(Adnkronos) - L'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha segnalato un nuovo raid israeliano nei pressi della città siriana a maggioranza drusa di Sweida, nel sud del Paese. Si tratta del primo attacco dopo il ritiro notturno delle forze governative siriane da Sweida, rivendicato da Israele dopo gli scontri tra combattenti drusi e tribù beduine che hanno causato quasi 600 morti, secondo una Ong. Secondo Sana, "gli aerei di occupazione israeliani hanno effettuato un raid alla periferia di Sweida".
Israele continuerà a utilizzare la forza per far rispettare le sue "linee rosse" in Siria, a partire dalla smilitarizzazione dell'area a sud di Damasco, ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio. "Abbiamo stabilito una politica chiara - ha affermato Netanyahu - Demilitarizzare l'area a sud di Damasco, dalle Alture del Golan fino alla montagna dei drusi, è una delle nostre linee rosse".
"Non permetteremo a forze militari di scendere a sud di Damasco, non permetteremo che i drusi vengano colpiti a Jebel Druze (la montagna dei drusi, ndr)", ha scandito il primo ministro, che ha quindi accusato il governo del presidente siriano ad interim, Ahmed al-Sharaa, di aver violato entrambe queste linee rosse.
"Ha inviato un esercito a sud di Damasco, in un'area che deve restare demilitarizzata, e ha iniziato a massacrare i drusi. Non potevamo accettarlo in alcun modo”, ha detto Netanyahu.
Intanto i ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Oman, Giordania, Iraq, Libano, Egitto e Turchia hanno diffuso una dichiarazione congiunta al termine di un incontro dedicato alla situazione in Siria, condannando i raid israeliani nel Paese come "una palese violazione del diritto internazionale". I ministri hanno ribadito il sostegno alla "sicurezza, unità, stabilità e sovranità della Siria" e respinto "ogni ingerenza straniera nei suoi affari interni".
Nel comunicato si accoglie inoltre con favore l’accordo di cessate il fuoco raggiunto a Sweida, che - secondo i firmatari - "deve essere rispettato in modo da risparmiare sangue siriano e garantire la protezione dei civili e il rispetto dello stato di diritto". La stabilità della Siria, si legge infine, "costituisce una pietra angolare della sicurezza regionale ed è una priorità condivisa".