Palio - 20 agosto 2023, 07:20

Palio di Asti 2023: tutti i temi del "Corteo storico dei bambini"

Si svolgerà, come di consueto, alla vigilia dell'evento cardine del Settembre Astigiano, snodandosi lungo lo stesso tracciato che il giorno dopo verrà ripercorso dagli adulti

Un'immagine (ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin) dell'edizione 2022 del Corteo storico dei bambini

Come consuetudine, il pomeriggio della vigilia di Palio, sabato 2 settembre, sarà caratterizzato dal “Corteo storico dei bambini”, nell’ambito del quale i giovanissimi rappresentanti di Rioni, Borghi e Comuni partecipanti al Palio di Asti percorreranno, con partenza alle 14.45 da piazza Cattedrale, lo stesso percorso che il giorno successivo vedrà protagonista il corteo storico degli adulti. Pertanto il corteo si snoderà lungo via Caracciolo, via Carducci, via Giobert, Corso Alfieri, via Gobetti, via Garibaldi, via Gardini ed infine l’arrivo in piazza Alfieri.

Alla rappresentazione storica ritenuta migliore verrà assegnato anche quest’anno il Premio “Mara Sillano Sabatini”, istituito per volontà della famiglia della donna e con il patrocinio del Consiglio dei Rettori, in memoria di Mara Sabatini, storica figura del Comitato San Pietro e del Palio di Asti in genere.


Di seguito, l’ordine della sfilata con i relativi temi.

  1. BORGO SAN LAZZARO

Colori: giallo e verde

Le 7 vittorie, numero perfetto

I piccoli di Borgo San Lazzaro celebrano la settima Vittoria al Palio di Asti portando in trionfo il numero 7, numero della perfezione, intesa come riepilogo delle possibilità dell’uomo. 7 sono i pianeti classici ed i giorni della settimana che vengono rappresentati ad indicare spazio e tempo, il momento opportuno (A TEMP E LEU

- motto dei Ramarri). Sempre 7 sono le virtù, le 3 teologali e le 4 cardinali, necessarie al raggiungimento di ognuna delle splendide vittorie; ognuna di esse rappresentata dai simboli attribuiti dall’iconografia medioevale: Fede (la croce), Speranza (l'ancora), Carità (il pane), Prudenza (lo specchio), Giustizia (la bilancia), Fortezza (l'armata) e Temperanza (la brocca). Proprio le 7 Vittorie sono infine celebrate con la riproduzione dei sendalli che chiudono il corteo.


  1. COMUNE DI SAN DAMIANO

Colori: rosso e blu

Festa e riti del calendimaggio

Fin dal Medioevo, durante la notte del trenta aprile, si celebrava l’arrivo della nuova stagione, la primavera, con il Cantar Maggio. Allegre brigate di giovinetti si recavano nei boschi tagliando alberelli o arbusti fioriti, i cosiddetti maggi: essi venivano attaccati alle porte o alle finestre o piantati davanti alle case delle maggiori autorità del paese o nelle piazze, per recare il segno della rinnovata fecondità della natura, che avrebbe procurato alla comunità l'abbondanza e la fortuna. Il gruppo eleggeva anche una reginetta, che, incoronata di fiori di campo, «regnava» sulle feste, le danze e i giochi campestri; era vestita di bianco, recava un ramoscello adorno di ghirlande e di nastri ed era seguita dalle sue compagne che offrivano doni di porta in porta, intrecciando canti e danze, in cambio di dolci, uova e simboli beneaugurali, per propiziare i riti del Calendimaggio.


  1. RIONE SANTA CATERINA

Colori: rosso e celeste

Fleur de lys, purezza e regalità

 

Il giglio, fleur de lys, è tra le figure araldiche più popolari, diventando, nel Medioevo, il simbolo della purezza e della regalità. Usato come ornamento sui sigilli e sui blasoni di numerose famiglie di alto lignaggio in tutta Europa, il giglio, assume, in base al colore con cui viene raffigurato, molteplici significati. Azzurro rappresenta il cielo incorruttibile e il distacco dai beni materiali, l’ascensione dell’anima verso il Paradiso; dorato rappresenta la fede; mentre rosso, racconta di amore, forza e nobiltà. Il giglio d’argento, uno dei simboli del Rione Santa Caterina del Palio di Asti, narra di equità e giustizia, purezza e verità.



