Storie di Orgoglio Astigiano | 13 maggio 2023, 12:15

Storie di Orgoglio Astigiano. Elodi, da Nizza in van in 5 continenti: "Il legame con le radici non si può sostituire. Nella mia città ho trovato terreno fertile per nuovi progetti"

Elodi Artusio, 27 anni, dopo aver viaggiato in giro per il mondo è tornata a Nizza Monferrato, creando un'infinità di progetti. L'ultimo con l'inaugurazione del primo coworking sul territorio. "Ai giovani dico: fate, potete tornare indietro in qualsiasi momento"

Elodi

Elodi

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Giovani Wannabe, dei Pinguini Tattici Nucleari, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Mi ricorderò sempre il giorno in cui mi dissero "sei una persona esuberante". Come se fosse un difetto. Mi sono portata dentro questo J'accuse per un sacco di tempo: mi sono sentita inadeguata, sbagliata, fuoriluogo. 

Essere frizzanti e briosi è forse sempre più, oggi, una caratteristica dei giovani. Ma quanto è bello essere vulcani attivi, travolgenti e vivaci? Quanto è motivante mettere se stessi in tutto ciò che si fa e non limitarsi a fare il compitino?

Quando ho conosciuto Elodi Artusio ho subito capito che io e lei parlavamo lo stesso linguaggio. Elodi ha 27 anni, è di Nizza Monferrato. Nonostante i suoi 27 anni, sembra che abbia già vissuto almeno cinque vite differenti.

Sentite qui.

Elodi, parliamo prima di tutto del tuo legame con il territorio

Quando ho finito scuola a 18 anni il territorio mi stava stretto. Sono partita, sono andata un anno in Australia e da lì ho capito che volevo tornare a casa, a Nizza. Sono una persona che dà molta importanza ai legami, volevo mantenerli.

Cosa ti ha dato l'Australia e con quali consapevolezze sei tornata a Nizza?

L'Australia mi ha cambiata. Mi ha dato la forza di credere in me stessa. Ho imparato ad avere un carattere più forte e deciso, a inseguire la mia strada, ma mancavano le radici, mi mancava il mio ambiente. Adoro la città piccola, ma prima di partire mi stava stretto stare nel piccolo, al ritorno sentivo il bisogno di starci, invece. I legami con la terra, con le tue radici, non si possono sostituire. E poi ho scoperto la bellezza di viaggiare in van. In Australia è come una moda, si usa andare in vacanza così, anche perchè le distanze sono enormi. Viaggiavo da sola in van, andavo alla scoperta di posti bellissimi. Quando sono tornata mi sono ripromessa di mantenere quello stile di vita lì. Appena rientrata alla base... ho comprato un van!

Raccontami delle tue avventure a bordo

Il van ha fatto l’altro giorno cinque anni con me. Con il van che avevo acquistato in Australia ho percorso 10mila km da sola e ho capito la sua bellezza: quando ti fermi hai tutto, mi sento a casa mia, oltre ad avere un notevole risparmio e una libertà al 100%, che è forse la cosa che più mi affascina di questo modo di viaggiare. Dopo sei mesi in Italia ho trovato Wonder Van. All’inizio ero da sola, poi man mano ho iniziato a conoscere sempre più persone che viaggiavano in van, magari anche in zona: anche quando vado in giro ora è difficile che io sia sola, becco sempre qualcuno. Cerco di viaggiare almeno due weekend al mese, ti apre la mente.

E a Nizza, una volta tornata, quali progetti hai messo su?

A Nizza ho iniziato a lavorare per l'azienda di famiglia (la Artusio Materie Plastiche, ndr). Da quel momento ho deciso di creare il progetto "Muta", costola dell'azienda Artusio. Oggi ho 27 anni, alle spalle ho 15 paesi e 5 continenti visti e continuo a girare con il mio van Italiano. Mi sento di dire che tutti questi paesi e continenti hanno un problema grosso comune: la sporcizia. Tutto quello che gli altri butterebbero noi lo riutilizziamo grazie a questo progetto. Sono una delle poche produttrici di bottiglie in plastica riciclata al 100%. Sono sempre stata una persona attenta al rispetto dell'ambiente, per questo ho deciso di dare una svolta green, portando avanti un'azienda storica, ma cambiandola in meglio, facendo tanta informazione. Che è quello che manca.

 

E poi hai iniziato a diffondere la tua filosofia sui social...

Sì, le mie avventure in van mi hanno permesso di sentirmi a casa ovunque. Ed è proprio ovunque che ho iniziato a raccogliere tutto quello che mi stava attorno, rifiuti, oggetti abbandonati. All'attività di raccolta ho abbinato la diffusione sui canali social. I social, se usati con criterio, sono un ottimo strumento per fare informazione.

