Politica - 23 maggio 2025, 12:47

PEEP collina Volta, Malandrone interroga il Comune: “Serve chiarezza sui conguagli. Cifre alte, tempi brevi”

Il consigliere comunale chiede trasparenza e soluzioni per i cittadini coinvolti nella vicenda pluridecennale degli espropri

La vicenda degli espropri relativi al PEEP (Piano per l’Edilizia Economica Popolare) della collina Volta torna prepotentemente all’attenzione del Consiglio comunale di Asti. Dopo anni di contenziosi giudiziari, è la recente sentenza della Corte d’Appello di Torino del 23 gennaio 2024 a dare una svolta definitiva alla questione, stabilendo che il Comune deve procedere alla riscossione dei conguagli dovuti dagli assegnatari degli immobili.

Una svolta che, però, lascia aperti non pochi interrogativi, tanto che il consigliere comunale Mario Malandrone, di Ambiente Asti, ha presentato una dettagliata interrogazione indirizzata al sindaco e all’assessore competente per fare chiarezza su diversi aspetti della vicenda.

"Riscossioni arrivate a casa tra i 15.000 e i 30.000 euro"

“I cittadini si sono visti recapitare richieste di pagamento che oscillano tra i 15.000 e i 30.000 euro”, afferma Malandrone, evidenziando come “il termine per il versamento sia stato fissato a 60 giorni dalla notifica, arrivata a fine aprile. Una tempistica che ha generato grande preoccupazione tra i diretti interessati”.

Il consigliere, nella sua interrogazione, sottolinea che l’Amministrazione avrebbe già fissato un incontro con i proprietari per il prossimo 27 maggio. “Vorremmo sapere su quali aspetti verterà questo incontro e se sarà garantita piena trasparenza dell’informazione”, scrive.

Malandrone chiede inoltre se siano previste modalità di rateizzazione o eventuali agevolazioni, tenendo conto “della complessità e della vetustà della vicenda, che affonda le radici nella delibera della Giunta Galvagno”. Una situazione che, a suo dire, richiederebbe “una gestione attenta e umana, oltre che giuridicamente solida”.

Tra i quesiti posti anche la possibilità di una mediazione sulle cifre richieste, che secondo il consigliere sono “esose e difficili da reperire in un tempo così breve”. Infine, si chiede quale sia la stima complessiva che il Comune intende recuperare e quale sia la base legale utilizzata per la determinazione degli importi aggiornati.

Una vicenda che pesa ancora sulla città

Il lungo percorso giudiziario, segnato da numerose impugnazioni e sentenze – fino alla Cassazione – aveva indotto in passato l’Amministrazione a sospendere ogni richiesta di conguaglio. Ma ora, con la sentenza n. 137 della Corte d’Appello, il Comune ha riattivato le procedure di riscossione.

“Siamo di fronte a una questione che ha avuto una gestazione giudiziaria lunghissima, e che ora impatta duramente su famiglie che in molti casi vivono in quegli immobili da decenni”, osserva Malandrone, con un tono improntato a prudenza ma anche a responsabilità politica.

L’interrogazione sarà discussa nel prossimo Consiglio comunale, e da parte di Ambiente Asti c’è l’intento dichiarato di “costruire un dialogo costruttivo, che non si limiti al tecnicismo giuridico ma tenga conto della vita reale delle persone coinvolte”.

Redazione


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