  1. BORGO SAN PIETRO

Colori: rosso e verde

Asti, la città delle 100 torri

Le cronache medievali astigiane raccontano che già alla metà del XII secolo la nostra città era dotata di una “selva” di torri private che rappresentavano sia un baluardo difensivo collettivo sia un simbolo della ricchezza e della potenza delle famiglie astigiane. Le torri erano protagoniste anche di “giochi di guerra” molto diffusi nelle città medievali, in cui squadre appartenenti ai diversi borghi urbani si affrontavano per la conquista di una piazza o di una strada. Queste competizioni degeneravano in vere e proprie sassaiole cui partecipavano cittadini di ogni condizione ed età. Per questa ragione, secondo alcuni storici, negli Statuti comunali della Città si vieta ai cittadini astesi maggiori di 15 anni di lanciare pietre ed altri oggetti dalle torri se non per legittima difesa.

 

  1. RIONE SAN PAOLO

Colori: oro e rosso

La tetrade degli elementi secondo la tradizione alchemica

Secondo l’alchimia, Fuoco, Aria, Acqua e Terra esprimono significati di ordine sia fisico che metafisico e vengono quindi associati sia a simbologie astratte che a metalli.

Il Fuoco è l’elemento gerarchicamente più importante e viene messo in relazione con il sole e l’oro. L’Aria è un elemento maschile, è associato all’argento ed è emblema del sapere. L’Acqua è elemento femminile associata

al mercurio ed alla Luna. La Terra, ultimo dei quattro elementi, viene associata al sale ed alla pietra.

Il Rione San Paolo vuole rappresentare in sfilata questa concezione alchemica medievale attraverso una trasposizione delle caratteristiche dei quattro elementi.

 

  1. BORGO SANTA MARIA NUOVA

Colori: rosa e azzurro

La tradizione delle maschere nel medioevo

Nel medioevo era usanza organizzare grandi cortei mascherati durante alcune festività religiose o laiche. : Possiamo ritenere che anche nel nostro territorio i giovani, all’avvicinarsi del Carnevale, formassero una loro banda o società o badia, eleggendo un capo, che chiamavano re o abate. Anche in occasione di Ognissanti, i giovani si travestivano in forme spaventose o animalesche e preparavano dei dolcetti, chiamati “dolci dei morti”, da offrire agli spiriti che si manifestavano durante quella ricorrenza. Questi rituali evocano una festa attuale, spesso ritenuta estranea alla nostra cultura, quella di Halloween. Infine, anche per il Calendimaggio, si usava indossare maschere di foglie e coroncine per salutare il ritorno della primavera.


  1. RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO

Colori: bianco e verde

Il ciclo delle stagioni

Il ciclo delle stagioni – estate, autunno, inverno e primavera –, ciascuna con i suoi colori, le sue costellazioni, le sue attività caratteristiche, scandiva il trascorrere del tempo nel Medioevo.

Il giallo intenso del grano d’estate, le tinte calde e terrigne dell’autunno, il bianco dell’inverno ammantato di neve, il verde umido dell’erba appena spuntata a primavera: sono queste le immagini che nel territorio astigiano accompagnavano, e accompagnano ancora oggi, il ciclo delle stagioni.

Come le operazioni agricole (aratura, semina, raccolto, vendemmia, etc.) potevano essere svolte soltanto in determinate condizioni climatiche, anche le attività e i giochi dei bambini si adeguavano all'evolversi delle stagioni, dai passatempi per superare i rigidi inverni ai giochi all'aria aperta.

 

 

  1. BORGO DON BOSCO

Giallo e blu

Bambine e bambini nelle famiglie nobili

A partire dal XIII secolo si diffuse, nella città di Asti, il gusto per i tornei cavallereschi, che i mercanti astigiani avevano appreso grazie ai loro viaggi in Francia. E’ probabile che anche tra i bambini si sia diffuso il costume del torneo come gioco: essi avevano a disposizione bastoni, lance, spade, scudi e cavallini di pezza e nei loro giochi imitavano le gesta dei cavalieri.

Le bambine, che passavano la maggior parte del loro tempo in casa, imparavano a conoscere gli affari in cui era coinvolta la famiglia. I mercanti astesi commerciavano, tra le altre merci, stoffe, importando lane e fustagni dalla Germania e dall’Inghilterra ed esportando la seta che acquistavano al porto di Genova.

La nascita in città di mulini e di filatoi, costruiti lungo i canali, favorì la lavorazione in loco dei tessuti.

Anche per questo, le bambine dell’aristocrazia mercantile astese conoscevano le stoffe e fin dalla più tenera età imparavano a filare, tessere e ricamare.


  1. RIONE SAN SILVESTRO

Colori: oro e argento

Lezioni d’arme e di cortesia in Castelvecchio.