Siamo funamboli in bilico su una corda. L'impresa titanica con noi stessi

Elodi esemplifica appieno la voglia di noi giovani di farcela, di trovare con le proprie forze il proprio spazio. Perché dal lavoro alla vita privata, è tutto un gioco di pesi e misure. Siamo funamboli in equilibrio su una corda. Una sola corda, un solo obiettivo: superare le difficoltà, alzarsi dopo essere caduti, per arrivare alla fine, guardarsi indietro e formare con le labbra quel sorriso tipico di chi è soddisfatto davvero. Di chi ha faticato tanto, ha pianto, ha sofferto, ma alla fine è riuscito nell'impresa. Titanica, come ogni battaglia contro se stessi.

Possiamo dire che a Nizza hai trovato terreno fertile per i tuoi progetti?

Esatto, tutte queste piccole cose mi hanno portata a essere parte di Nizza, hanno contribuito a farmela sentire sempre più casa, mi sono sempre più sentita integrata. Oggi racconto i miei progetti green nelle scuole del territorio, sono consigliera comunale con deleghe alla Comunicazione, Politiche Giovanili, Cultura Ecologica. Diciamo che dopo la mia esperienza in Australia doveva cambiare qualcosa, ma in primis dovevo cambiare io. Il cambiamento parte sempre da noi e, man mano, sono riuscita al 100%.

E poi la tua ultima fatica... la creazione di un coworking a Nizza, il primo sul territorio

Parlando con un amico che si era trasferito a Milano per lavoro e che è poi tornato a Nizza nei mesi scorsi è venuto fuori il discorso che mancasse uno spazio di coworking. Ragionavamo sul fatto che sì, è bello lavorare da casa, ma chiacchierare ogni tanto con qualcuno fa bene, ci si stimola a vicenda, ci si scambiano input e consigli. Io avevo già una stanza che in azienda non veniva usata abbastanza e che volevo ristrutturare: da lì è nato tutto. Lo spazio di coworking è stato inaugurato lunedì scorso e c’è: non è enorme, ma perché non provarci a Nizza? È una sfida interessante, perchè spinge le persone a uscire dalla propria zona di comfort, è questa la cosa più difficile. Credo si possa creare una bella comunità anche qui: volevo poter lavorare in compagnia, volevo riuscire a far sì che la pausa caffè si facesse in compagnia e non da soli sul divano.

 

Cosa pensi che manchi per i giovani nell'Astigiano?

Mancano diversi spazi di aggregazione. Quando ero più piccola, ci si incontrava all'oratorio. Manca anche solo un'area in cui fare sport insieme. Per i ragazzi più grandi, mancano locali in cui stare insieme la sera, che stiano aperti anche fino a tardi, vogliamo stare nella nostra città, ma divertendoci. Manca la condivisione delle proprie passioni, manca la possibilità di stare insieme.

"Ciao ragazzi, qui è il Bricco che vi parla"

E, a proposito di luoghi, ne hai uno del cuore?

Il Bricco è il luogo del cuore: lo vedo dalla finestra di casa mia, lo vedo da laggiù che mi chiama, ci vado da quando ero bambina. Mio padre mi prendeva da scuola in moto e prima di andare a mangiare andavamo al Bricco, dove si vedeva tutta Nizza. Crescendo ho iniziato ad andarci con il cane, a leggere e anche oggi ci vado sempre. È il luogo da cui tutto è partito.



Un consiglio a chi è alla ricerca della propria strada?

Faccio una premessa: ho sempre avuto la fortuna di avere una famiglia che non mi ha mai tarpato le ali, non ho mai avuto freni né paure trasmesse e questo aiuta tanto nel proprio percorso di crescita. Il mio consiglio è quello di fare, di mettere da parte le paure che abbiamo tutti, di buttarsi, di sperimentare e man mano che si fanno cose capire sempre di più la propria strada. Quando ho iniziato a raccogliere rifiuti non pensavo che sarei diventata consigliera comunale. Fate, consapevoli che si può tornare indietro in qualsiasi momento. E il giudizio degli altri, ricordatevi, non deve mai contare.

Il videosaluto ai lettori

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
Orgoglio Astigiano per me è sinonimo di scelta: la mia e quella degli altri.
Per questo ho voluto scrivere in prima persona ogni articolo della rubrica, convinta di riuscire a portare anche te nel mio mondo.
Requisiti richiesti? Bisogna lasciarsi andare. Più che farti intervistare, ti devi guardare dentro. Senza aver paura di raccontarmi ciò che ci troverai...

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