Le istituzioni e la politica locale si sono mobilitate per cercare di salvare la casa di riposo "Venanzio Santanera", struttura villafranchese che rischia la chiusura imminente. Ieri pomeriggio, in una Sala Bordone gremita, l'amministrazione comunale ha promosso un incontro pubblico che ha messo a confronto istituzioni, gestori e cittadini, delineando uno scenario complesso ma non ancora definitivamente compromesso.
Il sindaco Anna Macchia ha assunto una posizione proattiva, annunciando l'istituzione di un tavolo di lavoro permanente che coinvolgerà tutti gli attori principali: il commissario straordinario, il presidente della Pro Infantia, i rappresentanti della Regione, le organizzazioni sindacali e i sindaci della Valtriversa. "La preoccupazione sul futuro della struttura non è solo del Comune, ma di tutta la comunità", ha sottolineato il primo cittadino.
La situazione si presenta particolarmente critica: la Pro Infantia Aps Ets, che gestisce la struttura da un anno e mezzo dopo il recesso della cooperativa Kcs Caregiver, ha già avviato le procedure di licenziamento per i 18 dipendenti, preannunciando la chiusura per fine mese. La struttura, che ospita attualmente 39 anziani sui 40 posti disponibili, si trova a fronteggiare un'emergenza finanziaria che richiede un intervento immediato.
Il commissario straordinario Pietro Endrizzi, nominato dalla Giunta Regionale nel 2022 e recentemente prorogato per altri sei mesi, ha illustrato il quadro economico: "Servono almeno 400-500 mila euro nell'immediato". Nonostante la gestione ordinaria sia funzionante, le entrate non bastano a coprire i debiti pregressi e la necessaria manutenzione straordinaria, incluso il rischio di un blocco dell'impianto di riscaldamento che potrebbe lasciare al freddo gli ospiti.
Stefano Amedeo Guslandi, commercialista alla guida della Pro Infantia, ha rivelato l'amara scoperta fatta nel 2021: i debiti ammontavano a 1 milione e 800 mila euro, non ai 180 mila inizialmente indicati. Mentre la cooperativa Kcs Caregiver, che vanta crediti per 900 mila euro, ha manifestato disponibilità a una transazione.
Le voci dei sindacati si sono unite nel chiedere più tempo. Luca Quagliotti (Cgil) ha suggerito un possibile intervento di Finpiemonte, mentre Alessandro Delfino (Cisl) ha evidenziato come la chiusura comprometterebbe il welfare territoriale. Armando Dagna (Uil) ha sottolineato la necessità di tempo per esplorare soluzioni alternative.
I consiglieri regionali presenti hanno offerto prospettive diverse: Sergio Ebarnabo (Fratelli d'Italia) ha ricordato la natura privata della struttura sostenendo che pertanto non vi può essere un intervento pubblico, mentre Fabio Isnardi (Partito Democratico) ha sottolineato l'importanza di un percorso politico condiviso.
Un barlume di speranza è emerso dalle parole di Guslandi, che ha ventilato la possibilità di prolungare l'attività fino al 30 novembre, impegnandosi a discuterne con i lavoratori. La drammaticità della situazione è stata evidenziata dall'intervento di un familiare, che ha espresso preoccupazione per il futuro del proprio parente disabile, attualmente ospite della struttura con una retta mensile di 2100 euro.
L'amministrazione comunale, presente al completo con il vicesindaco Katia Pelissetti, l'assessore Daniele Chiolerio e l'intero Consiglio, si è impegnata attraverso le parole del sindaco Macchia a perseguire una soluzione politica, promettendo il massimo impegno per risolvere la crisi.