Alla fine del ‘300 quando la contea di Asti diventa orleanese in seguito al matrimonio di Valentina Visconti, domina del territorio astese, con Luigi di Valois Orlèans, vengono create nuove figure con responsabilità politiche e amministrative; tra queste il Governatore, coadiuvato da un Consiglio di pertinenza con l’incarico di controllare proprietà, appartenenze, buoni rapporti interni ed esterni, pace, alleanze e sicurezza nel territorio e lungo le più importanti vie commerciali e di collegamento con l’Europa. I Governatori spesso avevano acquisito abilità, esperienza e fiducia grazie alla fedeltà e al coraggio dimostrati nel corso degli anni ricoprendo altri ruoli a corte.

Uno dei personaggi di spicco di questi anni, citato in un documento del 27 luglio 1395 e in uno del 13 maggio 1403, fu Giovanni Siccardi, maestro d’arme, mercenario, combattente e saggio diplomatico come il suo compagno d’Arme Bertolino da Verona. L’educazione utile per ricoprire in futuro questi ruoli veniva trasmessa anche ai giovani rampolli delle famiglie nobili che risiedevano nel Castelvecchio. Mentre i fanciulli venivano istruiti all’arte della lotta e della scherma – esisteva una vera e propria manualistica rappresentata per esempio dal così detto Flos Duellatorum – utili in battaglia, per difesa o per tornei cortesi, le piccole damigelle affinavano maniere cortesi, imparando danza, musica, arte e poesia.

Interessante ricordare come la “Milizia dei Porcospini”, gruppo di giovani musici e sbandieratori addestrati alla Nobile Arte della Cavalleria, e ispirati all’Ordine Cavalleresco del Porcospino, istituito nel 1394 da Valentina Visconti, Principessa che nel Rione Oro Argento soggiornò tra il 25 e 28 giugno del 1389, sia nel Rione tuttora ancora attiva e operativa.

I giovani di San Silvestro – con la vivacità, l’orgoglio e l’entusiasmo che caratterizzano da sempre gli abitanti del rione situato nel centro storico della città corrispondente alla zona del castello – presentano nel corteo dei Bambini ciò che i loro piccoli predecessori impararono dalle loro educatrici, dai loro tutori e dal Segretario Magister Johanni Sicardo (Giovanni Siccardi), personaggio protagonista del tema rievocativo del corteo Oro Argento del Palio di Asti 2023.

 

  1. COMUNE DI NIZZA MONFERRATO

Colori: giallo e rosso

Panis pro omnibus

In epoca medievale l'alimento principale consumato praticamente da tutti i componenti della società era costituito dai cereali, consumati sotto forma di pane, farinate d'avena e polenta. Il pane, alimento largamente consumato anche dai bambini, era prodotto con farina di frumento, acqua, olio e spezie per i bambini più fortunati figli dei Nobili. Nelle famiglie meno abbienti venivano utilizzate farine meno pregiate, di avena, crusca, miglio e talvolta, nei periodi di grande carestia, si usavano anche le farine di legumi. Non venivano utilizzati né sale né lievito, l’impasto veniva cotto nei forni presenti all'interno del Comune: il risultato era un pane durevole che veniva consumato dopo essere stato ammorbidito da un panno bagnato nel quale veniva avvolto.

 

  1. COMUNE DI CASTELL’ALFERO

Colori: azzurro, bianco e oro

La donna nel Medioevo, dall’infanzia a promessa sposa

Fin dal suo ingresso nel mondo, la donna del Medioevo appariva svantaggiata. Tra l’altro la nascita di una bambina provocava nel padre preoccupazioni per la dote che le avrebbe dovuto fornire.

L’educazione femminile era quasi totalmente trascurata e le ragazze vivevano per lo più nell’ambiente famigliare, fatta eccezione per i momenti in cui accompagnavano la madre alle funzioni religiose Si cercava di non lasciare tempo libero alle ragazze, poiché l’ozio era ritenuto un cattivo consigliere. Una stanza del castello, la “stanza delle dame”, era riservata alla donna nobile: lì ricamava, chiacchierava e scambiava segreti con le sue dame di compagnia. Le donne ricche, oltre a pensare all’abbigliamento ed alla propria bellezza, potevano anche imparare a leggere e a scrivere, ma in genere non approfondivano gli studi: l’istruzione superiore era riservata pressoché solo agli uomini.

Le bambine erano promesse in sposa dai genitori con un regolare contratto nel quale si stabilivano i beni.

