Momenti che fanno male al cuore, manifesti listati a lutto che segnano la fine definitiva della Casa di riposo Città di Asti, nata nel 1931, dichiarata morta per debiti e incapacità di far fronte a problematiche immense mesi fa e che domani chiude per sempre le sue porte.
Oggi i consiglieri di minoranza Maria Ferlisi, Michele Miravalle, Luciano Sutera, Roberto Vercelli (Partito Democratico), Paolo Crivelli, Walter Saracco (Prendiamoci Cura di Asti) e Gianfranco Miroglio (Verdi), hanno effettuato un sopralluogo e incontrato degenti, operatori, il commissario dimissionario Mario Pasino e la direttrice Laura Panelli in attesa della fiaccolata di solidarietà che si terrà tra poco.
La dolorosa parola fine
Ma tutto è finito. Finito tra le lacrime di oss, operatori, degenti che, in alcuni casi addirittura si sentono mandati via e non capiscono il perché, separati da amici di sempre e dalle persone che li accudivano.
Sono già stati trasferiti quasi tutti e i 17 rimanenti saranno ricollocati domani tra Montechiaro, Rocchetta, il Marello, la San Giuseppe e le Telline.
Le oss che hanno finito il turno sono state invitate a ritirare tutta la loro roba e l'atmosfera definitiva spezza il cuore.
Diop Aida Faye e Maura Balsamo oss e Rsu raccontano la loro disperazione: "E' una cosa vergognosa, ora si spera che le istituzioni ci ricollochino. Non interessa la Naspi. Vogliamo lavorare. Devono nascondersi".
"La riunione di stamattina non è andata bene - spiega a nome di tutti Michele Miravalle - la Regione non ha mandato gli assessori competenti ma solo il vicepresidente Fabio Carosso che non ha potuto prendere impegni.
La struttura resta vuota con il nodo da sciogliere del dormitorio. 35 persone senza tetto per i quali scatta un'emergenza vera. Lo stesso dicasi per i locali diurni per i malati di Alzheimer che ora restano a carico delle famiglie".
Impossibile non mostrare sconcerto per una vicenda che rappresenta una sconfitta per la città alla quale regala l'ennesimo contenitore (enorme) da ricollocare.
"Una delusione - continua Miravalle - che i poteri della città non abbiano avanzato proposte concrete. 60 lavoratori a tempo indeterminato restano senza copertura, per assurdo sono più tutelati i lavoratori a tempo determinato. La Regione garantisca almeno la collocazione nelle diverse Asl del territorio".
"Una tragedia immane e un dramma anche per le famiglie - rimarca Maria Ferlisi -. Tanti di loro erano abituati a stare insieme".
"Una precisa scelta politica, chi si prende la responsabilità?", rimarca amaramente Miravalle che conclude: "Un disegno con una volontà precisa. Si è arrivati dove si voleva".