Sanità - 14 luglio 2025, 15:26

Arte e cultura come medicina: progetto innovativo dell'Associazione Alzheimer di Asti, presto presentato alla Conferenza europea di Bologna [FOTO]

Un protocollo di intesa con Asti Musei per supportare malati e famiglie attraverso esperienze culturali a km zero. "La cultura paga sempre"

Immagine generica di archivio

Il potere dell'arte e della bellezza per aiutare i malati di Alzheimer e le loro famiglie nella socializzazione e nell'espressione. Un progetto ambizioso che raccoglie una bella unità di intenti sul territorio astigiano, dando costruzione reale al motto "fare rete".

L'Associazione Alzheimer di Asti, presieduta dal dottor Marcello Francesconi, ha dato vita a un progetto innovativo che unisce arte, cultura e terapia per supportare i malati di Alzheimer e le loro famiglie con un protocollo di intesa stipulato con Asti Musei che rappresenta il culmine di un percorso iniziato oltre un anno fa, con "Il percorso di Alzheimer Asti in un anno tra musei ed esperienze culturali a km zero".

Questa mattina il progetto è stato presentato al "Giardino delle meraviglie" di via Scotti, curato anche da pazienti e familiari. Proprio in via Scotti ha sede l'associazione che porta avanti tanti progetti e che si occupa di 180 persone con 4 caffè Alzheimer, 9 gruppi di stimolazione cognitiva, 2 gruppi di attività fisica e 4 gruppi presso la Torretta. "La cultura paga sempre "- rimarca il dottor Francesconi.

Il potere terapeutico dell'arte

Il progetto si basa su una premessa scientifica solida: l'arte riattiva alcune parti del sé e diventa un mediatore sociale, facilitando la comunicazione intersoggettiva. Come spiega la storica dell'arte Vittoria Briccarello, che ha lavorato costantemente al progetto insieme alla psicologa Martina Guelfo, "l'osservazione di un'opera d'arte è un'esperienza multisensoriale che coinvolge un'ampia rete di aree cerebrali".

Il programma ha previsto diverse tipologie di attività per garantire accessibilità e inclusività:

Visite guidate fisiche a luoghi di cultura locali, tra cui: Palazzo Mazzetti ad Asti, esperienze a Fubine La Crescentina con la mostra "Mille notti di luna piena" dell'artista Cosimo Cavallo, visite a Saluggia con Giovanni Tamburelli.

"Cosimo Cavallo - spiega Vittoria Briccarello - è un artista schizofrenico, un homeless  che viveva in strada, a Torino, fino all'incendio della Cavallerizza. E ora ha allestito questa mostra 'Mille notti di luna piena'. Abbiamo voluto creare l'esperienza in uno spazio libero e sicuro. L'esperienza a Saluggia ha voluto toccare una stimolazione cognitiva ed emozionale". Non tutti però se la sentono di affrontare spostamenti ed ecco che nascono le esperienze virtuali per chi ha difficoltà di movimento, utilizzando una lavagna interattiva per tour virtuali, visite online alla Cappella Sistina e alla Galleria degli Uffizi, tour dell'isola di Naoshima attraverso  il canale YouTube dell'associazione.

Poi ci sono anche i Laboratori d'arte nella sede in via Scotti, dove i partecipanti possono "toccare con mano le opere per la reminescenza" e partecipare a attività creative. "L'arte - spiega Martina Guelfo - può essere utilizzata come mediatore tra pazienti e caregiver per aumentare l'auto-efficacia dei partecipanti, migliorare le relazioni tra caregiver e malato, favorire la socializzazione, creare spazi inclusivi e polifonici nei musei

Modello replicabile e sostenibile

Il protocollo, finanziato dalla Regione attraverso un bando per l'invecchiamento attivo, rappresenta un modello replicabile che va oltre le iniziative spot. Il progetto, concluso a marzo 2024 con un evento dedicato a Escher a Palazzo Mazzetti, ha ottenuto importanti riconoscimenti ed è stato selezionato per essere presentato alla conferenza europea di Bologna, confermando la validità dell'approccio adottato.

L'iniziativa si inserisce perfettamente nell'Agenda 2030, promuovendo spazi sostenibili e inclusivi che dimostrano come i musei possano diventare veri e propri luoghi di cura e benessere sociale. 
"Va tutto bene perché ognuno dice la sua", la frase di un paziente che ha voluto esprimere la sua soddisfazione, dopo una visita al Museo Antichi mestieri di Cisterna, è diventata simbolo di questo progetto, della sua inclusività e fa ben sperare sul suo proseguimento

Le immagini della presentazione sono di MerfePhoto

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