Le bambole sono quasi un anticipo del destino. Sono pochissime le immagini medioevali che illustrano le bambine mentre giocano: le piccole ritratte con in mano una bambola appartengono alle classi sociali più elevate. In questo caso però, l’oggetto, più che un divertimento, serve probabilmente ad anticipare il futuro che le aspetta: spose e madri in alternativa alla diffusa tendenza alla monacazione.


  1. COMUNE DI CANELLI

Colori: bianco e azzurro

I bambini di Canelli rendono omaggio ai nobili della Città per la loro protezione

I bambini di Canelli omaggiano con rulli di tamburi i nobili del feudo per la protezione accordata loro durante scontri militari e celebrano con orgoglio le insegne e i colori araldici bianco e celeste del Comune. Nello scudo, su fondo celeste campeggia il cane bianco rampante, figura "parlante" dello stemma araldico della città. Simbolo di fedeltà, vigilanza, amicizia e attaccamento al proprio territorio e ai propri valori, il cane è rappresentato coronato e con collare d’oro.

 

  1. BORGO SAN MARZANOTTO

Colori: oro e blu - Rettore: Emil Giuseppe Dovico

La scuola di spezieria

Il borgo San Marzanotto porta in sfilata la scuola di spezieria. Lo speziale, che oggi chiameremmo farmacista, a partire dal XII secolo diede vita ad un commercio assai fiorente e di lunga durata, basato sulla lavorazione e sulla vendita di prodotti medicinali e cosmetici ricavati dalle erbe officinali. La professione veniva insegnata fin dall’infanzia: i bambini assistevano lo speziale nella raccolta e nel setaccio delle piante da utilizzare, nella loro lavorazione all'interno del laboratorio e infine nella vendita. I bambini, piccoli figuranti del borgo, portano in corteo alcune delle principali piante in vendita nella spezieria: valeriana, camomilla, ortiche, uva, more, lamponi, basilico, rosmarino e origano.

 


  1. RIONE CATTEDRALE

Colori: bianco e azzurro

NOSTRA SIGNORA DEL “DOM” - La devozione all’Assunta nel Rione Cattedrale

Ogni anno il 15 d’agosto il calendario cristiano celebra la festa principale dedicata alla Madonna, l’Assunzione di Maria che venne elevata al cielo in corpo e anima. Maria Assunta è patrona della Cattedrale, la madre alla quale ci si rivolge nei momenti difficili e che si celebra in quelli di gloria. Dal 1470 la statua marmorea dell’Assunta, circondata da sei cherubini, accoglie coloro che entrano nella grande chiesa gotica attraverso il portico Pelletta. I bambini del Rione Cattedrale vogliono, con la loro allegria e grazia, trasmettere il grande amore per la loro Assunta, che col suo manto bianco e azzurro dall’alto della Cattedrale vigila e protegge il rione.

 


  1. BORGO TORRETTA

Colori: bianco, rosso e blu

Dal chicco, alle farine….. ai pani

I bambini del Borgo Torretta illustrano il ciclo produttivo del pane, simbolo della nutrizione ai tempi del Medio Evo. Viene infatti rappresentata la storia del pane: dai chicchi, alla farina, ai pani.

“Vi sono tre tipi di pani fatti con il frumento, il primo è fatto con il fiore di frumento, il secondo con molta crusca ed il terzo con poca crusca”. Nel Medio Evo il pane veniva preparato con farine diverse, a seconda delle classi sociali.

Il pane del contadino era fatto con poca farina e molta crusca; spesso erano utilizzati cereali meno pregiati e in momenti di maggiore difficoltà si ottenevano farine anche da legumi come fave, ceci e addirittura castagne.

Al castello la tavola del feudatario, così come quelle dei più ricchi ed abbienti, aveva invece sempre pane bianco e fragrante in abbondanza.

 

  1. BORGO TANARO TRINCERE TORRAZZO

Colori: bianco e azzurro

Gorgonia

Il mito di Medusa assunse un fascino particolare grazie ad Ovidio, che la descrisse come bellissima e fatale, talmente affascinante da incantare Poseidone. La sua vicenda è legata alla figura dell’eroe Perseo che riuscì a decapitarla senza fissarla nei suoi occhi pietrificatori e poi ne gettò la testa, adornata di serpenti e sanguinante, nel mare. Fu proprio il contatto con l’acqua che, secondo la leggenda, creò il corallo, un elemento dalle virtù miracolose, apotropaiche e in grado di scacciare il malocchio. Per questo, ai bimbi, per preservarne la salute, si faceva indossare una collanina di corallo. Nei lapidari di epoca medievale si descrivono le virtù della gorgonia, “pietra ma in realtà, finché vive in acqua, pianta”.

