Il 12 maggio si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere. In questa particolare giornata vogliamo sottolineare quanto sia cruciale e fondamentale questa figura in tutti i contesti della nostra sanità, oltre ad evidenziare le importanti accresciute competenze messe in campo in qualsiasi contesto operativo, dall’emergenza, all’attività ospedaliera, a quella territoriale.
Punto di riferimento certo per pazienti e cittadini, dal primo contatto fino al termine di qualsiasi percorso assistenziale o di cura, l’infermiere c’è sempre. Punto di riferimento anche per tutte le altre figure che ruotano intorno al mondo della sanità, ma non solo. Punto di riferimento per tutti e per tutto, figura intorno alla quale ruota l’intero sistema.
Sono però tante le criticità che affliggono la categoria e con essa inevitabilmente anche la nostra sanità sempre più in difficoltà a garantire dotazioni organiche adeguate alla cura e all’assistenza dei cittadini in ogni contesto sanitario, come peraltro a garantire risorse adeguate per la riforma territoriale.
Sono infatti circa 6000 gli infermieri che mancano alla nostra regione. 21.504 quelli attualmente impiegati nelle 18 aziende sanitarie regionali al 31.12.2024, molte di loro ancora oggi non sono riuscite a coprire neanche il turn over.
La curva pensionistica prevede che la nostra regione perderà circa 1000 infermieri all’anno a fronte di poco più della metà delle previste nuove risorse. Infatti, come più volte abbiamo detto, il numero di iscrizioni alla facoltà di scienze infermieristiche non raggiunge il numero di posti disponibili e necessari.
Professione poco attrattiva per via di stipendi non adeguati e alla scarsa possibilità di carriera, condizione coniugata agli elevati disagi relativi al carico e alle condizioni di lavoro.
I più colpiti dal burn aut, dalle aggressioni, dalle limitazioni funzionali, queste anche in considerazione degli eccessivi carichi di lavoro, tenuto conto di una età media che supera i 50 anni. Sottratti spesso dalle loro attività per compiti impropri, funzionali al funzionamento dei servizi ma ascrivibili ad altre figure.
Sono dati e condizioni chiare ed evidenti a tutti che ci preoccupano e che necessitano di risposte.
Nonostante tutto, oggi vogliamo rendere merito e omaggio innanzitutto all’elevato grado di responsabilità che gli infermieri dimostrano ogni giorno nonostante le criticità che si trovano ad affrontare senza tirarsi mai indietro, assumendosi quasi sempre l’onere di garantire il funzionamento dei servizi sopperendo alle carenze non solo di personale ma anche strutturali e organizzative, prendendo in carico i bisogni di salute dei pazienti.
Segreteria Regionale NurSind
Montana (NurSind Asti): "Per valorizzare la professione serve un sindacato forte in sinergia con Ordine e associazioni professionali"
"Alla vigilia di una giornata così significativa per la nostra professione, anche dalla provincia di Asti ci uniamo con forza alla riflessione sulle sfide quotidiane e sull'inestimabile valore del ruolo infermieristico - ha rimarcato Gabriele Montana, segretario provinciale NurSind Asti - Le criticità evidenziate a livello regionale sono un fardello che i colleghi astigiani, come tutti gli infermieri piemontesi, portano con grande spirito di sacrificio, ma che non può più essere sottovalutato".
"A mio avviso - ha proseguito Montana -, per una concreta valorizzazione del nostro lavoro e per affrontare con efficacia queste problematiche sistemiche, l'impegno delle associazioni professionali e dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche, seppur fondamentale per gli aspetti deontologici, formativi e di sviluppo scientifico, non può essere l'unico strumento in campo. È imprescindibile e non più rinviabile l'azione incisiva di un sindacato di categoria forte e rappresentativo, specificamente dedicato alla nostra professione, come il NurSind".
"La sinergia costruttiva tra Ordine, associazioni professionali e un sindacato focalizzato sulle esigenze degli infermieri - ha concluso Montana - è la chiave per costruire un fronte unito capace di ottenere quel riconoscimento tangibile, non solo a parole, che la nostra professione merita. È necessario lavorare insieme per rendere la professione infermieristica nuovamente attrattiva per le giovani generazioni, per arginare la fuga verso altri settori o nazioni e, soprattutto, per assicurare che ogni infermiere possa operare nelle migliori condizioni possibili".