È dalla stagione autunnale che non si fa altro che parlare dell'intelligenza artificiale. Eh sì, perché da quando OpenAI ha rilasciato ChatGPT, il chatbot che permette di risolvere tutti i vostri dubbi, qualsiasi sia la loro natura, il mondo è esploso nel dibattito.
Ci si chiede se le macchine ci sostituiranno, se saremo in grado di reggere il passo col progresso. C'era bisogno di chiarezza, e così è stato fatto.
A Nizza nei giorni scorsi se ne è parlato durante un convegno dal titolo "L'intelligenza artificiale... E ora?" con l'associazione AItena, in collaborazione con il Comune di Nizza.
Il formatore e commercialista Riccardo Porta di AItena. coordinatore di un team di professionisti spiega: "Abbiamo questa organizzazione no profit e culturale e vogliamo dare un impulso alla conoscenza della tematica. La sede è di Acqui ma l'obbiettivo è diffondere nei dintorni. Abbiamo pensato a tecniche di comunicazione comprensibili per tutti. Vogliamo portare equilibrio, questa è la parola fondamentale. Nella compagine siamo 9, l’età media è 40 anni, ma il meno giovane ne porta 79. Il messaggio è che: non è mai troppo tardi.
La tematica interessa tutti noi. Siamo qui perché il mondo sta arrivando e mentre l'intelligenza artificiale c’è già da un po’, noi ce ne siamo accorti solo recentemente. Lo sappiamo da quando OpenAI ha pubblicato ChatGPT. Ma c'era già da prima, pensate a Siri di iPhone o ad Alexa di Amazon".
Conclude: "Quando ci chiedono: siete pro o contro l'intelligenza artificiale? La domanda è sbagliatissima. Uno mi dovrebbe chiedere: cosa è? Dove mi posso informare seriamente? Come posso provare ai?".
Ma quindi l'intelligenza artificiale risolverà problemi? O creerà problemi?
Il controllore industriale, nonché co-fondatore di AItena, Andrea Rivera: "Il nome è AItena è un gioco di parole tra AI (abbreviazione inglese di intelligenza artificiale e Atena, la Dea della Saggezza). Stiamo vedendo un cambio del mondo, alcuni dicono una quarta rivoluzione industriale. Dietro c’è uno sviluppo privato (che esige profitto) ma anche culturale (Università, stato eccetera). Nonostante sia tecnica in realtà il dibattito è a cavallo tra scienze matematica e umanistiche, per cui anche l'etica è messa in mezzo".
L'intelligenza Artificiale è una disciplina di studio che si domanda se è in che modo si possono sviluppare sistemi informatici avanzati che assomigliano a quelli umani.
Il cambiamento delle abitudini è un dato oggettivo: anni fa per poter usare un'immagine si andava su GhettyImages e si prendeva quella preferita, dovendo (in linea teorica) pagare i diritti d'autore. Oggi basta andare su Lexica.art, descrivere l'immagine che si vuole avere e il programma, secondo dati AI, pubblicherà foto su foto a licenza completamente gratuita. Per le prime 200 immagini sono gratis, poi ci sarebbe un abbonamento mensile da 8$.
Continua Andrea Rivera: "La lista della spesa negli anni 50 era creare qualcosa che sapesse: Tradurre, trascrivere, riconoscere oggetti e rispondere alle domande. Ma noi siamo andati oltre, ora i nostri programmi sanno: costruire immagini, simulare una chat con una persona, imitare le loro voci e brevi video di essi. La società odierna non può vivere senza tecnologia, tant'è che il 14 giugno 2023 l'Unione Europea ha emanato l'“AI act” per mettere ordine a questa complessa situazione. Intelligenza Artificiale significa delegare decisioni alle macchine. Come si è partiti? Abbiamo dato la possibilità alle macchine di capire".
Questo significa la fine della teoria? Se la macchina fa tutto con la pratica, a cosa servirà la teoria? L'importante sarà sapere cosa, non perché. Perdiamo conoscenza della spiegazione causale.
Quest'ultimo nodo porta all'importanza dei dati, che sono il nuovo petrolio. Chi controlla i dati controlla tutto. Infatti ChatGPT risponde statisticamente, dopo aver appreso tutti i dati possibili e immaginabili (fino al 2021). Questo significa che il chatbot non preleva le informazioni da internet e le elabora con un processo, altrimenti sarebbe un tramite. ChatGPT ha tutto quello che il web e i dati erano in possesso fino al 2021, quindi non vi potrà informare della morte di Berlusconi, per esempio.
A toccare il tema dell'AlgoEtica, il medico psichiatra, psicologo e psicoterapeuta, criminologo e docente, il professor Alessandro Meluzzi: "L'intelligenza artificiale non esiste. È un concetto paradossale. L'intelligenza è la lettura della coscienza, ma noi non sappiamo cosa è la coscienza. Le emozioni precedono le cognizioni. Noi abbiamo un cervello che funziona con carbonio, azoto, proteine eccetera. Il computer funziona con del silicio che trasmette informazioni che producono calcoli, che per quanto complicati possano essere sono sempre calcoli di 0 e 1. Come farà l'Intelligenza Artificiale a superarci? La nostra coscienza ha sfumature, noirs. Il computer no, e ha sempre una strada prevedibile. Heisenberg e il suo principio di indeterminazione ci diceva: quanto più siamo precisi nel sapere dove si trova un elettrone tanto più saremmo imprecisi nel sapere dove lui si troverà l’istante dopo".
A concludere l'intervento è la dottoressa, psicologa clinica, Cristina Cazzola: "Il tema della paura di essere rottamati è comprensibile. Sapere è potere, ma se il mio sapere non è esclusivo io perdo di identità. La causa di ciò si potrebbe definire come una ferita narcisistica (io sono il lavoro, quindi io chi sono?). L'intelligenza artificiale cambierà il modo di vivere e lavorare, ma il nostro corpo ha componenti difficili da riprodurre. Una tra queste è la socialità, componente fondamentale per tutto l'arco di crescita di un individuo. Pensate a dare un bambino un chatbot che risponde esattamente alle esigenza di quest'ultimo, che quindi non conoscerà freni, si creerebbe un carattere autoritario, narcisistico, una diminuzione di interesse verso l’altro (empatia). Pensate dire a un adoloscente che ChatGPT potrà fare qualsiasi cosa, dove a quest'età si cerca di capire chi si è, nascerebbe una dipendenza (senza macchina non so nulla). Ultimo ma non per importanza, la depressione sarebbe il culmine di una vita adulta passata con un computer. Siamo animali socievoli e la vita virtuale fa male, e non può sostituire 200000 anni di storia umana. Certamente ha anche i suoi aspetti positivi: tempo libero, meno errori umani, sapere democratico. Non bisogna irrigidirsi di fronte ai cambiamenti della vita ma accoglierli per ridurre il disagio percepito".
A concludere la conferenza, i ringraziamenti dal sindaco del comune di Nizza Monferrato Simone Nosenzo: "Questo è un tema inesplorato, che ha suscitato tantissimo interesse, e che è stato approfondito con relatori ed esperti".