Ho avuto la fortuna (o jella?) di essere a Roma nel week end del 2 giugno: Festa della Repubblica, parata militare con Frecce Tricolori, tappa conclusiva del Giro d'Italia, Giubileo della famiglia, dei nonni e dei bimbi, prima Celebrazione Eucaristica pubblica di Papa Leone, mostra Caravaggio... e l'elenco delle manifestazioni e delle attrattive turistiche potrebbe continuare.
Secondo alcuni calcoli dell'assessorato romano al turismo in quei giorni sono giunti nella Capitale qualcosa come 700mila persone. Immaginate: una città, più o meno come Torino, che si è riversata su Roma.
Proprio in quei giorni mi sono domandato, più volte, ma davvero Torino e il Piemonte vogliono diventare una regione turistica? "Guarda che qui è sempre così, forse senza questi numeri record, ma per il resto dell'anno il panorama è assai simile" ha spiegato, sconsolato, mio zio. Strade chiuse, traffico deviato, code chilometriche, metro impraticabile, bar e ristoranti inavvicinabili, prezzi alle stelle, sporcizia ovunque, marciapiedi intasati all'inverosimile, borseggiatori che impazzano.... l'elenco dei disagi (o dei disastri) potrebbe continuare.
Certo che questo oceano di turisti lascia a Roma milioni e milioni di euro. Ma a che prezzo.
Auspico una seria riflessione e un'opportuna programmazione: sono indispensabili se davvero Torino e il Piemonte vogliono aumentare gli arrivi, le presenze e la permanenza dei turisti. Il fenomeno dell'overturism è dietro l'angolo e - ve lo assicuro - non è piacevole.