La filosofia e le sue voci - 04 novembre 2023, 09:00

La cosa più antica del mondo

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Immagine elaborata da Arena Philosophika

 

…[N]on essendovi nulla di più antico della verità…

Cartesio, Meditazioni metafisiche, epistola dedicatoria

E aveva ragione il buon Cartesio. Nulla è più antico al mondo della verità. Che cosa vi è, infatti, di più solido, granitico e duraturo della verità? Quale conto in sospeso, proveniente anche da un passato remoto, non richiede di essere saldato per trovare, finalmente, la verità tanto agognata? La verità ha sempre tempo: un giorno si saprà la verità sulla faccenda tale; verrà un tempo in cui si getterà luce definitiva sul problema y. La verità delle cose parla, o parlerà, da sé: la verità è la res - la sostanza - di una cosa, ciò che rende la cosa cosa, anzi, proprio quella cosa. Sia essa riferita alle cose eterne e generali - le verità del cosmo; sia essa rintracciabile nella pluralità delle sue istanziazioni - le cose che incontro: verità è sempre quel fondamento all'indietro del quale è impossibile proseguire.

Tutto vero, nulla da dire. Ma… che cos'è la verità? Su questo Cartesio non offre inequivocabili spiegazioni. O meglio, sa perfettamente mantenersi in equilibrio, sbilanciandosi solamente il giusto. Vero è ciò che resta dopo essere passato sotto la severa analisi metodica. È solo il metodo il garante della ritrovata verità. Per spiegare questo punto, chiarissima è la risposta di Cartesio stesso alle obiezione del reverendo Padre Bourdin. Pensiamo a qualcuno (il filosofo in realtà si era rivolto direttamente all'ecclesiastico, ma per noi un generico "qualcuno" va benissimo) con un cesto di mele; e pensiamo, inoltre, che questo qualcuno si chieda se, per caso, vi siano alcune mele un po' marce. Cosa fare per verificare le mele? Niente di più semplice: si tolgono tutte e le si controlla una a una prima di rimetterle nel cesto. Fuori di metafora: le mele sono le nostre conoscenze, il cesto la nostra mente (anima in gergo cartesiano); il controllo è il metodo (mi permette di vagliare la verità o meno di una mia, presunta, verità - se la mela è marcia o no). La verità è ciò che resta dopo il controllo, ciò che ha fatto sì che il controllo desse risultato effettivamente positivo. 

Come si può notare, la verità non è una cosa soggetta al mutamento, variabile e corruttibile; è una cosa immutabile, invariabile e incorruttibile. La verità non va, però, confusa con la mela buona. Essa è una verità, particolare, accompagnata da altre verità - le altre mele buone nel cesto. La verità si pone su di un piano altro, attingibile solamente per tramite del metodo che, trovando nella ragione il suo architrave, riesce a collegare la verità con le cose vere. Sarà proprio per questo che nella Sesta meditazione Cartesio conferma tutte le conoscenze che originariamente aveva messe in dubbio? Direi di sì: la verità, quindi, altro non sarebbe che l'accordo tra le cose vere e il loro fondamento portato all'evidenza dalla ragione. Nulla è più antico della verità e nulla di veramente nuovo vi è sotto il sole: compito del filosofo è trovare un metodo che renda questa affermazione da detto sapienziale a argomentazione razionale.

Simone Vaccaro