Viviamo in un posto bellissimo - 01 giugno 2024, 07:27

Viviamo in un posto bellissimo dove il tempo è relativo

Puntata sulla particolare misura del tempo che accompagna la realizzazione delle cose pubbliche di Asti, a conferma della teoria einsteiniana sulla relatività

Albert Einstein

Albert Einstein è globalmente famoso per la teoria della relatività. Teoria pubblicata nel 1915, ampliando quella, sempre sua, sulla relatività speciale di 10 anni prima dove iniziava a sostenere che lo spazio e il tempo sono indissolubilmente collegati. Radiosa visione che sconvolse secoli di scienza e diede ai fisici una nuova comprensione dello spazio e del tempo, non più fissi, ma fluidi e malleabili. Grazie ad Einstein sappiamo che non esiste un unico tempo, un tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ne ha una propria personale misura che dipende da dove si trovi e da come si stia muovendo. Fenomeno di dilatazione o contrazione del tempo, per cui la durata di un medesimo evento risulta maggiore o minore se misurata in un sistema più o meno in moto.

Teoria illuminante per comprendere come si possa arrivare alla realizzazione di diversi progetti di sviluppo strutturale di Asti con tempistiche così dilatate. Prendete, tanto per capirci, il progetto M’illumino le torri, pensato ancora ai tempi di Brignolo, subito approvato e finanziato dalla Regione con fondi europei. Progetto, ufficializzato in pompa magna nel 2019, che prevede non di ricostruire le decine e decine di torri scomparse nei secoli dallo skyline del capoluogo, ma solo di installare una nuova illuminazione a led in una dozzina di quelle che ancora raccontano gli antichi fasti di Asti. Passato un lustro le torri aspettano ancora di vedere la luce, che per inciso mi ricorda tanto il ”Ho visto la luce, ho visto la luce” di Jake in Blues Brothers, e noi pure, nonostante, da tre mesi, si sia ampiamente informati dell’importante investimento: 622.577,48 euro, Virgola 48, spettacolo! 

Un altro esempio di dilatazione si chiama DigitAsti. Progetto che mi sta particolarmente a cuore, anche lui, come le torri, figlio di quel piano strategico per lo sviluppo urbano sostenibile “Asti: Vino e Cultura” datato 2017. Sette anni fa. Progetto di digitalizzazione del ricco patrimonio documentale dell’Archivio Storico del Comune di Asti per renderlo fruibile a un ampio pubblico e trasformarlo in volano di sviluppo territoriale, con la creazione di percorsi turistici focalizzati sul patrimonio storico, culturale ed artistico della città. “Progetto pensato per stimolare lo sviluppo di Asti sulla base dei principi delle smart cities – aveva spiegato oltre un anno e mezzo fa il sindaco Rasero - coinvolgendo la comunità e i turisti in esperienze immersive, all’insegna dell’empatia e della curiosità e per strutturare eventi che sappiano porre la giusta attenzione sulla città. Luogo di promozione culturale, aggregazione sociale e pilastro fondamentale di una cultura condivisa e condivisibile da ogni parte del mondo”. Luogo ancora non luogo dopo così tanto tempo, nel supporto teorico di Einstein, trasformato inspiegabilmente in teoretico. 

Davide Palazzetti