Vacanze Astigiane - 17 giugno 2025, 08:04

Vacanze Astigiane premio, a scoprire qualcosa in più su Rocca

Puntata premio dedicata ad una delle due vincitrici della quarta manche di “Caccia al refuso” che ha scelto di dedicarla a Rocca d’Arazzo

Giovedì scorso, la quarta manche di "Caccia al refuso" ha trovato nuovamente due vincitrici: Elisa Bosso, di Castell’Alfero, e Denise Sorba, di Asti, che ha optato per un racconto premio su Rocca d’Arazzo: Denise nel cercare il refuso volontario ne ha trovato, poco dopo l’uscita d’articolo, uno involontario. Lettrice, indubbiamente da premiare, dalla capacità di lettura piuttosto unica, allenata da attività professionale, avendo lavorato per diverso tempo come traduttrice e revisore di bozze. “Si parla di 8 anni fa, sono un po' arrugginita” ha commentato, ma, evidentemente, la caccia all’errore testuale è come andare in bicicletta, una volta imparato non si dimentica più. 

Su Rocca d’Arazzo, ne ho scritto da poco sull’altra mia rubrica, Viviamo in un posto bellissimo, per celebrare la bella storia di un Comune che mette a dimora centinaia di semi di una antica specie di pomodoro, tipica del posto, fino a regalare settecentoquaranta piantini ad una novantina di residenti, per far rinascere quello che hanno chiamato Cuore di Rocca. Visione, partecipazione e una bella dose di marketing territoriale, il massimo. Qui trovate il racconto del 7 giugno scorso, arricchito dall’elencazione del tanto da scoprire tra Rocca d’Arazzo e immediati dintorni.

Visione e partecipazione, contingenti, che mi portano ad accennare la storia di un grande rocchese del passato: Giuseppe Ollino da Santa Caterina di Rocca d'Arazzo. Era il 1880 quando decise di trasferirsi in California, nella contea di Somona, per coltivare la vite. Barbera, ovviamente. Trovato il terreno, collinare, preso ai saldi perché non adatto all'agricoltura tipica locale, trovati dei finanziatori, l’imprenditore ligure Andrea Sbarboro assieme a capitali svizzeri e americani, fonda nel 1881, una sorta di Company Town, comunità autonoma a cui dà il nome di Asti Winery Italian Swiss Colony. Spedisce poi, in solo pochi anni, trecentomila barbatelle, acquistate un po’ in tutto il Piemonte, e si fa raggiungere da centinaia di conterranei. In un lampo la cantina raggiunge dimensioni colossali e ancora oggi è una delle più grandi ed importanti d'America. La vallata che da Clovendale arriva ad Oakland si chiama tuttora Asti Wine Country. Nel 2015 Asti Winery viene acquisita dal colosso dei colossi, E&J Gallo Winery, la più grande azienda vinicola del mondo, della famiglia Gallo, da Agliano, ma questa è un'altra storia.

Davide Palazzetti


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