 

 

  1. COMUNE DI BALDICHIERI

Colori: argento, azzurro e oro

Il ruolo del bosco nel Medioevo

Il bosco era una presenza quotidiana nelle vite degli uomini e delle donne del Medioevo.

L’albero simbolo del Medioevo era rappresentato dal castagno. Al contrario della quercia, il castagno veniva curato, coltivato e innestato al fine di migliorarne il frutto, la cui raccolta era aperta a tutti. La castagna veniva chiamata “pane dei poveri”.

Le castagne duravano a lungo conservate nel guscio; inoltre il legno di castagno era molto pregiato e richiesto dai falegnami per realizzare mobili di valore.

In un contesto in cui la fame e la preoccupazione per la reperibilità del cibo erano protagoniste, ogni risorsa veniva sfruttata, per questo si raccoglievano anche erbe spontanee come: piscialetto, radici, funghi, bacche…Erbe ed ortaggi non mancavano nemmeno sulle tavole dei ricchi, i quali però cercavano di nobilitarle accompagnandole con ingredienti di maggior pregio.


  1. COMUNE DI MONCALVO

Colori: bianco e rosso

Bastone e palla: lo sport per rinforzare il fisico e temprare il carattere

Durante il Medioevo l’attività sportiva torna a elevarsi e, a partire dal XV secolo, lo sport comincia ad assomigliare a quel che è oggi, assumendo una valenza ricreativa e formativa. Nella Marca Monferrina si ha notizia di giochi praticati, specialmente durante i tornei cavallereschi, con bastone e palla, meglio noti come soule à la crosse. I bambini partecipavano a queste pratiche sportive perché servivano a rinforzare il fisico e a temprare il carattere. L’obiettivo delle partite era di contendersi la palla tra giocatori e di scagliarla verso una meta delimitata da pali. Sebbene la mazza fosse lo strumento principale del gioco, si potevano colpire con le mani o con i piedi sia la palla sia gli avversari. Questo sport poteva contare su estimatori anche tra il gentil sesso e dame, più o meno giovani, si cimentavano personalmente utilizzando ricchi e raffinati bastoni da gioco. La soule à la crosse diventa così l’antesignano del moderno hockey su prato che è, attualmente, uno degli sport più praticati a Moncalvo dov’è presente l’unico club di tutta la provincia di Asti.

 

  1. RIONE SAN SECONDO

Colori: bianco e rosso

L’evoluzione della scuola nel Medioevo: le basi dell’alfabetizzazione

Nell’Alto Medioevo il sapere era prevalentemente patrimonio del clero; i laici normalmente non sapevano leggere e scrivere. Con la rinascita dei commerci e delle città, tra XIII e XIV secolo, anche la scuola si adattò alle necessità delle nuove classi sociali (mercanti, ma anche notai e giuristi). L’insegnamento fu pertanto indirizzato anche ad impartire saperi pratici: leggere, scrivere e far di conto. L’istruzione di base divenne così maggiormente accessibile alle fasce sociali prima escluse. La scuola era così concepita probabilmente anche ad Asti, secondo un orientamento coerente con il progressivo formarsi di una società urbana di laici alfabetizzati entro la quale per l’appunto mercanti, giuristi e notai avevano necessità di essere a contatto per le loro attività di respiro locale e internazionale con interlocutori ugualmente alfabetizzati.



  1. BORGO VIATOSTO

Colori: bianco e azzurro

I bambini e l’eclisse solare del 1239

«L’anno del Signore 1239 ebbe luogo un’eclisse di sole sì grande e completa che le stelle apparvero in pieno giorno come abitualmente appaiono la notte quando pura è l’aria. Noi bambini osservavamo attentamente quelle stelle che apparivano brillanti nel cielo». Così Jacopo da Varagine descrivel’eclissi del 3 giugno 1239 visibile nel tutto il nord Italia.

La sfilata dei bambini del Borgo Viatosto rievoca tale evento che ammalia, ma che in passato ha dato origine a paure e incubi.

Nel Medioevo infatti i contadini erano convinti che le eclissi fossero causate da alcune parole magiche pronunciate da streghe per “ipnotizzare” il Sole e la Luna: per impedire che la Luna o il Sole udissero le stregonesche parole, all’inizio delle eclissi si mettevano a correre sui campi provocando rumore e urlando.

I piccoli figuranti si caleranno nei panni dei bambini descritti da Jacopo da Varagine e rappresenteranno lo stupore, la paura, il giorno divenuto notte e simbolicamente il ciclo dell’eclisse fino alla vittoria del sole che grazie al gioioso fracasso dei bambini ha sconfitto le tenebre.

Redazione