Mercoledì 17 maggio, ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia, la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia).
Nel mondo, più di 2 miliardi di persone vivono in paesi in cui l'omosessualità è illegale. In 11 giurisdizioni le relazioni consensuali fra persone dello stesso sesso sono ancora passibili di pena capitale. Se negli ultimi 10 anni sono stati riscontrati segni di progresso a livello globale, continuano ad esistere tuttavia discriminazione ed esclusione a causa dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, e si assiste a un preoccupante arretramento per quanto riguarda i diritti delle persone LGBT+.
I livelli di violenza contro la comunità LGBT+ sono allarmanti, anche se ampiamente sottosegnalati. Restando in Italia, gli episodi denunciati di omo-bi-transfonbia in Italia, tra aprile 2022 e marzo 2023, sono 115 e hanno colpito 165 vittime, distribuite in 62 località. (Report completo qui)
Come sempre, anche nel periodo 2022-2023, è stata registrata un’impennata estiva del fenomeno, legata in parte agli ambienti in cui le aggressioni omofobe avvengono più frequentemente, come le strade e i locali pubblici, e in parte al “Pride Month”, periodo in cui la comunità LGBT+ si espone maggiormente partecipando a pride e manifestazioni a sostegno dei diritti civili.
Nell’ultimo anno si registra però un picco nel mese di febbraio, in correlazione alle discussioni sorte sulla maternità surrogata (indegnamente chiamata “utero in affitto”). Non è la prima volta che il fenomeno dell’omotransfobia viene influenzato dal dibattito politico: picchi notevolissimi si erano registrati nell’agosto 2020 e nel giugno 2021, in occasione della presentazione del ddl Zan alle Camere.
“Si conferma così – affermano i responsabili dell’associazione Asti Pride – l’idea che il ricorso alla violenza omofoba è, per alcuni, una forma di espressione politica. Proprio per questo motivo le forze di governo e i media che le sostengono sono da ritenersi complici degli aggressori, colpevoli di fornire a questi criminali un movente per colpire e una giustificazione per sentirsi portavoce di un’ideologia pericolosa”.
“Non per ultima – argomentano ancora i responsabili dell’associazione –, l’offensiva lanciata dal governo Meloni, non più solo ideologica ma istituzionale, contro le famiglie omogenitoriali: prima la circolare con cui si è chiesto ai comuni di smettere di registrare i genitori non biologici negli atti di nascita di bambini con due padri o con due madri, poi l’opposizione a una proposta di regolamento europeo sul tema”.
“Quello che era un contesto già molto difficile per le famiglie omogenitoriali, dove in assenza di una legge si era costretti a muoversi tra regolamenti locali e sentenze giudiziarie, ora si è arricchito di nuovi ostacoli”.
Pertanto, mercoledì Asti Pride scenderà in piazza, invitando tutta la cittadinanza ad aggregarsi: “C’è bisogno di tornare a far ‘notare’ la nostra presenza, la nostra compattezza, la nostra voce!”, hanno affermato.
Concludendo che “Il Governo Meloni sta conducendo una vera e propria guerra contro le famiglie arcobaleno e contro tutta la comunità LGBTQI+. Lo scopo è quello rendere lə figlə delle coppie same sex, fantasmi senza dignità, senza diritti e senza una famiglia. Non possiamo permetterglielo!”
Sempre nell'ambito della iniziative contro l’omobiatransfobia, sabato 20 maggio, dalle 18.30, si svolgerà un'apericena con musica proposta da dj allo "Spazio Sciallo Astipride + arena philosophica" di via Monte Rainero. Parte del ricavato sarà devoluto all’associazione Asti Pride.