Proseguono le preoccupazioni sulla crisi del vino piemontese da parte del consigliere regionale Fabio Isnardi che, insieme ai consiglieri Mauro Calderoni e Domenico Ravetti, ha esortato la Regione ad attivarsi per offrire supporto al mondo del vino.
“Dopo una richiesta di rinvio alla settimana successiva, l’Assessore Paolo Bongioanni ieri non si è presentato in aula, affidando a un testo la sua replica - commenta Isnardi - Neanche a dirlo, si trattava di una serie di considerazioni anche condivisibili, sull’importanza del mondo del vino, ma nessuna idea o proposta concreta su come intende aiutare il settore”.
Inoltre, il consigliere respinge l’accusa di promuovere una cattiva pubblicità al mondo del vino nel parlare di un grave momento di crisi: “Fingere l’assenza di un problema, tra l’altro estraneo al lavoro dei numerosi addetti del settore e ampiamente denunciato dai consorzi di tutela, mi sembra un comportamento ben peggiore e dannoso per tutti. Ci sono sfumature, certo, ma anche strumenti legislativi in essere proprio per affrontare situazioni del genere”. Poi prosegue, soffermandosi sugli addetti ai lavori riguardo al mercato statunitense: “Si è costruita una posizione di rilievo attraverso decenni di lavoro, è impossibile trovare nuovi mercati di sbocco da un giorno all’altro, anche se iniziare a impegnarsi in quella direzione è fondamentale”.
Inoltre, Ravetti sottolinea come i fattori in gioco siano molteplici, a partire da una comunicazione inefficace inerente alle nuove norme del Codice della Strada, che “ha contribuito a cambiare le abitudini dei consumatori. La situazione geopolitica ha inoltre bloccato importanti mercati come quello Russo e la crisi economica della Germania vanno a comporre un quadro di grande difficoltà, su cui la Regione deve intervenire”.
A concludere è stato il consigliere Calderoni, facendo una riflessione sulla grave situazione dei dazi: “Con i dazi Usa al 30% siamo di fronte al concreto rischio di una crisi senza precedenti, tra difficoltà sui mercati internazionali e segnali sempre più evidenti di sovrapproduzione. Per il settore vitivinicolo il rischio è di una tempesta perfetta: calo degli imbottigliamenti, migliaia di ettolitri di vino invenduto, incertezza sulla prossima vendemmia e forti ripercussioni su filiere che valgono miliardi in export e migliaia di posti di lavoro. Ma il danno non si ferma al vino: colpisce il lavoro, il reddito, il turismo e la tenuta stessa del nostro sistema economico”.