Economia e lavoro - 27 giugno 2025, 11:54

Casa di Riposo Città di Asti: la Cisl alza la voce

Sui risarcimenti: "Priorità agli ex dipendenti ancora senza reddito"

A margine delle udienze sul caso del presunto falso ideologico nei bilanci della casa di riposo Città di Asti – un crac da oltre 7 milioni di euro e potenziali responsabilità spalmate su più anni e livelli amministrativi – la Cisl Funzione Pubblica Alessandria Asti rompe il silenzio con una nota ufficiale, firmata dal segretario generale Alessandro Delfino. Il sindacato rivendica un principio che suona semplice e diretto: "Se arriveranno risarcimenti, siano destinati prima di tutto agli ex dipendenti".

Sedici persone senza stipendio da quasi un anno

Il riferimento è a un gruppo di circa 16 lavoratrici e lavoratori, travolti dal fallimento dell’IPAB astigiana, che da agosto 2024 non ricevono più nemmeno l’indennità di disponibilità, prevista dal Testo Unico 165/2001 per il personale delle pubbliche amministrazioni in attesa di ricollocazione. Si tratta di una cifra pari all’80% dello stipendio precedente.

"Sono persone senza lavoro e senza reddito da quasi un anno", sottolinea Delfino, mentre la vicenda giudiziaria – tra udienze preliminari, trattative risarcitorie e l’inchiesta parallela della Corte dei Conti – continua a far emergere le vicende di una gestione pubblica che oggi viene passata al microscopio.

Un buco da 7,5 milioni, finanziamenti fantasma e tre gradi di giudizio

Come noto, la Procura ha contestato a due ex commissari straordinari e a tre revisori dei conti l’accusa di falso ideologico in atti pubblici, per aver mascherato per anni la voragine di bilancio con finanziamenti straordinari inesistenti. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, quei soldi non sono mai entrati davvero nelle casse dell’ente, e servivano solo a “coprire” (sulla carta) un disavanzo reale che si aggirava intorno ai 7 milioni e mezzo.

L’udienza più recente è stata rinviata a ottobre, anche per consentire le trattative tra le parti civili e i legali degli imputati. Tra questi, i sindacati CGIL, CISL e UIL, che assistono le lavoratrici e i lavoratori rimasti fuori dal sistema, con poche tutele e tanti conti in sospeso.

Redazione