Attualità - 19 maggio 2025, 14:52

Mercato unificato di Asti: in attesa del sondaggio tra gli ambulanti, scatta l'allarme

All'ordine del giorno un'eventuale "asciugatura" di piazza Campo del Palio, o una rotazione dei banchi Percia: “Proposte confuse, mancano visione e chiarezza. Decine di licenze già riconsegnate”

Una delle possibili soluzioni al vaglio, che prevede la rotazione dei banchi e il recupero di una parte dei parcheggi

Continua la querelle sul mercato unificato di piazza Campo del Palio. La recente riunione della Consulta del Mercato di Asti ha acceso un vivace dibattito tra gli operatori e le associazioni di categoria, evidenziando le tensioni legate alla riorganizzazione del mercato cittadino.

Al centro della discussione, due proposte di planimetrie: la prima prevede una "asciugatura" del mercato attraverso la riduzione delle corsie, con l'obiettivo di ricompattare gli spazi; la seconda propone la rotazione di 90 gradi delle isole di banchi, consentendo una riduzione della metratura degli stalli e la possibilità di riassegnare i posteggi in base alla graduatoria.

L'ANA-UGL ha avanzato l'idea di ricollocare circa 30-40 banchi in Piazza Libertà e Largo Saracco, con dimensioni di 8x4 metri. Tuttavia, queste aree non sono state menzionate nel sondaggio proposto agli operatori.

Il termine per la raccolta delle risposte è fissato entro la prossima settimana, mentre un'altra riunione della consulta è in programma domani,  20 maggio.

Andrea Percia: “Non serve l’ennesimo spostamento, ma chiarezza e visione”

Andrea Percia, rappresentante del GOIA e componente della Commissione Mercatale, non nasconde la sua preoccupazione per l’ennesimo passaggio a vuoto nella riorganizzazione del mercato cittadino. “Ci troviamo ancora una volta – afferma – davanti a ipotesi parziali, proposte poco chiare e soprattutto a una mancanza totale di visione d’insieme. Si parla di rotazione dei banchi, di corsie più strette, ma non si dice chiaramente cosa vogliamo che diventi questo mercato tra un anno o due”.

Nel mirino anche le planimetrie inviate senza spiegazioni: “Con la rotazione dei banchi si recupererebbero, dicono, una novantina di posti auto, ma a guardare bene la planimetria si tratta di uno spazio limitato, più o meno quello che era occupato dalle giostre. Non si può vendere come grande guadagno una cosa così”.

Percia esprime forte contrarietà a ulteriori spostamenti degli ambulanti: “Ogni volta che ci si muove, si perde clientela. Il mercato vive anche della fidelizzazione, e dire al cliente ‘ora vienimi a cercare qui’ rischia di essere l’ennesima mazzata per chi resiste. Tanti colleghi, non a caso, sono contrari”.

E sulla proposta di ricollocare alcuni banchi in piazza Libertà e largo Saracco: Non è neanche oggetto del sondaggio. Come si può discuterne seriamente? E poi – prosegue – se mettiamo banchi da 8 metri, cosa diciamo a chi ha 12 metri in concessione? Che è tra i primi in graduatoria ma non può starci lo stesso? È una proposta che va contro la logica della graduatoria”.

Infine, un appello alla chiarezza: “È ora di smetterla con le false aspettative, con il ‘forse’ piazza Libertà, il ‘magari’ largo Saracco. La gente si aspetta delle risposte concrete, non promesse che cambiano ogni mese”.

Licenze restituite: un segnale che fa rumore

Nel frattempo, si moltiplicano i segnali di una crisi sempre più evidente. “Dall’inizio dello spostamento – racconta Percia – siamo passati da circa 240 operatori a 170, forse 180. Questo vuol dire che in tanti hanno già rinunciato. E i numeri continuano a scendere”.

Secondo quanto emerso durante l’ultima riunione, sarebbero almeno 30-40 le licenze attualmente non assegnate, segno che molti ambulanti hanno deciso di abbandonare. “Mi è arrivata voce – aggiunge Percia – che anche uno storico mercatale, che veniva ad Asti da 40 anni, ha deciso di riconsegnare la concessione. Se anche figure così mollano, vuol dire che qualcosa si è rotto davvero”.

Il clima di incertezza e la mancanza di prospettive chiare sembrano aver inciso profondamente: “Dopo solo un anno dal grande spostamento, si parla già di cambiare di nuovo. È il segnale evidente di un fallimento nella progettazione. Continuare a proporre soluzioni tampone non farà che peggiorare le cose”.