Ad Asti si torna a discutere delle nomine pubbliche, e lo si fa con toni fermi ma misurati. Il consigliere comunale Mario Malandrone, rappresentante di Ambiente Asti, solleva una riflessione critica — ma non priva di proposte — in merito alla recente nomina di Inti Sartoretto nel Consiglio di Amministrazione dell’università consortile Astiss.
“Non è una questione personale — tiene subito a precisare Malandrone — ma istituzionale. Parliamo di un ente universitario, un luogo che dovrebbe essere guidato da criteri di competenza e solidità accademica. Invece, anche stavolta, si è scelto in base alla vicinanza politica.”
Il caso di Sartoretto, giovane laureato triennale o laureando, entra così nel dibattito pubblico. “Un CdA universitario — osserva Malandrone — dovrebbe essere composto da figure con esperienze qualificate. La nomina arriva in un momento delicato, proprio quando alla guida di Astiss si appresta ad arrivare un professore ordinario di alto profilo, già rettore di un politecnico. È lecito domandarsi quale equilibrio si stia cercando.”
Il consigliere non si limita però a questo caso. “Purtroppo — prosegue — non è un’eccezione. Abbiamo visto un dentista nel consiglio dell’ente parchi, una garante dei detenuti che parla di ‘pene esemplari’ e rimpiange i tempi della pena di morte. Mi chiedo: che messaggio stiamo dando ai cittadini?”
Secondo Malandrone, il problema è nel metodo: “Non ci sono bandi pubblici, non c’è trasparenza, non c’è un confronto ampio. Spesso ci si limita a raccogliere qualche curriculum all’ultimo momento, magari in una riunione dei capigruppo, giusto per dare un’apparenza di partecipazione. Ma la sostanza è un’altra.”
L’accusa è netta, anche se espressa in tono istituzionale: “Le nomine sono sempre più un mezzo per ricompensare la fedeltà politica. È un sistema che guarda all’equilibrio interno delle maggioranze, non al bene delle istituzioni. E questo, alla lunga, indebolisce la fiducia dei cittadini.”
Malandrone respinge anche il luogo comune secondo cui “si è sempre fatto così”. “È vero — ammette — anche in passato si sono viste scelte discutibili, ma non per questo bisogna accettarle come norma. Se vogliamo crescere come città e come istituzioni, serve un cambio di passo.”
Per il consigliere di Ambiente Asti la direzione da prendere è chiara: “È necessario mettere al centro le competenze, i percorsi, le esperienze. Le nomine pubbliche non possono essere premi di fedeltà, ma strumenti per rafforzare le istituzioni. La città di Asti ha bisogno di serietà, trasparenza e senso del bene comune.”
Un appello finale che si fa proposta: “Serve una riflessione condivisa sul valore delle nomine pubbliche. Non per attaccare qualcuno, ma per costruire un metodo diverso, più aperto e rispettoso delle istituzioni. Credo che Asti possa e debba ambire a questo.”