Al Direttore - 14 aprile 2023, 12:50

Sul Disability Pride il patrocinio è diventato un'arma

Dopo Marco Castaldo, anche la consigliera comunale Vittoria Briccarello attacca la Regione sulla gestione della vicenda

Vittoria Briccarello, ritratta durante un consiglio comunale dall'obiettivo di Merfephoto - Efrem Zanchettin

Abbiamo assistito con un certo sconcerto all’operato della Regione Piemonte per la concessione del patrocinio al Disability Pride, vicenda ben riassunta dalle parole del nostro amico e compagno Marco Castaldo (CLICCA QUI per rileggere la lettera)

In sintesi gli organizzatori del Disability Pride, che ricordiamo essere la manifestazione pacifica per i diritti delle persone con disabilità, si sono visti negare il patrocino dall’Assessore regionale Marrone, per poi un’improvvisa retromarcia del Presidente Cirio che, vergognandosi dell’operato del collega, o forse per tutelare la propria immagine a livello pubblico, l’ha concesso.

La giustificazione è stata quella per cui in regione volevano prima verificare che l’Associazione Luca Coscioni, tra gli organizzatori dell’evento, non parlasse durante la manifestazione di suicidio assistito.

Il patrocinio è così passato dall’essere il sostegno della Regione ad attività costituzionalmente legittime e di impatto culturale e sociale a un giocattolo in mano all’ in-sensibilità dei singoli, o peggio dei partiti, con cui legittimare l’operato di chi la pensa esattamente, in tutto e per tutto, come loro, anche su argomenti non prettamente inerenti alla manifestazione per cui è richiesto.

La Regione Piemonte, in primis Marrone e Cirio, hanno deliberatamente provato a delegittimare non solo il Disability Pride ma anche il legittimo diritto delle persone con disabilità e di tutti di richiedere l’abbattimento delle barriere fisiche, sociali, culturali e sensoriali al fine di vivere autonomamente la propria vita.

La volontà di non dare il patrocinio o di darlo solo a patto di un qualcosa trasforma il sostegno dell’ente pubblico in un ricatto, un’arma nelle mani di chi, in quel momento, è al potere, senza tenere conto della volontà di chi quel patrocinio invece l’ha richiesto credendo che le istituzioni si interessino ai bisogni della popolazione, e non a una continua “guerra” elettorale.

Mi chiedo ora, di un patrocinio dato così, senza condivisione di interessi, battaglie, fiducia, il Disability Pride cosa se ne fa.

Vittoria Briccarello - Consigliera comunale Uniti si può

Al direttore


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