Economia e lavoro - 05 aprile 2023, 19:30

Embraco, la vicenda si chiude con una pena a 4 anni: accolto il patteggiamento degli imputati, ma non la pena minima

Individuato anche l'imputato israeliano irreperibile. Uilm: "Segnale importante ai furbetti". Fiom: "Ma senza risarcimento i lavoratori non ottengono nulla: valuteremo altre azioni"

Nuovi colpi di scena nella vicenda Embraco. Una storia che, negli ultimi anni, non ha certo risparmiato novità e sorprese (quasi sempre negative). E anche la puntata conclusiva (?) ha un sapore agrodolce.

Pena patteggiata a 4 anni e quinto indagato rintracciato 

È stato infatti rintracciato il quinto indagato al processo per i vertici di Ventures, la società che avrebbe dovuto rilanciare il sito industriale di Riva di Chieri dopo l'addio di Whirlpool. Reindustrializzazione mai iniziata. E che oggi, dopo il blitz della Finanza e le carte bollate, è arrivata in tribunale con il processo ai manager coinvolti. Ma intanto, proprio il tribunale si è pronunciato sulla richiesta di patteggiamento da parte degli imputati: la pena è di 4 anni per tutti gli imputati, con il giudice, il gup Roberta Cosentini, che ha inteso non accettare il minimo della pena per il fallimento, che era di 3 anni. Per i lavoratori, però, che si erano costituiti parte civile, nessun risarcimento economico. Anche se una porta potrebbe rimanere aperta in sede civile.

Respinta la richiesta del minimo della pena

Il cittadino israeliano indagato (e finora introvabile) è stato individuato. Anche per lui, quindi, avviso di chiusura indagini e accuse legate al fallimento dell'iniziativa imprenditoriale costata il posto di lavoro a 400 persone. 
Intanto, proprio al processo, il giudice ha respinto la proposta da parte degli imputati del minimo della pena, anche se il patteggiamento è andato in porto. “In una scelta unilaterale degli imputati rispetto alla quale non abbiamo poteri di veto, le nostre rivendicazioni hanno trovato comunque riscontro da parte del giudice, che non ha accettato l’originaria proposta del minimo della pena”. dice il segretario organizzativo Uilm Torino, Vito Benevento, assistito dall’avvocato della Uilm, Andrea De Carlo.

Questa sentenza – aggiunge De Carlo - dà un segnale importante per questo Paese, anche se il giudice ha accettato il patteggiamento. I furbetti che pensano di trattare i lavoratori con disprezzo, prendendoli in giro, sottraendo loro le speranze, la dignità e i sogni di un nuovo lavoro, devono sapere che troveranno la Uilm a difendere sempre i lavoratori e le loro famiglie”. “Il Governo deve sostenere le procedure di transizione “green” anche per le nuove reindustrializzazioni, per le quali ci auguriamo che fatti del genere non accadano più”, conclue Benevento.

Più caustico Ugo Bolognesi, rappresentante della Fiom Cgil per la questione Embraco: "Non possiamo dirci soddisfatti della sentenza: senza risarcimento i lavoratori non ottengono nulla. Valuteremo altre azioni".
E ha aggiunto: "Nonostante la normativa non attribuisca alle parti civili nessun potere di incidere sulla decisione del Tribunale, abbiamo di nuovo illustrato al Tribunale, come già avevamo fatto alla scorsa udienza, il nostro dissenso alla concessione del patteggiamento in assenza di una qualsiasi riconoscimento dei gravissimi danni che i reati commessi dagli imputati hanno prodotto ai lavoratori ed alle loro Organizzazioni e per questo motivo non possiamo dirci soddisfatti dalla sentenza, nonostante il Tribunale abbia, anche in ragione del nostro intervento, rifiutato l’originaria proposta di patteggiamento ai minimi della pena (tre anni di reclusione)". "Una multinazionale ha chiuso uno stabilimento storico del nostro territorio, cessando una produzione industriale e disperdendo così competenze e capacità, i soci ed amministratori della Ventures che si erano impegnati alla reindustrializzazione del sito, si sono, invece, illegittimamente appropriati dei finanziamenti che ne avrebbero dovuto sostenere la realizzazione, conducendo l’azienda al fallimento, cosicché centinaia di famiglie di lavoratori, dopo anni di lotte e sofferenze, in assenza di vere e concrete politiche industriali, oggi si trovano in condizioni drammatiche".

"La vicenda Embraco rappresenta il fallimento del nostro Paese nell’affrontare le crisi industriali: piani di reindustrializzazione privi di fondamento e presentati da soggetti che consapevolmente li affossano per trarne profitti indebiti si stanno ripetendo in Italia. Da chi ha le responsabilità di Governo e dalle imprese vogliamo risposte concrete al mondo del Lavoro, a tutela dell’occupazione, dei salari e per uno sviluppo sostenibile. Valuteremo insieme ai legali quali ulteriori azioni intraprendere anche nei confronti del socio di nazionalità Israeliana della Ventures nei confronti del quale verrà a breve avviato il processo per la bancarotta della società”, ha concluso Bolognesi.


“Tutta la vicenda Ex-Embraco rappresenta una bruttissima pagina di storia che ha segnato, e continua a ferire, il nostro territorio in cui le prime vittime sono proprio i lavoratori  e le loro famiglie 
- ha dichiarato l'assessore al lavoro Elena Chiorino a margine della sentenza di questa mattina - a tutti loro voglio esprimere, ancora una volta, la mia vicinanza e il mio sostegno. Confidando nel lavoro della Magistratura mi auguro che, nelle sedi opportune, si possa arrivare a definire un giusto risarcimento per tutti i lavoratori coinvolti”.

Massimiliano Sciullo