Dopo l'ultimo grave episodio di violenza a Brindisi, dove un infermiere ha riportato fratture facciali e trauma oculare, Nursing Up lancia una risposta concreta: corsi di autodifesa specifici per il personale sanitario.
Anche ad Asti cresce l'allarme per le aggressioni al personale sanitario. Mentre il progetto dei corsi di autodifesa prende il via in Toscana, la situazione negli ospedali astigiani non appare meno critica. All'ospedale Cardinal Massaia, gli infermieri denunciano un aumento degli episodi di violenza, in particolare nei reparti di Pronto Soccorso e Psichiatria, dove spesso il personale si trova a operare senza adeguata protezione.
"Non è normale doversi difendere mentre si cura - afferma Antonio De Palma, presidente del sindacato - ma questa è la realtà". I corsi, tenuti da istruttori professionisti, insegnano tecniche di protezione personale, riconoscimento delle situazioni a rischio e strategie comunicative per prevenire l'escalation. Presto saranno affiancati da psicologi per la gestione dello stress post-aggressione.
I dati sono allarmanti: 70% delle vittime sono donne, spesso infermiere, aggredite soprattutto di notte quando gli ospedali sono più vulnerabili. Le cause? Tempi d'attesa biblici e carenze del territorio che trasformano i pronto soccorso in valvole di sfogo della rabbia sociale.
"Questi corsi non insegnano a reagire - chiarisce De Palma - ma a non subire". Un modello che potrebbe estendersi a livello nazionale, in attesa che la politica intervenga sulla sicurezza strutturale.