Economia e lavoro - 30 aprile 2025, 09:54

Continua la protesta dei metalmeccanici: oggi "braccia incrociate" in quattro aziende

Le agitazioni alla Dierre, Johnson Electric, Marcegaglia e O/Cava per il rinnovo del CCNL

La vertenza per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici prosegue senza sosta anche nell'Astigiano. Nella giornata odierna, mercoledì 30 aprile 2025, si registrano nuovi scioperi in importanti realtà produttive del territorio: sono coinvolte la Dierre di Villanova d’Asti, la Johnson Electric di Asti, la Marcegaglia e la O/Cava.

Si tratta del quarto sciopero da otto ore proclamato dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil a partire dal mese di gennaio 2025, segno di una mobilitazione articolata che continua a scandire le settimane. Al centro della protesta c'è lo stallo delle trattative con Federmeccanica-Assistal, interrotte dopo sei mesi di confronto a causa di quella che le sigle sindacali definiscono una "posizione intransigente" delle controparti datoriali e la presentazione di una loro "contro-piattaforma".

Il nodo principale del contendere resta la richiesta di un aumento salariale di 280 euro mensili nel triennio, punto considerato fondamentale e irrinunciabile della piattaforma sindacale, approvata da oltre il 98% dei metalmeccanici attraverso assemblee democratiche. I sindacati denunciano una situazione che rende impossibile la trattativa e che, a loro avviso, mette a rischio il futuro stesso dell'industria metalmeccanica locale e nazionale.

"Chiediamo che la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici sia riaperta per discutere sulla piattaforma che è stata votata al 98% in maniera democratica da tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori metalmeccanici", ha dichiarato Vito Carelli, segretario della Fiom-Cgil di Asti, ribadendo la ferma volontà di tornare al tavolo negoziale partendo dalle richieste dei lavoratori.

Secondo le organizzazioni sindacali, la controproposta di Federmeccanica non solo non risponde alle esigenze dei lavoratori ma "rimette in discussione i rapporti con il sindacato", generando uno scontro che rischia di compromettere l'intero settore. Fim, Fiom e Uilm sottolineano come il contratto nazionale sia invece uno strumento essenziale per rilanciare l'industria e garantire un futuro al territorio.

Redazione