Su proposta dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, la Giunta regionale ha approvato due importanti provvedimenti di ambito sanitario. Il primo è relativo gli interventi per l’installazione di impianti per la produzione di ossigeno medicale, l’ammodernamento delle linee di trasmissione dell’ossigeno ai reparti degli ospedali e il rafforzamento delle misure di sicurezza per il monitoraggio dell’atmosfera sovra ossigenata.
Il programma di interventi prevede si parta da quelli di rapida esecuzione, così da avviare un percorso progettuale installativo che in prima istanza possa aumentare le portate necessarie ad alimentare i caschi Cpap, i sistemi di ventilazione assistita non invasiva utilizzati per la cura dei pazienti colpiti da Covid-19, oltre che potenziare i sistemi di distribuzione, che comprendono la centrale di alimentazione, la rete di distribuzione e le unità terminali (ovvero i punti di utilizzo) nei vari reparti degli ospedali.
“Al momento – osserva l’assessore Icardi - le realizzazioni previste verteranno su singoli reparti o parti di essi, consentendo alle Aziende sanitarie di migliorare e riqualificare le linee di trasmissione dell’ossigeno. Le soluzioni proposte sono caratterizzate dall’affidabilità, dall’economicità di gestione e dal contenimento dei consumi energetici”.
PIANO REGIONALE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE E NUCLEARI
Contestualmente, la Giunta ha approvato il “Piano regionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari”, redatto in conformità al Piano nazionale.
“Concorrerà a definire la struttura organizzativa di coordinamento degli interventi sanitari a livello territoriale in caso di necessità e urgenza – spiega ancora l’assessore Icardi -, individuando le procedure operative per la gestione del flusso delle informazioni e gli interventi prioritari da disporre per ridurre al massimo gli effetti di una eventuale emergenza nucleare sulla salute della popolazione e sull’ambiente”.
L’obiettivo generale del Piano è definire la risposta del sistema sanitario a livello regionale e locale per minimizzare il rischio di contaminazione e limitare la morbosità e la mortalità dovuta a potenziali eventi nucleari attraverso le azioni di sorveglianza sanitaria.
In particolare, si tratta di attivare una congrua risposta organizzativa e tecnica al livello dei diversi setting (prevenzione, territorio, strutture residenziali, domicilio, ospedale, ecc.); identificare, confermare e descrivere rapidamente casi di patologia, in modo da riconoscere tempestivamente l’evento; ridurre l’impatto sui servizi sanitari e sociali ed assicurare il mantenimento dei servizi essenziali; assicurare una adeguata formazione del personale coinvolto nella risposta all’evento; garantire informazioni aggiornate e tempestive per i decisori, gli operatori sanitari, i media e la popolazione; monitorare l’efficienza degli interventi e mantenere sistematicamente adeguato il piano.
Per assicurare la ricognizione e l’attivazione tempestiva delle risorse disponibili, il Dipartimento della protezione civile può avvalersi della Centrale remota per l’organizzazione dei soccorsi sanitari, struttura operativa incardinata in Azienda Zero, secondo la catena di comando individuata dal Piano.
A seconda degli scenari di emergenza ipotizzati, sono previste azioni di risposta delle strutture del sistema sanitario focalizzate sulle informazioni alla popolazione, in modo da evitare sovraffollamenti dei Pronto soccorso da parte di soggetti a basso rischio.
Nel dettaglio, i messaggi riguardano indicazioni per la sicurezza all’interno degli edifici (sheltering), misure di protezione individuale all’aperto, indicazioni per entrare ed uscire dagli edifici, indicazioni sulla gestione degli animali domestici, iodoprofilassi e trattamenti antidotali, piani di maxi emergenza negli ospedali, secondo gli specifici livelli di emergenza definiti dal Piano.