Il Punto di Beppe Gandolfo - 16 giugno 2025, 07:00

Il pallone si è sgonfiato

"Il nostro calcio è finito. E’ morto".

Il nostro calcio è finito. E’ morto. 

Ben prima della figuraccia con la Norvegia, dell’ esonero di Spalletti e di tutte le vicende degli ultimi giorni. Per decenni il calcio è stato la punta di diamante del nostro sport, oggi è dietro a tennis, atletica, nuoto, volley, scherma, pallanuoto, vela, sci: Federazioni che hanno lavorato meglio con allenatori che hanno insegnato la tecnica e la mentalità prima della tattica ai loro campioni del futuro. 

Eravamo tra i più forti del mondo, oggi siamo un caso da studiare.

Stadi vecchi, inefficienti e quasi nessuno di proprietà; da anni le squadre di club non vincono nelle competizioni europee; dai tempi di Totti e Del Piero non sforniamo giocatori di classe e di livello; partite inguardabili, noiose, senza una giocata, un guizzo;  vivai calcistici valorizzati a parole, ma abbandonati nella realtà; società calcistiche professionistiche in mano a fondi stranieri con proprietà assai incerte… E potremmo continuare…

Il nostro calcio lo gestiscono i procuratori: giocatori, direttori sportivi, dirigenti e presidenti sono in balia di questi faccendieri, che hanno per unico interesse, il guadagno, il danaro e – per ultimo, ma solo per ultimo – quel che accade sul rettangolo verde.

Quando mio figlio cominciò a tirare i primi calci, tra i pulcini, soltanto uno su 30mila arrivava tra i professionisti. Una decina di anni dopo, quando ha smesso, uno su 40mila. Oggi si va oltre a 50mila. Si preferisce comprarli all’estero: così si può fare del nero e i procuratori guadagnano di più. Risultato? In serie A il 70 per cento dei giocatori sono stranieri, in Bundesliga la quota si ferma al 49,7 per cento e in Francia 1 al 41,8 per cento del totale.

Bisognerebbe correre ai ripari al più presto, ma forse è già troppo tardi. Finirà che i nostri ragazzi non vedranno una Nazionale Italiana partecipare ai Mondiali. E dire che nel 2006 e nell’ 1982 li avevamo addirittura vinti.

Beppe Gandolfo