- 22 aprile 2023, 09:30

Boldini a Palazzo Mazzetti. Serve ancora contemplare l'arte?

Nuova uscita per la rubrica "Lavorare stanca. Allora leggi"

Foto Letture

Tra le cose che creano nutrimento culturale ad Asti c’è sicuramente la sempre varia proposta artistica di Palazzo Mazzetti.

Palazzo barocco che si affaccia sulla contrada maestra e sede della pinacoteca della città, ci andai la prima volta con la scuola a vedere la mostra su Aleppo: rimasi sedotta dalla sua struttura.

Dal 26 novembre Palazzo Mazzetti ospita la mostra di Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque. 

Ci sono mai andata? No. 

E menomale che ha avuto tutto questo successo, e menomale che Asti Musei ha deciso di prorogarla fino al 14 maggio.

A farmi alzare dal divano e andare a vedere la mostra mi hanno convinta le decina di clienti che dopo esserci stati sono venuti da Marchia a comprare il piccolo dossier su Boldini. Arrivano in cassa con questo libricino, gli occhi lucidi, me lo porgono e dicono solo “meravigliosa.” “ci vada.” “vedrà.” 

All’undicesimo cliente sto libricino l’ho comprato anch’io, ho chiamato il mio fidanzato e gli ho detto che cavolo adesso ci andiamo pure noi a vedere la mostra di Boldini eh che mi sento esclusa da un mondo che nemmeno conosco perché Boldini io non so nemmeno chi sia però ora voglio vedere che ha fatto nella sua vita quindi ci vado e tu vieni con me. 

Ciò che credo mi abbia un po' frenata è la mia poca propensione e abitudine sia all’arte pittorica sia alla sua esposizione. Non che abbia paura di non capirla quanto di non rimanerne colpita, di pensare che cercarne una foto su google sia la stessa cosa. Però anche del vino e dei tannini non ci capisco niente e continuo a berne con summo gaudio senza pensarci troppo.

Con l’aggiunta di pochi centesimi all’ingresso si possono comprare delle cuffiette e scaricare l’app con l’audioguida; cosa che a Luca ho vietato di fare perché mi sono studiata tutto il libricino di Boldini che automaticamente mi rende una critica d’arte appena sotto Sgarbi. 

La visita intervalla quadri a schede dell’autore, video sonori, stanze barocche e stanze in mattoni, biografia e curiosità, lampadari in cristallo, specchi e cornici meravigliose.

 

Mi sono chiesta come mai ad un certo punto ci fossero anche opere di altri autori così lì in mezzo un po' a caso e poi mi sono detta ma che ne sai tu che nella pasta coi pesci ci metti il parmigiano. Poi mi sono anche detta che forse vicino ad altri autori effettivamente emerge ancora di più la peculiarità del tratto di Boldini, è l’affiancare gli opposti per valorizzarli. Come il parmigiano sul pesce, secondo me.

Boldini (1842, Ferrara - 1931, Parigi) era un omino che nel periodo in cui tutti i pittori volevano ossessivamente cogliere di Parigi scorci inauditi e soggetti originali, lui faceva venire le persone nel suo studio. Le fa sedere e ci parla per ore, orchestra conversazioni confidenziali e provocatorie e nei suoi cinquant’anni di pittura riesce a spogliare tutti gli aristocratici dalla loro ipocrisia ritraendoli nell’esatto momento di fragilità, noia e verità. 

 

Dipinge un torero ma non mentre è nell’arena, con il toro, con il mantello rosso; lo fa quando ritorna in casa, seduto, stanco, che fuma una sigaretta. Dipinge un ballo e lo fa attraverso una ragazza svaccata in poltrona la cui dama le toglie le scarpine esauste, e cioè dopo il ballo. 

Dipinge il kitsch, le piccole cose di pessimo gusto, supercolorate, cacofoniche, snob scintillante. 

L’estetica del brutto riluce come la carta delle caramelle. 

Dipinge nudi tutt’altro che erotici, piuttosto energetici. 

A metà tra i macchiaioli e gli impressionisti francesi, il suo tratto smaterializza

Tende a svuotare i pieni per elettrizzare i vuoti, fa scattare il pennello da un punto all’altro della tela. Dipinge cavalli spiritati, sdoppiati, appena accennati. È una pittura nervosa, strimpellata, irrequieta. 

I suoi soggetti si espandono, i corpi brulicano e gli oggetti vibrano. 

I tessuti, le piume, i broccati sono leggeri e fremono. 

 

 

“Vi è un lampo di vita fuggevole

da acchiapparsi al volo

Ed egli l’esprime con un frego,

uno svolazzo, un fiocco”

 

Curata da Tiziano Panconi, io vi consiglio di andare a vedere la mostra di questo omino empatico che è Boldini. 

Andateci da soli e perdetevi o andateci in compagnia e chiacchierate passeggiando; interrogatevi sul vostro coinvolgimento emotivo perché davanti alla bellezza è ciò che può renderci esseri umani migliori; siate lenti nell’immergervi in un tempo e in uno spazio lontano dal vostro.

Perché forse googlare i suoi quadri non è proprio la stessa cosa che osservare i giochi di luce e profondità delle singole pennellate. Perché forse è un po' vero che contemplare l’arte, ancora nel 2023, attutisce il dolore sordo dello spirito.

E poi, vi giuro, ci sono delle cornici pazzesche!

E poi, vi giuro, provatelo davvero il parmigiano sul sughetto di pesce!

Aurora Faletti