Cultura e tempo libero - 14 ottobre 2022, 15:30

Proiezione al Diavolo Rosso per un docu-film che racconta le repressioni in Iran

Verrà proposto, ad ingresso libero, "Nasrin” incentrato su un'avvocatessa da anni mente e volto del movimento per i diritti delle donne iraniane

La locandina del docu-film

Mercoledì sera, alle 21, il Diavolo Rosso ospiterà la proiezione ad ingresso gratuito del docu-film “Nasrin” (2020) di Jeff Kaufman, incentrato sull’attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, avvocata, da anni volto e mente del movimento per i diritti delle donne iraniane oggi prigioniera politica in Iran.

Il docu-film rappresenta un ritratto immersivo dedicato a lei e al movimento per i diritti delle donne iraniane, che racconta il suo coraggio politico, l’impegno per la democrazia e la giustizia, il potere delle donne di cambiare il mondo.

“Nasrin” è stato girato segretamente in Iran da donne e uomini che hanno rischiato l’arresto per realizzare questo film. Durante le riprese, Nasrin Sotoudeh è stata arrestata nel Giugno 2018 per aver rappresentato le donne che protestavano contro la legge sull’hijab obbligatorio in Iran. Condannata a 38 anni di prigione e 148 frustate.

Il documentario ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International Italia con la seguente dichiarazione: “Nasrin e tante altre coraggiose persone che difendono i diritti umani, lavorano tenacemente, sapendo benissimo a cosa andranno incontro. Lei lo sapeva da tempo, meglio di chiunque altro, avvocata, abituata a incontrare le attiviste per i diritti umani in carcere. Ma questo non l’ha fermata, non ha fermato il suo lavoro e il suo impegno. In questi decenni le autorità iraniane hanno cercato di abituarci a ritorsioni esemplari, crudeli e insopportabili, come l’accanimento contro Nasrin. Ma in verità, non ci si può abituare a questo disprezzo esibito e crudele nei confronti della dignità umana. Né si può pensare che non ci sia niente da fare”.

La proiezione astigiana del docu-film – promossa da Amnesty International Asti, in collaborazione con le associazioni Noix de Kola e Diavolo Rosso – assume particolare significato in questo momento in relazione alla morte di Mahsa Amini, la giovane donna ritenuta “colpevole” di avere una ciocca di capelli fuori dal velo e per questo arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia “morale” iraniana, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l’obbligo discriminatorio di indossare il velo, e alla repressione violenta delle proteste per la sua morte che hanno visto le forze di sicurezza dell’Iran uccidere decine di manifestanti, anche minorenni, e ferirne centinaia di altre.

Per maggiori informazioni e contatti: amnestyasti@gmail.com, Facebook/Instagram: @AmnestyAsti

Redazione