La filosofia e le sue voci - 14 ottobre 2023, 09:00

La prospettiva fenomenologica

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Immagine elaborata da Arena Philosophika

Dopotutto, il mondo è intorno a me, non di fronte a me

Maurice Merleau-Ponty, L'occhio e lo spirito

Penso che nulla sia più chiaro e limpido che questa affermazione del filosofo francese per illustrare quella complessa metodologia di indagine filosofica che prende nome di fenomenologia. È impossibile spiegarla nel dettaglio in questo breve articolo, per questo cercherò di evidenziarne i motivi principali, quelle movenze caratteristiche che ne hanno plasmato l'azione. Mi concentrerò su tre aspetti:

  1. il metodo fenomenologico si caratterizza per il rifiuto di ogni pregiudizio teorico. Il che significa che l'indagine filosofica deve accantonare quegli insegnamenti che si presentano dottrinalmente, che esigono un rispetto cieco e che ripetono, senza spirito critico, verità già confezionate. Beninteso, tutto ciò non comporta uno sradicamento del filosofo dal suo terreno (dalla tradizione nella quale si è formato ai costumi del luogo nel quale è nato e vissuto), ma la presa di coscienza che il pregiudizio, per quanto sia una componente essenziale del nostro filosofare, non deve mai diventare una pregiudiziale che interrompe l'interrogazione;
  2. riconosce uno scambio reciproco e fecondo tra noi e il mondo, aspetto manifesto nella citazione di oggi. Il mondo non è un semplice oggetto macroscopico costruito dall'uomo, come se si trattasse di una materia inerte da modellare a nostro piacimento. Il mondo non ci sta di fronte alla stregua di un foglio bianco che aspetta lo scrittore o il disegnatore per essere vivificato, ma è una istanza che pone una certa resistenza, che ha una solidità tale da non permettere la perfetta adeguazione tra ciò che io penso che il mondo sia - o debba essere - e ciò che effettivamente è. È questa solidità che, secondo Merleau-Ponty, Cézanne ha voluto dipingere: non come il mondo è organizzato da noi, ma come esso si dà a noi. La pittura diviene il lavoro di sintesi tra il nostro sguardo e lo sguardo del mondo su di noi;
  3. eleva la relazionalità uomo-mondo a principio cardine del suo procedere. La realtà non è mai solo un lato (io contrapposto al mondo), ma l'unione dei due poli. 

Una piccola raccomandazione soltanto: la fenomenologia non deve essere confusa con alcune corbellerie dal sapore New Age. Relazionalità, scambio reciproco uomo-mondo, centralità dell'affettività nel riconoscersi circondati dal mondo, attenzione rivolta costantemente al corpo e approccio atmosferologico - gli esseri viventi e non si trovano a condividere un luogo comune che li associa e che ne contraddistingue i comportamenti: si crea appunto un'atmosfera che coinvolge l'affettività prima che il raziocinio - non restituiscono una filosofia del disimpegno razionale. La filosofia è sempre impresa razionale; solamente, la ragione si trova integrata ad un corpo e "ragione-corpo" partecipante di un mondo. 

Simone Vaccaro