli da qualche altra parte… o è debito. Il debito che si è fatto è mostruoso e non è debito buono o debito cattivo: è debito da rimborsare, prima o dopo. Il tentativo è un po’ quello di farlo rimborsare dall’inflazione. Rovinando un po’ tutti, ci rimettiamo nei risparmi di una vita e nel proprio capitale, casa di abitazione, ci rimettiamo nel potere d’acquisto.

Quindi, io penso – e l’ho detto già in Parlamento e non sono solo io – che bisogna partire dall’origine del meccanismo di formazione dei prezzi: il gas, o la benzina, non deve aumentare in questa misura perché bisogna combattere in tutti i modi – e ne esiste la facoltà – la speculazione che è enorme. Bisogna combattere il fatto che si sia sbagliato nell’andare a comprare in giro per il mondo e a fare contratti – anche se forse non c’era altro mezzo –, ma che si facciano contratti seri, da rispettare. Tra parentesi: sarebbe necessario l’utilizzo delle nostre energie, ma questo è un altro discorso. Io dico – così lo riduco proprio a una battuta – perché il prezzo dell’energia diminuisca bisogna fare la pace. Ogni giorno di guerra è un giorno di rischio per le persone che vivono in Ucraina e in Russia e una persona vale più di tutto il gas e di tutto il petrolio, ma la guerra è pericolosa per tutte le conseguenze che può portare, ivi compreso il rischio atomico, che io non sottovaluto: sarebbe la fine del mondo. Parliamo di cose che sono più grandi di noi, ma per noi, egoisticamente parlando, è un problema l’aumento dei prezzi. Noi dobbiamo assolutamente favorire la pace, perché immediatamente i prezzi tornerebbero abbordabili e si calmerebbe un pochettino la situazione. L’energia non costerà mai più come prima e forse dobbiamo anche imparare a risparmiare, ma tutti i discorsi si allargano e si collegano. Cosa succede? Che noi abbiamo disimparato a risparmiare e consumiamo tantissima energia, tant’è che si calcola che a metà anno si sia già consumata tutta l’energia che la Terra possa dare in un anno. La questione è negli di stili di vita, di educazione, che è difficile cambiare – vediamo adesso con la siccità. Secondo me non abbiamo ancora imparato tutti – forse io per primo – a risparmiare acqua. Non sono i 10 litri che posso risparmiare io, anche se sono tanti: è un insieme che fa dei volumi pazzeschi di acqua che ormai non c’è più.

Quindi siamo di fronte a una società, a un mondo, che cambia a velocità vertiginose e il prossimo Governo – sperando che sia il nostro, che sia un Governo di centrodestra – dovrà, nelle prime settimane, prendere dei provvedimenti drastici, chiari, per bloccare questo meccanismo… . Altrimenti non ne veniamo fuori”.

I.P.E.


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