Vacanze Astigiane - 05 gennaio 2023, 18:00

Vacanze Astigiane inseguendo la Madonna che allatta

Puntata dedicata a una particolare rappresentazione sacra e alla proposta di tour tra luoghi storici e iconici di Asti e dintorni dove rimirarne qualche esempio

Madonna del Latte nell'affresco attribuito a Gandolfino

 

Nell’Astigiano non sono poche le rappresentazioni pittoriche della Madonna nell’atto di allettare Gesù, la cosiddetta Madonna del latte. Quasi tutte dipinte tra l’XI e il XV secolo. Presentano Maria nella veste di donna, di madre e sottolineano l’umanità del Cristo. Questa iconografia è sicuramente da riportare all’intrecciarsi del primo Cristianesimo con l’Antico Egitto, ricco di immagini della dea Iside intenta ad allattare il figlio Horus. I primi dipinti della Madonna del latte si ritrovano proprio nell'Egitto cristianizzato del VI secolo per poi arrivare dal 1000 in poi anche in Italia, con grandi esempi nella scuola pittorica toscana.

Per la tradizione popolare, le rappresentazioni pittoriche della Madonna del latte sono riconducibili alla ricerca di rassicurazione delle donne di fronte ai rischi esistenziali propri e dei figli in un periodo storico non certo facile, in particolare nelle campagne. Tutto questo fino al lungo e travagliato Concilio di Trento, tenuto con varie soste e spostamenti di sede tra il 1545 e il 1563, quando la Madonna che allatta venne proibita, assieme a tante altre cose, a favore di immagini assai meno terrene.

Dicevo, tante rappresentazioni dalle nostre parti, ancora cariche delle tante preghiere ricevute nei secoli. Suggestive immagini di una madre che allatta il suo bambino, dolce e materna, concreta e amorosa. Immagini che possono diventare un interessante itinerario tra arte, monumenti e borghi.

Si potrebbe allora partire dal Nord Astigiano, da Montiglio. Nella cappella di Sant’Andrea, annessa all’imponente castello medievale, è raccolto il più ampio ciclo di affreschi del Trecento Astigiano con varie scene della vita di Gesù. Mirabile opera del Maestro di Montiglio. In una è narrata la fuga in Egitto, con Maria in groppa a un asino mentre nutre suo figlio. Pochi chilometri a sud ed eccoci a Settime, dove rimirare altre due Madonne nell’atto di allattare, una nella chiesa della Confraternita dei Battuti e l’altra nel catino absidale della chiesa romanica di san Nicolao, splendidamente serena e sorridente.

Tra le varie rappresentazioni pittoriche presenti poi ad Asti, da ammirare, prime fra tutte, i tre affreschi sulle colonne dell’affascinante chiesa di Viatosto, databili intorno alla fine del Trecento. E ancora in Cattedrale con l’affresco quattrocentesco di Madonna con due bambini poppanti, bellissimo. Visti i due piccoli, è improbabile si tratti della Madonna, ma piuttosto di santa Liberata, la cui immagine più diffusa è quella che la vede tenere in braccio due neonati in fasce. Sempre in Cattedrale da non perdersi l’affresco a tema posto sull’altare della cappella della Madonnina, proveniente dall’antica Certosa di Valmanera. Il giro si può concludere a Palazzo Mazzetti con la porzione d’affresco proveniente dalla chiesa della Madonna della Neve, demolita nel 1882 per creare il piazzale della stazione, attribuito al grande Gandolfino e datato 1530. Sempre lì anche un bella tela proveniente da palazzo Ottolenghi. Opera manieristica, dipinta a cavallo del Concilio di Trento. Una delle ultime.

Davide Palazzetti


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